Attualità politica (cane contro cane)
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Avrei voluto evitare ma tocca parlarne.
Dopo l'arresto di Mattia Messina Denaro si sta cercando di mettere mano al suo archivio (si dice comprenda anche quello di Totò Riina) e alla rete dei suoi fiancheggiatori. Penso che si troverà ben poco, ma spero di sbagliarmi.
Dopo l'arresto di Mattia Messina Denaro si sta cercando di mettere mano al suo archivio (si dice comprenda anche quello di Totò Riina) e alla rete dei suoi fiancheggiatori. Penso che si troverà ben poco, ma spero di sbagliarmi.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Ma davvero pensano che avesse un archivio? Questi sono addestrati fin da picciliddri a tenere tutto in testa. "Uomini d'onore" non è solo un eufemismo, si basa tutto sulla parola.ale9191 ha scritto: ↑18 gen 2023, 21:30 Avrei voluto evitare ma tocca parlarne.
Dopo l'arresto di Mattia Messina Denaro si sta cercando di mettere mano al suo archivio (si dice comprenda anche quello di Totò Riina) e alla rete dei suoi fiancheggiatori. Penso che si troverà ben poco, ma spero di sbagliarmi.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Anche esistesse/fosse esistito, non mi aspetto che porterà a grandi scoperte.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Compagno Wladimiro, l'ultimo operaio dirigente: "Il Pd si è imborghesito"
https://www.repubblica.it/politica/2023 ... 0-P3-S1-T1
C'era bisogno di un articolo ad hoc per capirlo!
Una ricerca interna al partito rivela che in tutto il Sud sono solo tre i responsabili locali che svolgono lavori manuali. Ecco le loro storie
Mi chiamo Wladimiro, nel nome c'è il mio destino. Sono cresciuto in una famiglia comunista. Papà era minatore, a Marcinelle, poi tornò al paese, a Mendicino, in Calabria, e trovò nella sede del partito le risposte alle domande che lo tormentavano". Wladimiro Parise, 50 anni, netturbino a Montalto Uffugo, operaio dirigente del Pd. Dice: "Sono ancora indeciso tra Elly Schlein e Gianni Cuperlo, ma è davvero l'ultima opportunità che do a un mondo a cui ho regalato l'anima e che da troppo tempo si è dimenticato di quelli come noi: i moderni proletari".
Quelli come Parise sono mosche bianche nel Partito democratico. In tutto il Sud come lui ve ne sono appena altri due. Tre quadri che provengono dalla classe operaia. Lo ha scoperto il responsabile organizzazione del Pd nel Sud e isole, Eugenio Marino. Voleva capire da chi era formata la classe dirigente nelle regioni su cui ha giurisdizione: Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. Non c'era una banca dati. Ha chiesto i dati, titolo di studio e professione, dei 1969 dirigenti che ricoprono una qualche responsabilità: gli hanno risposto in 1026, il 52,1 per cento. Una quota comunque sufficiente per fotografare una tendenza.
Cosa è venuto fuori? Il 75 per cento ha la laurea. Quasi uno su cinque è avvocato. "Vi è una sotto-rappresentanza dei lavoratori manuali talmente accentuata da configurare quasi una rimozione. Non esistono, di fatto, dirigenti, o parlamentari, locali che svolgano lavori manuali quali muratori o manovali in genere. Eppure il lavoro fatto con le mani non è scomparso", chiosa Marino.
Il compagno Wladimiro per cinque anni, dal 2017 al 2022, è stato segretario della sezione di Casali del Manco, quasi diecimila abitanti, a un tiro di schioppo da Cosenza. "Non mi sono ricandidato. E dopo di me è arrivato un avvocato. Un'ottima persona. Ma il Pd si è imborghesito", dice senza mezzi termini. "Tra i miei colleghi e amici in tanti da ragazzi votavano Pci o Psi, ora sostituti da Cinqustelle e destra. La nostra sezione è di proprietà, ma è quasi sempre vuota. Mio padre ci trovò i libri che non aveva avuto a casa, lasciò la scuola dopo la quinta elementare. In sezione si studiavano i problemi, e si trovavano le soluzioni. Anche il tesseramento in larga parte è un affare di famiglia. Si fanno tot tessere tra i parenti per contare, e magari poi esprimere il figlio come successore".
