Un saluto a tutti,
girando in rete, ho trovato un articolo che parlava della bomba atomica fatta esplodere su Hiroshima, in particolare descriveva i terrificanti effetti che ebbe sulla città e sulla popolazione con varie foto di superstiti ed oggetti ritrovati fra le macerie. Fra tutti questi oggetti hanno attirato la mia attenzione gli orologi, di tutti i tipi, da polso, da parete, da tasca e tutti rigorosamenete fermi a quel tragico 08:14 del 6 agosto.
Questi due però mi hanno incuriosito, le forme delle casse, il cinturino a bracciale, mi ricordano molto alcuni modelli Pobeda e Vostok....che ne dite?
Gli orologi di Hiroshima
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Walter
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Re: Gli orologi di Hiroshima
Sì, c'è somiglianza e non è un caso. Gli orologi giapponesi erano molto apprezzati in URSS, e poteva capitare che i designer sovietici ne traessero ispirazione. La cosa andò avanti anche in tempi più recenti, come ad esempio negli anni 1970/80 nel caso dei Raketa a calendario perpetuo ispirati agli analoghi modelli Citizen. D'altra parte non è che i giapponesi fossero dei modelli di originalità.Trash ha scritto: 12 dic 2019, 18:43 Questi due però mi hanno incuriosito, le forme delle casse, il cinturino a bracciale, mi ricordano molto alcuni modelli Pobeda e Vostok....che ne dite?
Questo è il primo orologio sviluppato nel 1895 interamente dalla allora neonata Seiko (allora si chiamava ancora Seikosha). .
Nonostante qualche tratto particolare, le influenze elvetiche sono abbastanza evidenti.
Del 1924 è questo modello da polso in stile trench-watch, il primo a portare il nome Seiko sul quadrante. Anche qui sono evidenti le influenze stilistiche europee. .
Non molto diverso il caso di questo bel classico del 1940, che ricorda un po' anche i Poljot DeLuxe di molto successivi. .
Un po' di originalità, ma neanche poi troppa, comincia ad apparire in questo modello del 1950, non troppo lontano da quello della tua prima foto. .
Comunque fino agli anni 1960 i designer giapponesi erano largamente ispirati agli stili europei. Anzi, in certi campi i prodotti giapponesi erano considerati come oggi consideriamo quelli cinesi, copie a buon mercato con poca o nessuna originalità.
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