Ricevo e volentieri diffondo il comunicato del Collettivo di Fabbrica di GKN, una realtà a pochi metri da casa mia; la faccenda mi tocca da vicino in quanto ho amici, conoscenti (e relative famiglie) che ci lavorano:
"Invitiamo la nostra famiglia allargata, realtà sociali, sindacali e personalità solidali, lavoratrici, lavoratori, scuole, università, artisti, ad approvare ordini del giorno, semplici messaggi social, fotografie di solidarietà alla lotta Gkn, esporre striscioni. Un solo grande messaggio "Giù le mani da Gkn", una fabbrica la cui dignità è a disposizione di un intero paese. Per la fabbrica pubblica e socialmente integrata. L’assemblea dei lavoratori Gkn chiede ad ogni organizzazione sindacale di indire azioni di sciopero utili a favorire la presenza di solidali di fronte ai cancelli Gkn a partire da domani lunedì 7 Novembre e per tutto il periodo necessario a impedire il grave attacco al presidio e all’assemblea permanente dei lavoratori. L'assemblea dei lavoratori Gkn dà mandato alla Rsu di indire un primo pacchetto di ore di sciopero da utilizzare per qualsiasi mansione interessata all’opera di smobilizzo materiali o di altre attività arrecanti danno al patrimonio societario e industriale dell’azienda".
La vertenza è nota in tutta Italia e si è aperta nel Luglio 2021, quando 422 lavoratori vennero licenziati tramite email, lo scorso 19 Gennaio in un tavolo al Ministero per lo sviluppo economico era stato siglato un accordo approvato dai lavoratori che prevedeva un percorso di rilancio industriale dell'impianto, ma ad oggi non solo non c'è accordo sul piano industriale ma neppure sulla cassa integrazione.
Negli ultimi giorni la trattativa ha vissuto ore drammatiche con operai e sindacati in attesa di certezze da parte della proprietà, soprattutto sul versante del piano industriale e della cassa integrazione e l'ombra della smobilitazione dei materiali dallo stabilimento di Campi Bisenzio che è iniziato questa mattina.
Aggiornamenti su https://www.controradio.it/gkn-appello- ... avoratori/
Giù le mani da GKN
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Giù le mani da GKN
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Re: Giù le mani da GKN
Se non sbaglio, lo stabilimento era anche "sano".
Un'altro caso Whirlpool.
Evviva evviva la globalizzazione.
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Re: Giù le mani da GKN
La storia si ripete uguale da almeno 30 anni. Ci sarebbe da chiedersi se in Francia ed in Germania succedano le stesse cose e, se non succedono, perchè.
Lo stabilimento Italtel dell'Aquila, enorme rispetto alle dimensioni della città (9000 dipendenti in una città di 68.000 abitanti) fu fatto a pezzi e venduto a diverse altre azienda, soprattutto multinazionali. I bocconi più grossi se li papparono la Siemens e la Marconi (britannica a dispetto del nome). Dopo un paio di anni lo stabilimento aquilano della Siemens (non solo stabilimento ma anche uffici di progettazione e laboratori di ricerca e sviluppo) fu premiato dai capintesta tedeschi perchè fra i più innovativi e performanti. I tecnici furono mandato per molto tempo in Portogallo, spesati e rimborsati anche del superfluo, per efficentare i locali stabilimenti come quelli dell'Aquila. Poi, un brutto giorno, a moltissimi dipendenti entrando in sede non si apriva il tornello. Pensando ad un malfunzionamento del sistema si recarono alla sorveglianza e lì presero il bsdge e diedero una lettera. Di licenziamento immediato "collettivo". Così, senza nessun preavviso né crisi produttiva o di mercato. Semplicemente in Portogallo avevano raggiunto gli standard desiderati e, siccome costavano di meno... La Marconi fortunatamente si comportò correttamente e ancora c'è, anche se da sempre si tratta di progettisti e ricercatori, senza operai.
La Honda invece si è comportata in maniera opposta: ha chiuso gli stabilimenti europei lasciando solo quello italiano e concentrando lì tutta la produzione.
Ma anche in questo caso non mancano i lati oscuri: la zona di Atessa e della Val di Sangro è una specie di zona franca sindacale, dove o ti adegui al volere dei padroni o vieni fatto fuori (in paio di casi anche letteralmente).