Parise fa parte dell'assemblea regionale ed è membro della segreteria di Casali del Manco. È ascoltato? "Sì, sono molto rispettato. Ma io mangio pane e politica sin da bambino".
Gli operai però non votano quasi più per il Pd, che è diventato il partito di quelli che ce l'hanno fatta. Ci sono fior di ricerche a dimostrarlo. "Infatti non li trovi nelle nostre riunioni di dirigenti", dice Marino. Anche lui è calabrese, di Crotone. Ha 50 anni. Ma la classe operaia, seppur mutata, non è scomparsa, potrebbe rappresentare un giacimento. "A Villa San Giovanni i portuali vengono alle manifestazioni di partito, e a Melfi i metalmeccanici, ma meno di quanti me ne aspetterei. Perché sono sottorappresentati? Il partito fatica a formarli come dirigenza, non funge più da scuola. L'operaio non va avanti. L'incontro non avviene più".
Non c'è neanche più la generazione di Emanuele Macaluso, o di Giuseppe Di Vittorio, maestri di politica forgiati nelle lotte dei braccianti. Figure che univano visione e realismo, e sapevano che la fatica, nella polvere del Meridione, doveva essere quotidiana. Era un lavoro umile. "Le scuole politiche non si usano più, erano un nostro punto di forza" sospira Parise. "Oggi i nostri dirigenti - ragiona Marino - non somigliano ai blocchi sociali che vogliono rappresentare. La rimozione di interi pezzi di società dalla vita del partito è il frutto avvelenato del progressivo disinvestimento nella formazione delle classi dirigenti". "Così molti non votano nemmeno più", dice dal suo osservatorio Parise.
"La gente si è disinnamorata della politica", osserva Elisabetta Loi, 40 anni, vicesindaco di Pula, in Sardegna. Ex operaia da poco. È una dei tre. Ma proprio di recente è stata promossa in amministrazione nel vivaio dove lavora da anni. Fa parte dell'assemblea regionale del Pd. "Non si riesce più come una volta a mobilitare le persone. E nemmeno a comunicare. Siamo invece bravi a chiuderci tra noi, a ragionare, ad analizzare, dimenticandoci spesso di rapportarci con la gente". Nemmeno Loi ha scelto per chi votare alle primarie. "Vediamo", risponde con diplomazia.
Marino il suo studio l'ha mandato al segretario Enrico Letta, ai due vice, Giuseppe Provenzano ed Irene Tinagli, e ai quattro candidati che corrono per la segreteria: Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli. "Serve aprire una riflessione", è il suo auspicio. E se fosse troppo tardi? Il compagno Parise soffre. "Questa nostra terra vide la prima donna sindaca nel Sud, Rita Pisano a Pedace. Qui venne nascosto, durante la guerra, Pietro Ingrao, era uno di noi Fausto Gullo, il padre della riforma agraria. E mio papà mi chiamò come Lenin. Eravamo rossi. Oggi gli ultimi guardano a destra".
Emblematica questa frase: Non c'è neanche più la generazione di Emanuele Macaluso, o di Giuseppe Di Vittorio, maestri di politica forgiati nelle lotte dei braccianti.
Adesso c'è la Bellanova, c'è bisogno di aggiungere altro?
https://www.repubblica.it/politica/2023 ... 0-P3-S1-T1
C'era bisogno di un articolo ad hoc per capirlo!
Una ricerca interna al partito rivela che in tutto il Sud sono solo tre i responsabili locali che svolgono lavori manuali. Ecco le loro storie
Mi chiamo Wladimiro, nel nome c'è il mio destino. Sono cresciuto in una famiglia comunista. Papà era minatore, a Marcinelle, poi tornò al paese, a Mendicino, in Calabria, e trovò nella sede del partito le risposte alle domande che lo tormentavano". Wladimiro Parise, 50 anni, netturbino a Montalto Uffugo, operaio dirigente del Pd. Dice: "Sono ancora indeciso tra Elly Schlein e Gianni Cuperlo, ma è davvero l'ultima opportunità che do a un mondo a cui ho regalato l'anima e che da troppo tempo si è dimenticato di quelli come noi: i moderni proletari".
