Si sa, i paradossi della vita non sono mai abbastanza. L'icona Stalin assente nel periodo sovietico tornò alla ribalta nella Russia non più sovietica, "comunista", a "socialismo reale",... che ognuno la chiami come preferisce:)
Che "Stalin" non fosse presente nel periodo sovietico è facilmente spiegabile, il 1956, le denuncia dei crimini ,ecc. E fu proprio in quel torno di tempo che l'industria sovietica conobbe la crescita che conosciamo. Quindi, niente Stalin.
E dopo il 1991? Stalin ricompare, sugli orologi e non solo. Torna come figura simbolo, un "grande" al pari di altri grandi della storia della Russia.
Non fu quindi soltanto un fatto legato al periodo specifico dell'orologeria russa quando sui quadranti si stampava di tutto e di più. Fu anche dovuto alla rivalutazione del personaggio, non soltanto in chiave politica ma anche in quella storiografica.
L'apertura degli archivi voluta sin dai tempi di Gorbaciov consentì agli studiosi di tutto il mondo di rivisitare il periodo sovietico, in particolare quello "stalinista", attingendo a fonti prima inaccessibili.
Non più uno Stalin solo e soltanto despota e "terrore" ma anche un grande leader che seppe guidare l'impero russo in quella che è possibile definire la "fase dell'accumulazione originaria" grazie la quale l'Unione Sovietica divenne un grande paese, una grande economia e una grande potenza militare.
Per non parlare del ruolo che ebbe nella seconda guerra mondiale.
Dunque non più uno Stalin che scompare preso dal panico dopo l'attacco nazista, incapace di una qualsiasi reazione, ma , come hanno mostrato gli archivi, un leader perfettamente conscio della situazione e in grado di impartire subito le direttive necessarie all'immediata reazione e, cosa fondamentale, a impostare quella che da subito venne vista come una guerra di lunga durata.
Stalin mise da parte, se mai vi avesse mai creduto prima, l'ideologia e fece appello alla Patria e alla Religione.
Se quindi si guarda alla figura di Stalin a prescindere dalle proprie convinzioni politiche diviene subito chiaro che egli fu un personaggio pari a molti altri di molti altri paesi che in precedenza avevano affrontato le stesse problematiche: passare da una società contadina ad una industriale/moderna.
I costi sociali ed umani del periodo stalinista sono paragonabili a quelli della rivoluzione industriale inglese, allo sterminio dei nativi delle Americhe, a quelli della rivoluzione francese. Solo per citare qualche esempio.
Tutti eventi che hanno avuto catastrofici e disumani "effetti collaterali". Ovvero la distruzione di centinaia di milioni di vite umane.
Il costo del progresso. Così ci viene detto. Giusto o sbagliato questa è stata la Storia.
La rivoluzione industriale, la scoperta e conquista delle Americhe, gli ideali della rivoluzione francese, la rivoluzione bolscevica, ebbero in comune la volontà di cambiamento, di miglioramento della vita (delle proprie genti), l'indiscutibile progresso delle tecnologie e delle scienze in tutti i campi.
Guerre e distruzioni sì, ma sostenuti da ideali "positivi".
Ben diverso fu, per capirci meglio, il caso di regimi come quello nazista. La Germania degli anni '20-'30 del secolo scorso era il paese più industrializzato d'Europa, con il più alto tasso di occupazione e di istruzione superiore. Non era uno stato arretrato, non doveva raggiungere in pochi anni il livello economico di altri. Nulla di tutto questo.
La Germania nazista programmò e attuò una guerra ideologica avente come fine lo sterminio delle "razze" ritenute indegne di esistere e la riduzione in schiavitù di quelle ritenute "inferiori" (tra queste noi latini).
Fu l'ideologia razziale e la volontà di sterminio a guidare l'operato di Hitler e della Germania nazista. Cosa che peraltro gli impedì di condurre la guerra con realismo e pragmatismo.
Insomma, l'effige di Stalin su un orologio russo degli anni '90 non è poi così oscena.
Di crono dedicati a Stalin ne ho due. Non sono bellissimi e nemmeno belli. Sono così, senza infamia né gloria, come molti dello stesso periodo.
Il primo riporta in alto "Generalissmo", In basso "Stalin".