Non è un caso che ci producano i Fiorino e i Ducato per tutta l'Europa.
Lo stabilimento Italtel dell'Aquila, enorme rispetto alle dimensioni della città (9000 dipendenti in una città di 68.000 abitanti) fu fatto a pezzi e venduto a diverse altre azienda, soprattutto multinazionali. I bocconi più grossi se li papparono la Siemens e la Marconi (britannica a dispetto del nome). Dopo un paio di anni lo stabilimento aquilano della Siemens (non solo stabilimento ma anche uffici di progettazione e laboratori di ricerca e sviluppo) fu premiato dai capintesta tedeschi perchè fra i più innovativi e performanti. I tecnici furono mandato per molto tempo in Portogallo, spesati e rimborsati anche del superfluo, per efficentare i locali stabilimenti come quelli dell'Aquila. Poi, un brutto giorno, a moltissimi dipendenti entrando in sede non si apriva il tornello. Pensando ad un malfunzionamento del sistema si recarono alla sorveglianza e lì presero il bsdge e diedero una lettera. Di licenziamento immediato "collettivo". Così, senza nessun preavviso né crisi produttiva o di mercato. Semplicemente in Portogallo avevano raggiunto gli standard desiderati e, siccome costavano di meno... La Marconi fortunatamente si comportò correttamente e ancora c'è, anche se da sempre si tratta di progettisti e ricercatori, senza operai.
La Honda invece si è comportata in maniera opposta: ha chiuso gli stabilimenti europei lasciando solo quello italiano e concentrando lì tutta la produzione.
Ma anche in questo caso non mancano i lati oscuri: la zona di Atessa e della Val di Sangro è una specie di zona franca sindacale, dove o ti adegui al volere dei padroni o vieni fatto fuori (in paio di casi anche letteralmente).
Non è un caso che ci producano i Fiorino e i Ducato per tutta l'Europa.
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Re: Giù le mani da GKN
Il presidio di un centinaio di persone ha, per ora, fermato i camion pronti alla smobilitazione del sito produttivo.
Certo, serve a poco, però almeno attira l’attenzione su una situazione che coinvolge drammaticamente il territorio.
400 licenziamenti sono almeno 300 famiglie senza reddito o a reddito dimezzato, con quanto ne consegue per i singoli e per la società
Certo, serve a poco, però almeno attira l’attenzione su una situazione che coinvolge drammaticamente il territorio.
400 licenziamenti sono almeno 300 famiglie senza reddito o a reddito dimezzato, con quanto ne consegue per i singoli e per la società
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Re: Giù le mani da GKN
Ma la legge anti-delocalizzazioni tanto sbandierata che fine ha fatto? Ci si è resi conto che era un obbrobrio giuridico e se ne è andato in sordina?
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Re: Giù le mani da GKN
Avrebbe effetto se fosse emanata a livello europeo: chi delocalizza deve restituire i fondi ottenuti e soprattutto non ne potrà ottenere di nuovi. Ma non succederà mai, all'Europa dei popoli si è sostituita quella della finanza e dei prenditori.
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Re: Giù le mani da GKN
Tutto vero, ma è anche un discorso politico sociale: e d'altronde, la politica è uno specchio della società.
Penso ai cantieri Stx francesi: dovevano essere acquistati da Fincantieri.
Nessuno lì in Francia ha detto "è il mercato" o "per le regole europee non possiamo farci niente" .
I sindacati hanno protestato, la politica ha ascoltato/assecondato/colto l'occasione per bloccare la vendita, perché si temevano risvolti occupazionali.
È stato detto che alla fine l'acquisizione è saltata causa covid: non è vero, l'acquisizione non era voluta dalle autorità francesi ed infatti è stata ogni volta "posticipata" fino allo stop.
Mi risulta che la Francia sia nella UE quanto noi.
Qui?
Qui la Fiat è stata venduta ai francesi: perché sia chiaro, la Fiat è stata venduta ai francesi.
E tra gli azionisti francesi, una quota ( 6,5%) è statale ed hanno un rappresentante nel consiglio di amministrazione.
Se si dovrà scegliere tra il lasciare a casa un dipendente francese o uno italiano, chi sarà lasciato a casa?
E quando sarà qui si dirà: "è il mercato" , "il governo non può farci niente" .