Quelli come Parise sono mosche bianche nel Partito democratico. In tutto il Sud come lui ve ne sono appena altri due. Tre quadri che provengono dalla classe operaia. Lo ha scoperto il responsabile organizzazione del Pd nel Sud e isole, Eugenio Marino. Voleva capire da chi era formata la classe dirigente nelle regioni su cui ha giurisdizione: Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. Non c'era una banca dati. Ha chiesto i dati, titolo di studio e professione, dei 1969 dirigenti che ricoprono una qualche responsabilità: gli hanno risposto in 1026, il 52,1 per cento. Una quota comunque sufficiente per fotografare una tendenza.
Cosa è venuto fuori? Il 75 per cento ha la laurea. Quasi uno su cinque è avvocato. "Vi è una sotto-rappresentanza dei lavoratori manuali talmente accentuata da configurare quasi una rimozione. Non esistono, di fatto, dirigenti, o parlamentari, locali che svolgano lavori manuali quali muratori o manovali in genere. Eppure il lavoro fatto con le mani non è scomparso", chiosa Marino.
Il compagno Wladimiro per cinque anni, dal 2017 al 2022, è stato segretario della sezione di Casali del Manco, quasi diecimila abitanti, a un tiro di schioppo da Cosenza. "Non mi sono ricandidato. E dopo di me è arrivato un avvocato. Un'ottima persona. Ma il Pd si è imborghesito", dice senza mezzi termini. "Tra i miei colleghi e amici in tanti da ragazzi votavano Pci o Psi, ora sostituti da Cinqustelle e destra. La nostra sezione è di proprietà, ma è quasi sempre vuota. Mio padre ci trovò i libri che non aveva avuto a casa, lasciò la scuola dopo la quinta elementare. In sezione si studiavano i problemi, e si trovavano le soluzioni. Anche il tesseramento in larga parte è un affare di famiglia. Si fanno tot tessere tra i parenti per contare, e magari poi esprimere il figlio come successore".
Parise fa parte dell'assemblea regionale ed è membro della segreteria di Casali del Manco. È ascoltato? "Sì, sono molto rispettato. Ma io mangio pane e politica sin da bambino".
Gli operai però non votano quasi più per il Pd, che è diventato il partito di quelli che ce l'hanno fatta. Ci sono fior di ricerche a dimostrarlo. "Infatti non li trovi nelle nostre riunioni di dirigenti", dice Marino. Anche lui è calabrese, di Crotone. Ha 50 anni. Ma la classe operaia, seppur mutata, non è scomparsa, potrebbe rappresentare un giacimento. "A Villa San Giovanni i portuali vengono alle manifestazioni di partito, e a Melfi i metalmeccanici, ma meno di quanti me ne aspetterei. Perché sono sottorappresentati? Il partito fatica a formarli come dirigenza, non funge più da scuola. L'operaio non va avanti. L'incontro non avviene più".
Non c'è neanche più la generazione di Emanuele Macaluso, o di Giuseppe Di Vittorio, maestri di politica forgiati nelle lotte dei braccianti. Figure che univano visione e realismo, e sapevano che la fatica, nella polvere del Meridione, doveva essere quotidiana. Era un lavoro umile. "Le scuole politiche non si usano più, erano un nostro punto di forza" sospira Parise. "Oggi i nostri dirigenti - ragiona Marino - non somigliano ai blocchi sociali che vogliono rappresentare. La rimozione di interi pezzi di società dalla vita del partito è il frutto avvelenato del progressivo disinvestimento nella formazione delle classi dirigenti". "Così molti non votano nemmeno più", dice dal suo osservatorio Parise.
"La gente si è disinnamorata della politica", osserva Elisabetta Loi, 40 anni, vicesindaco di Pula, in Sardegna. Ex operaia da poco. È una dei tre. Ma proprio di recente è stata promossa in amministrazione nel vivaio dove lavora da anni. Fa parte dell'assemblea regionale del Pd. "Non si riesce più come una volta a mobilitare le persone. E nemmeno a comunicare. Siamo invece bravi a chiuderci tra noi, a ragionare, ad analizzare, dimenticandoci spesso di rapportarci con la gente". Nemmeno Loi ha scelto per chi votare alle primarie. "Vediamo", risponde con diplomazia.