Sul quadrate: 1945-1995 НАШЕ ДЕЛО ПРАВОЕ МЫ ПОБЕДИЛИ (La nostra causa è (era?) giusta. Abbiamo vinto).
Un omaggio dunque alla Grande Guerra Patriottica e all'uomo che guidò il paese in quegli anni.
Il fondello lo trovo bello perché pulito ed essenziale: 1945 VITTORIA 1995 Poljot Cronografo a tenuta stagna 006 Mosca
Il secondo cronografo è decisamente più banale se non fosse per quella scritta "ЗА РОДИНУ ЗА СТАЛИНА" "Per la Patria Per Stalin".
Era il grido con cui andarono a morire milioni di persone. Per la loro Patria, per il loro Stalin, ma anche per la nostra libertà e il nostro diritto di esistere latini come siamo.
E allora tutto sommato l'icona Stalin ci può stare, sia per il clima modaiolo, sia per "produco e ci metto tutto il mettibile" e sia perché, dal punto di vista storico, Stalin non è poi stato così negativo come la vulgata politica della guerra fredda ce lo ha rappresentato.
E a dirlo è un vecchio trotskista
Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
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Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
le giuste considerazioni di mchap seguono le tesi più attuali sulla figura di Stalin (del resto ci vogliono 100 anni per togliere alla storia le scorie dell'interesse politico e riportare la storia più vicina alla verità).
A conferma di questo, vi allego un libro che ripercorre proprio quello che ha scritto mchap, che è sintetizzato nel retro pagina, interessante, da leggere:
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
La tentazione sarebbe di evitare queste tematiche, un pò come evito gli orologi, tuttavia vorrei esprimere il mio giudizio in sintesi. Premetto che rispetto il vostro punto di vista, quindi consideratela come un'opinione personale definitiva senza volontà di discuterci sopra.
Qualche giorno fa leggevo di Kadyrov, il padrone assoluto della Cecenia, che con mandato russo mantiene l'ordine ottenendo in cambio potere assoluto in tutti i campi, tant'è che la Cecenia, a parte l'appartenenza formale alla Russia, è sostanzialmente una specie di teocrazia con due culti: Kadyrov e l'Islam.
La lista dei crimini di guerra di Kadyrov è infinita: torture, omicidi, fosse comuni, assassinio di civili, militari (perfino russi), giornalisti, compresa molto probabilmente la ben nota Anna Politovskaya. Bene, che abbia mantenuto l'ordine o meno, che adesso Grozny sia un miracolo scintillante di palazzi ultramoderni (salvo i poveracci che sono semplicemente stati spostati altrove, tipo centro direzionale di Napoli con sotto le baracche), io un orologio con la sua faccia non lo collezionerei nemmeno se mi pagassero, a meno che non sia nel frattempo passato a miglior vita, e in quel caso l'orologio può diventare testimonianza storica e non propagandistica.
Stesso discorso per Hitler e Mussolini, perchè non sono affatto differenti. Anche Hitler ha lavorato per il suo popolo tirandolo fuori dalla miseria post-sconfitta. Anche Mussolini ha creato infrastrutture che reggono ancora oggi e che in altri regimi "democratici" non sono mai state fatte. Ho trovato così un modo pilatesco ma coerente di approcciarmi alla storia: apprezzo le bandiere, non gli uomini che le portavano.
La bandiera della Russia comunista esprimeva volontà di eguaglianza e di pari possibilità per tutti.
Quella della Germania nazista, era di riscatto dall'oppressione delle potenze che affamavano la popolazione con sanzioni durissime e inique (storia già sentita?).
Quella dell'Italia fascista, di recuperare un ideale nazionale di unità corporativista e rigore.
Quella di Israele, riunire un popolo disperso in una terra promessa.
Quella degli USA, dare la libertà ad ognuno di cercare il proprio destino.
Tutti avevano ragione e tutti hanno toppato: con milioni di morti.
Quindi? Ok per Stalin, Hitler e Mussolini nel cassetto, basta non affezionarcisi, che è meglio.
Qualche giorno fa leggevo di Kadyrov, il padrone assoluto della Cecenia, che con mandato russo mantiene l'ordine ottenendo in cambio potere assoluto in tutti i campi, tant'è che la Cecenia, a parte l'appartenenza formale alla Russia, è sostanzialmente una specie di teocrazia con due culti: Kadyrov e l'Islam.