Si doveva fare prima, ma per un motivo o l'altro a nessuno è interessato farlo.
E non temete, succederà anche questo: basti pensare alla filiera dei fornitori.
Le sinergie d'altronde perché si attuano?
Alla politica nostrana interessa solo salvare le aziende che sono bacini certi di voti per la specifica fazione politica si intesta il ruolo di salvatore: del bene del "paese" alla politica nostrana non interessa.
E le conseguenze sono un impoverimento del tessuto manifatturiero.
Penso ai cantieri Stx francesi: dovevano essere acquistati da Fincantieri.
Nessuno lì in Francia ha detto "è il mercato" o "per le regole europee non possiamo farci niente" .
I sindacati hanno protestato, la politica ha ascoltato/assecondato/colto l'occasione per bloccare la vendita, perché si temevano risvolti occupazionali.
È stato detto che alla fine l'acquisizione è saltata causa covid: non è vero, l'acquisizione non era voluta dalle autorità francesi ed infatti è stata ogni volta "posticipata" fino allo stop.
Mi risulta che la Francia sia nella UE quanto noi.
Qui?
Qui la Fiat è stata venduta ai francesi: perché sia chiaro, la Fiat è stata venduta ai francesi.
E tra gli azionisti francesi, una quota ( 6,5%) è statale ed hanno un rappresentante nel consiglio di amministrazione.
Se si dovrà scegliere tra il lasciare a casa un dipendente francese o uno italiano, chi sarà lasciato a casa?
E quando sarà qui si dirà: "è il mercato" , "il governo non può farci niente" .
Si doveva fare prima, ma per un motivo o l'altro a nessuno è interessato farlo.
E non temete, succederà anche questo: basti pensare alla filiera dei fornitori.
Le sinergie d'altronde perché si attuano?
Alla politica nostrana interessa solo salvare le aziende che sono bacini certi di voti per la specifica fazione politica si intesta il ruolo di salvatore: del bene del "paese" alla politica nostrana non interessa.
E le conseguenze sono un impoverimento del tessuto manifatturiero.
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Re: Giù le mani da GKN
finestraweb ha scritto: ↑10 nov 2022, 8:28 Tutto vero, ma è anche un discorso politico sociale: e d'altronde, la politica è uno specchio della società.
Penso ai cantieri Stx francesi: dovevano essere acquistati da Fincantieri.
Nessuno lì in Francia ha detto "è il mercato" o "per le regole europee non possiamo farci niente" .
I sindacati hanno protestato, la politica ha ascoltato/assecondato/colto l'occasione per bloccare la vendita, perché si temevano risvolti occupazionali.
È stato detto che alla fine l'acquisizione è saltata causa covid: non è vero, l'acquisizione non era voluta dalle autorità francesi ed infatti è stata ogni volta "posticipata" fino allo stop.
Mi risulta che la Francia sia nella UE quanto noi.
Qui?
Qui la Fiat è stata venduta ai francesi: perché sia chiaro, la Fiat è stata venduta ai francesi.
E tra gli azionisti francesi, una quota ( 6,5%) è statale ed hanno un rappresentante nel consiglio di amministrazione.
Se si dovrà scegliere tra il lasciare a casa un dipendente francese o uno italiano, chi sarà lasciato a casa?
E quando sarà qui si dirà: "è il mercato" , "il governo non può farci niente" .
Si doveva fare prima, ma per un motivo o l'altro a nessuno è interessato farlo.
E non temete, succederà anche questo: basti pensare alla filiera dei fornitori.
Le sinergie d'altronde perché si attuano?
Alla politica nostrana interessa solo salvare le aziende che sono bacini certi di voti per la specifica fazione politica si intesta il ruolo di salvatore: del bene del "paese" alla politica nostrana non interessa.
E le conseguenze sono un impoverimento del tessuto manifatturiero.
Già hanno cominciato: nel luglio 2020 FCA ha inviato una lettera ai propri fornitori chiedendo di interrompere le attività di sviluppo sulla componentistica da destinare a modelli di segmento B. Hanno deciso di usare solo piattaforme PSA, che effettivamente sono più avanzate, ma solo grazie agli Elkan e mr. maglioncino, che hanno distrutto la R&D Fiat (che è quella che a tutt'oggi ha vinto più premi di "auto dell'anno", l'ultima è stata la 500).