Marino il suo studio l'ha mandato al segretario Enrico Letta, ai due vice, Giuseppe Provenzano ed Irene Tinagli, e ai quattro candidati che corrono per la segreteria: Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli. "Serve aprire una riflessione", è il suo auspicio. E se fosse troppo tardi? Il compagno Parise soffre. "Questa nostra terra vide la prima donna sindaca nel Sud, Rita Pisano a Pedace. Qui venne nascosto, durante la guerra, Pietro Ingrao, era uno di noi Fausto Gullo, il padre della riforma agraria. E mio papà mi chiamò come Lenin. Eravamo rossi. Oggi gli ultimi guardano a destra".
Emblematica questa frase: Non c'è neanche più la generazione di Emanuele Macaluso, o di Giuseppe Di Vittorio, maestri di politica forgiati nelle lotte dei braccianti.
Adesso c'è la Bellanova, c'è bisogno di aggiungere altro?
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
A Leinì una dipendente è stata demansionata e licenziata a seguito di una maternità dopo 18 anni di lavoro.
Ovviamente in un'azienda privata.
Ma la priorità politica è che anche le coppie LGBT+ possano avere i figli.
Se fai notare l'incongruenza, ti si dice che "bisogna fare entrambe le cose (garantire la maternità a tutti)" o ti prendono per contrario ai diritti dei LGBT+.
Ignorano che non ha senso promettere nuovi diritti, quando non sai garantire quelli già esistenti: detto meglio, dimostrano di non avere conoscenza dell'ambiente in tante realtà private a cui evidentemente non appartengono, ma a cui poi chiedono il voto.
Ovviamente in un'azienda privata.
Ma la priorità politica è che anche le coppie LGBT+ possano avere i figli.
Se fai notare l'incongruenza, ti si dice che "bisogna fare entrambe le cose (garantire la maternità a tutti)" o ti prendono per contrario ai diritti dei LGBT+.
Ignorano che non ha senso promettere nuovi diritti, quando non sai garantire quelli già esistenti: detto meglio, dimostrano di non avere conoscenza dell'ambiente in tante realtà private a cui evidentemente non appartengono, ma a cui poi chiedono il voto.
"Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre" - Albert Einstein
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Quelle realtà e quei problemi li conoscono ma non gliene frega niente, hanno altre priorità.finestraweb ha scritto: ↑31 gen 2023, 12:36 A Leinì una dipendente è stata demansionata e licenziata a seguito di una maternità dopo 18 anni di lavoro.
Ovviamente in un'azienda privata.
Ma la priorità politica è che anche le coppie LGBT+ possano avere i figli.
Se fai notare l'incongruenza, ti si dice che "bisogna fare entrambe le cose (garantire la maternità a tutti)" o ti prendono per contrario ai diritti dei LGBT+.
Ignorano che non ha senso promettere nuovi diritti, quando non sai garantire quelli già esistenti: detto meglio, dimostrano di non avere conoscenza dell'ambiente in tante realtà private a cui evidentemente non appartengono, ma a cui poi chiedono il voto.
Le cosiddette battaglie civili sono solo la foglia di fico con cui cercano di nascondere il fatto che ormai sono come i democratici americani: moderati di destra.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Autonomia differenziata, il Cdm approva il ddl: la diretta. Meloni: "Coerenti con mandato dei cittadini". Salvini: "Altra promessa mantenuta".
A 'sto punto io mi domando: Gli utili dell'ENI, che provengono dai pozzi al sud e dalle raffinerie al sud, vanno al sud o alla regione dove c'è la sede legale?
Gli utili delle aziende settentrionali (quasi tutte) che vendono in tutta italia, verranno equamente suddivisi fra le varie regioni o andranno alla regione dove hanno sede legale?
Ma i meridionali che hanno votato questi criminali, sono capaci di collegare e far funzionare insieme almeno due neuroni?
Intanto il parlamento si accapiglia per Cospito...
A 'sto punto io mi domando: Gli utili dell'ENI, che provengono dai pozzi al sud e dalle raffinerie al sud, vanno al sud o alla regione dove c'è la sede legale?
Gli utili delle aziende settentrionali (quasi tutte) che vendono in tutta italia, verranno equamente suddivisi fra le varie regioni o andranno alla regione dove hanno sede legale?
Ma i meridionali che hanno votato questi criminali, sono capaci di collegare e far funzionare insieme almeno due neuroni?
Intanto il parlamento si accapiglia per Cospito...
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Intanto, niente video di Zelensky a Sanremo. Posso dire alleluia?
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Trovo tutto ipocrita.
"Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre" - Albert Einstein