La lista dei crimini di guerra di Kadyrov è infinita: torture, omicidi, fosse comuni, assassinio di civili, militari (perfino russi), giornalisti, compresa molto probabilmente la ben nota Anna Politovskaya. Bene, che abbia mantenuto l'ordine o meno, che adesso Grozny sia un miracolo scintillante di palazzi ultramoderni (salvo i poveracci che sono semplicemente stati spostati altrove, tipo centro direzionale di Napoli con sotto le baracche), io un orologio con la sua faccia non lo collezionerei nemmeno se mi pagassero, a meno che non sia nel frattempo passato a miglior vita, e in quel caso l'orologio può diventare testimonianza storica e non propagandistica.
Stesso discorso per Hitler e Mussolini, perchè non sono affatto differenti. Anche Hitler ha lavorato per il suo popolo tirandolo fuori dalla miseria post-sconfitta. Anche Mussolini ha creato infrastrutture che reggono ancora oggi e che in altri regimi "democratici" non sono mai state fatte. Ho trovato così un modo pilatesco ma coerente di approcciarmi alla storia: apprezzo le bandiere, non gli uomini che le portavano.
La bandiera della Russia comunista esprimeva volontà di eguaglianza e di pari possibilità per tutti.
Quella della Germania nazista, era di riscatto dall'oppressione delle potenze che affamavano la popolazione con sanzioni durissime e inique (storia già sentita?).
Quella dell'Italia fascista, di recuperare un ideale nazionale di unità corporativista e rigore.
Quella di Israele, riunire un popolo disperso in una terra promessa.
Quella degli USA, dare la libertà ad ognuno di cercare il proprio destino.
Tutti avevano ragione e tutti hanno toppato: con milioni di morti.
Quindi? Ok per Stalin, Hitler e Mussolini nel cassetto, basta non affezionarcisi, che è meglio.
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
come avrete potuto notare nè qui nè in altri forum parlo di politica nè lo farò in futuro farò citazioni storiche come in questo caso e niente più le mie eventuali mancate risposte in certi topic saranno dovute a questo non certo a scortesia
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
Michele in quanto scrivi c'è una inesattezza storica. Quando Hitler andò al potere nel 1933 la crisi economica della Germania era ormai alle spalle da qualche anno. Fu la la repubblica di Weimar ad operare le scelte economiche e finanziarie necessarie a superare la crisi.
Per quanto riguarda Mussolini è vero che non è stato tutto nero che abbia fatto cose positive per il paese,ecc. e questo vale per molti altri regimi dittatoriali/autoritari. Ma è altrettanto vero che le stesse cose sono state fatte, nello stesso periodo, in altri paesi che avevano altri tipi di regimi politici.
Voglio dire che le esperienze storiche non si valutano soltanto misurando le opere di "bene" e quelle di "male". Con un criterio simile non si andrebbe molto lontano.
Bisogna, per esempio, valutare quali sono stati i costi sociali e umani per ottenere certi risultati.
In ogni caso tutto questo apparterrebbe alla cronaca politica più che al discorso storico vero e proprio.
Parlando di Stalin e della Russia del suo tempo io ho cercato di mettere in risalto un elemento fondamentale: nel passaggio dalla fase pre-industriale (per brevità) a quella industriale/moderna non c'è stato un caso, un solo, i cui costi in termini di sofferenze per i popoli non sia stato enorme.
Abbiamo sotto gli occhi l'esempio della Cina moderna.
In altre parole, "l'industrializzazione accelerata" dell'Unione Sovietica negli anni '30 può essere paragonata all'Inghilterra della rivoluzione industriale ma non alla Germania nazista o all'Italia di Mussolini, questi erano paesi i quali avevano già raggiunto un livello di sviluppo, e di molto, post-"accumulazione originaria".
Non solo. Soltanto alcuni paesi hanno svolto il ruolo di "apri pista". L'Inghilterra per la rivoluzione industriale, la Francia per la Rivoluzione francese, Inghilterra -Spagna-Olanda-Francia e altri paesi europei per quanto riguarda la colonizzazione e la "civilizzazione" dei nuovi mondi.
