Questo è interessante ma mi sembra la conferma della mia premessa: oggi come oggi i vantaggi ed i risparmi consentiti dalla tecnologia vanno a beneficio solo del capitale: si produce di più spendendo meno e lavoratori a spasso (Italia o Spagna poco cambia) e chi lavora è tenuto per le palle...wilcoyote ha scritto:Dipende dal tipo di azienda: se la componente umana è preponderante rispetto a quella "meccanizzata" c'è poco da ridurre.ale9191 ha scritto: 6 gen 2020, 9:49 A me questa cosa dei 4 giorni di lavoro a settimana mi ha sempre fatto sorridere.
Chiedete alla Ferrero di Alba se è per loro un’opzione percorribile![]()
Purtroppo in Italia la componente umana è quasi sempre preponderante, perché non sono non si è rinnovata la tecnologia, ma nemmeno i processi! Pensate che il magazzino di una nota fabbrica di una multinazionale giapponese fino ad un paio di anni fa non era nemmeno automatizzato; per es. i pezzi non erano identificati con un codice a barre per mezzo del quale aggiornare velocemente e con pochi errori la disponibilità di magazzino - e conseguentemente programmare l'alimentazione delle linee di produzione: il codice c'era ma andava riportato manualmente su un foglio excel, ed era necessario ricontrollare tre volte per evitare errori anche molto costosi. Quindi in magazzino lavoravano a tempo pieno il triplo delle persone necessarie. Quando la direzione della casa madre decise di mandare a ramengo il management italiano, sostituendolo con quello giapponese, fortunatalente non ridussero il personale, ma chiusero un altro stabilimento in Spagna perché quello italiano, semplicemente riorganizzado i processi e con investimenti minimi in aggiornamenti tecnologici, era in grado di soddisfare la richiesta. Ah, sapete perché scelsero l'Italia e non la Spagna? Perché nello stabilimento italiano vigeva (e vige ancora) una specie di pax mafiosa, è zona franca rispesso ai diritti sindacali.
Anche i sindacalisti sono di fatto al soldo, se non direttamente della multinazionale, dei suoi tirapiedi: se qualcuno sgarra non paga con la vita, ma con l'ostracizzazione che arriva fino ad un vero e proprio sabotaggio sistematico (anche amministrativo, con accertamenti, ritardi ad hoc nelle pratiche ecc.) nell'intero terrorio: deve trasferirsi in un'altra regione per poter campare.
Inutile dire che in quell'azienda il ricorso al mobbing è la regola piuttosto che l'eccezione (ma son giapponesi, per la loro cultura non è nemmeno mobbing, mentre si sa che nello stabilimento spagnolo i giapponesi avevano vita difficile).
Anche questo significa essere arretrati.
Come si può cambiare questa situazione dovrebbe essere in cima ai pensieri della sinistra
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