Chi arrivò dopo trovo già la strada aperta avvantaggiandosi quali ultimi arrivati. Tra questi Germania e Italia che svilupparono le loro economie, come stati unitari, grazie ai rapporti, ai mercati esistenti, alle tecnologie introdotte, con gli altri paesi europei.
Se non fosse stato per le ideologie, quali il fascismo e il nazismo, questi due paesi non avrebbero, con tutta probabilità, fatto guerre una dopo l'altra.
Il sogno di un "posto al sole" era un pura velleità nel tempo in cui gli imperi coloniali erano ormai in crisi (a causa della prima guerra mondiale). Era solo l'ideologia, l'organizzazione del consenso, che spinse il regime fascista alle guerre coloniali e successivamente all'alleanza con la Germania nazista.
Cioè, Mussolini in quanto statista non ne azzeccò nemmeno una, portando l'Italia in una serie di alleanze che storicamente non erano negli interessi e nella tradizione dell'Italia.
Per la Germania nazista il discorso sarebbe ancora più semplice. Era pura ideologia razziale e violenta.
Invece Stalin non fece altro che, da una parte, perseguire i tradizionali interessi della Russia zarista e, dall'altra, fare quel grande balzo in avanti senza il quale la Russia sarebbe stata destinata a scomparire essendo l'ultimo paese europeo non industrializzato.
La particolarità consiste nel fatto che l'Unione Sovietica era completamente isolata, non poté usufruire di quelle relazioni e contesto che furono nella possibilità di Germania e Italia.
Se ancora la Russia è ancora oggi un grande paese che conta qualcosa a livello mondiale è anche grazie a Stalin ( sottolineo l' "anche"), mentre Germania e Italia sono quello che sono nonostante Hitler e Mussolini.
Allora inserire Stalin tra le "glorie" di un paese, al pari di Pietro il Grande, non è del tutto sbagliato.
In effetti, a distanza quasi novantanni, ormai tutta la storiografia è concorde nel sostenere che la strategia di Stalin, il cosiddetto "socialismo in un paese solo", fu quella giusta e vincente ai fini dell'industrializzazione del paese anche se tra i suoi costi ci fu quello di allontanarsi, nei metodi e nei fini, dalle idee originarie della rivoluzione bolscevica ( ma devo dire che su questo ultimo aspetto la valutazione invece è meno unanime).
Per quanto riguarda Mussolini è vero che non è stato tutto nero che abbia fatto cose positive per il paese,ecc. e questo vale per molti altri regimi dittatoriali/autoritari. Ma è altrettanto vero che le stesse cose sono state fatte, nello stesso periodo, in altri paesi che avevano altri tipi di regimi politici.
Voglio dire che le esperienze storiche non si valutano soltanto misurando le opere di "bene" e quelle di "male". Con un criterio simile non si andrebbe molto lontano.
Bisogna, per esempio, valutare quali sono stati i costi sociali e umani per ottenere certi risultati.
In ogni caso tutto questo apparterrebbe alla cronaca politica più che al discorso storico vero e proprio.
Parlando di Stalin e della Russia del suo tempo io ho cercato di mettere in risalto un elemento fondamentale: nel passaggio dalla fase pre-industriale (per brevità) a quella industriale/moderna non c'è stato un caso, un solo, i cui costi in termini di sofferenze per i popoli non sia stato enorme.
Abbiamo sotto gli occhi l'esempio della Cina moderna.
In altre parole, "l'industrializzazione accelerata" dell'Unione Sovietica negli anni '30 può essere paragonata all'Inghilterra della rivoluzione industriale ma non alla Germania nazista o all'Italia di Mussolini, questi erano paesi i quali avevano già raggiunto un livello di sviluppo, e di molto, post-"accumulazione originaria".
Non solo. Soltanto alcuni paesi hanno svolto il ruolo di "apri pista". L'Inghilterra per la rivoluzione industriale, la Francia per la Rivoluzione francese, Inghilterra -Spagna-Olanda-Francia e altri paesi europei per quanto riguarda la colonizzazione e la "civilizzazione" dei nuovi mondi.
Chi arrivò dopo trovo già la strada aperta avvantaggiandosi quali ultimi arrivati. Tra questi Germania e Italia che svilupparono le loro economie, come stati unitari, grazie ai rapporti, ai mercati esistenti, alle tecnologie introdotte, con gli altri paesi europei.
Se non fosse stato per le ideologie, quali il fascismo e il nazismo, questi due paesi non avrebbero, con tutta probabilità, fatto guerre una dopo l'altra.
Il sogno di un "posto al sole" era un pura velleità nel tempo in cui gli imperi coloniali erano ormai in crisi (a causa della prima guerra mondiale). Era solo l'ideologia, l'organizzazione del consenso, che spinse il regime fascista alle guerre coloniali e successivamente all'alleanza con la Germania nazista.
Cioè, Mussolini in quanto statista non ne azzeccò nemmeno una, portando l'Italia in una serie di alleanze che storicamente non erano negli interessi e nella tradizione dell'Italia.
Per la Germania nazista il discorso sarebbe ancora più semplice. Era pura ideologia razziale e violenta.
Invece Stalin non fece altro che, da una parte, perseguire i tradizionali interessi della Russia zarista e, dall'altra, fare quel grande balzo in avanti senza il quale la Russia sarebbe stata destinata a scomparire essendo l'ultimo paese europeo non industrializzato.
La particolarità consiste nel fatto che l'Unione Sovietica era completamente isolata, non poté usufruire di quelle relazioni e contesto che furono nella possibilità di Germania e Italia.
Se ancora la Russia è ancora oggi un grande paese che conta qualcosa a livello mondiale è anche grazie a Stalin ( sottolineo l' "anche"), mentre Germania e Italia sono quello che sono nonostante Hitler e Mussolini.
Allora inserire Stalin tra le "glorie" di un paese, al pari di Pietro il Grande, non è del tutto sbagliato.
In effetti, a distanza quasi novantanni, ormai tutta la storiografia è concorde nel sostenere che la strategia di Stalin, il cosiddetto "socialismo in un paese solo", fu quella giusta e vincente ai fini dell'industrializzazione del paese anche se tra i suoi costi ci fu quello di allontanarsi, nei metodi e nei fini, dalle idee originarie della rivoluzione bolscevica ( ma devo dire che su questo ultimo aspetto la valutazione invece è meno unanime).
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
Gli Stati con l' "economia che si riprende" (sempre se si riprende) ma che hanno i pensionati che raspano nei cassonetti, sono come un preservativo bucato: oltre a non servire a niente, sono il covo ignaro di quel che nascerà. E purtroppo la storia si ripete sempre. Le "scelte di Weimar" furono pannicelli caldi che garantirono una breve ripresa per una ristretta fetta di popolazione, seguita dal definitivo tracollo. La vera ripresa, è bene dirlo, si ebbe con baffetto, con metodi del tutto simili a baffone, ovvero a caro prezzo: mobilitazione di massa, sfruttamento coatto, prestiti a defict, imposizione di traguardi di produzione draconiani. E brutalità: ai lager di baffetto in Germania, con l'oro ebraico che prendeva il volo dalle dentiere, baffone rispondeva con il grano tolto agli ucraini che, battuti dalle guardie rosse se conservavano una spiga, si divoravano fra di loro. Cambiano le strategie, cambiano i metodi, ma le dinamiche sono sempre più o meno costanti.mchap ha scritto:Michele in quanto scrivi c'è una inesattezza storica. Quando Hitler andò al potere nel 1933 la crisi economica della Germania era ormai alle spalle da qualche anno. Fu la la repubblica di Weimar ad operare le scelte economiche e finanziarie necessarie a superare la crisi.
Con questo chiudo, le tematiche son interessanti ma preferisco gli orologi.
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
Ciao Mchap,
Gli orologi sono interessanti testimoni di una rivalutazione, arrivata alla fine sino qui da noi ,
di una figura che è stata mitizzata in vita e poi demonizzata appena il corpo si freddò.
Storicamente è un atteggiamento miope e vile. Ma io che sono un sognatore non riesco a digerirne
nessuno, di questi padri della patria, non riesco a scambiare i morti con i progressi......
Ciao ciao.
Gli orologi sono interessanti testimoni di una rivalutazione, arrivata alla fine sino qui da noi ,
di una figura che è stata mitizzata in vita e poi demonizzata appena il corpo si freddò.
Storicamente è un atteggiamento miope e vile. Ma io che sono un sognatore non riesco a digerirne
nessuno, di questi padri della patria, non riesco a scambiare i morti con i progressi......
Ciao ciao.
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
In realtà nemmeno io! e non considero Stalin nemmeno un padre della patria, però questo non mi impedisce di averne un idea da un punto di vista storico.S.P.K. ha scritto: non riesco a digerirne nessuno
Cerco sempre di fare una distinzione tra l'oggi e il passato.
Oggi noi possiamo parlarne in tutti i modi che si vuole ma la domanda che mi faccio sempre è: se fossi vissuto in quell'epoca cosa sarei stato? un inflessibile e coerente paladino delle libertà correndo tutti i rischi e pagandone tutti i costi oppure un fervente seguace degli ideali, tanto fedele quanto incapace di vedere ciò che accadeva attorno? oppure una semplice persona che cercava di passare la giornata sopravvivendo al meglio o il meno peggio possibile? o tante altre cose possibili.
Intendo dire che una cosa è la valutazione e la narrazione storica, altra è quella personale.
Noi viviamo qui, non in Siria o in Libia. Viviamo nelle nostre città abbastanza tranquille non in zone del paese dove la mafia condizione tutto.
Io posso dire tutto il male possibile della mafia, dire che va combattuta,ecc., ma se vivessi in quelle zone e fossi un piccolo commerciante, un disoccupato che cerca lavoro,ecc. posso essere sicuro che non cederei al ricatto, al sistema dei favori e tutto il resto?
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
Hai ragione, ed io non mi sento un eroe, a livello personale, putroppo .
Ma fra mia zia, deportata ad Auschwitz per aver nascosto una famiglia
di amici ebrei in cantina e mio nonno, alto grado repubblichino, non ho
fremiti nel giudicare ma nemmeno dubbi nel valutare, appunto,a titolo personale.
Parlavi di Libia, con la quale ho lavorato molto, e devo faticare a tacerne, meglio parlare di orologi,
per me oggi, anche se molti, anche in famiglia da me, discutono la mia scelta, un uomo degno di questo nome
si misura sulla sua sollecitudine verso i migranti.
Oggi almeno mi prendono meno per il culo, per i miei anni di impegno, (e quanti strela mi ci sarei potuto comprare )
quindi si, hai ragione appieno, la storia, oggettiva più che si può, è impegno imperativo di un uomo evoluto.
Ma il giudizio personale lo applico con la stessa severità di quanto chiedo a me stesso (e non sono affatto contento di
come sono, devo migliorare, e anche molto ) e questi padri della patria il vaglio non me lo passano
Non so se li indosserei, anche i dh mi restano nel cassetto......con tanti altri, lo so, sono un dissociato rompiballe.....
ciao ciao.
Ma fra mia zia, deportata ad Auschwitz per aver nascosto una famiglia
di amici ebrei in cantina e mio nonno, alto grado repubblichino, non ho
fremiti nel giudicare ma nemmeno dubbi nel valutare, appunto,a titolo personale.
Parlavi di Libia, con la quale ho lavorato molto, e devo faticare a tacerne, meglio parlare di orologi,
per me oggi, anche se molti, anche in famiglia da me, discutono la mia scelta, un uomo degno di questo nome
si misura sulla sua sollecitudine verso i migranti.
Oggi almeno mi prendono meno per il culo, per i miei anni di impegno, (e quanti strela mi ci sarei potuto comprare )
quindi si, hai ragione appieno, la storia, oggettiva più che si può, è impegno imperativo di un uomo evoluto.
Ma il giudizio personale lo applico con la stessa severità di quanto chiedo a me stesso (e non sono affatto contento di
come sono, devo migliorare, e anche molto ) e questi padri della patria il vaglio non me lo passano
Non so se li indosserei, anche i dh mi restano nel cassetto......con tanti altri, lo so, sono un dissociato rompiballe.....
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Re: Crono Poljot 3133 Stalin Russian Cronograph Poljot 1945-1995
Mica tanto in quanto a esser rompiballe credo di essere irraggiungibileS.P.K. ha scritto: lo so, sono un dissociato rompiballe.....
Anch'io li tengo nel cassetto. Acchiappati perché era un buon prezzo per un crono, non certo per Stalin.
(citavo la Libia per dire della situazione caotica che c'è oggi, lo stato islamico,ecc. noi qui abbiamo le nostre idee, comportamenti,ecc. ma se vivessimo lì...?)
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