Per Armando Cossutta non provo nulla, non mi suscita emozioni, sentimenti o idee, se non quelle che si possono avere per ogni persona che è vissuta nella sua epoca. Se non fosse per la sua critica alla "strappo" di Berlinguer Cossutta non avrebbe avuto al notorietà che ha poi avuto.
Una vita interna al PCI, una ortodossia per me incomprensibile. Nulla di paragonabile ai vari Umberto Terracini, Aldo Natoli, Camilla Ravera, Giorgio Amendola, solo per ricordarne alcuni, diversi tra loro e di quelli direttamente impegnati in politica, altrimenti dovrei aggiunger Franco Venturi, Norberto Bobbio e tanti altri.
Costoro erano capaci di avere spirito critico e apertura mentale. Furono sempre minoranza ma dei giganti in confronto ai grigi e ortodossi burocrati di partito.
Forse non ne conosco a sufficienza la biografia personale ma a me sembra che Armando Cossutta sia un un buon esempio di un certo modo di intendere l'essere di sinistra o "comunisti": sdraiati sulla linea.
Come era possibile, nel 1982, criticare il Berlinguer che finalmente affermava la fine della spinta propulsiva della società nata dalla rivoluzione del 1917?
Una breve sintesi
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... eznev.html
Una strada lunga e tortuosa, storicamente comprensibile per chi gestiva un partito di massa che doveva rimettere in discussione momenti importanti della proprio storia.
Ma finalmente c'erano arrivati.
Io non ho mai "creduto", sono stato fortunato e forse ho avuto la capacità, o semplicemente la sorte, di trovarmi dei buoni maestri. A quelli citati sopra aggiungo Bertrand Russel, Isaac Deutscher, Arthur Koestler e tanti altri.
In tempi di fidesimi assoluti, di credenze granitiche, di sbandamenti auto-esaltanti quanto auto-assolutori, per me è stata una fortuna. La più grande che ho avuto nella mia vita.
Non mi sono mai piaciuti gli uomini di apparato, burocrati, carriere esclusivamente all'interno di un partito, incapaci di rischiare scegliendo la libertà di pensiero rifugiandosi sempre nelle sicurezze delle verità rivelate e assolute.
E Armando Cossutta era uno di questi. Se qualcuno ricorda un suo scritto teorico degno di nota, una sua presa di posizione di un qualche coraggio, che me lo ricordi pure. Io non ne conosco.
Cane ha scritto:
La logica evoluzione del vecchio comunismo (tutto statale, demagogia in abbondanza, siamo tutti uguali, se ho due radio-room uno e' mio e uno e' tuo...
) e' la moderna socialdemocrazia che e' piu' equilibrata...
A Ca', anzi a Caneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
, ma 'sta concezione del comunismo da dove ti viene? questa era la vulgata di comodo degli anticomunsiti di sempre.
Cane ha scritto:
Vista adesso sono contentissimo che il partito comunista non abbia mai vinto e siamo rimasti nel mondo occidentale, vista anche la fine
che hanno fatto loro stessi...
E questa è un altra grande illusione. Il mito del "pericolo comunista" se il PCI fosse entrato nell'area di governo fu una pura invenzione di chi non voleva che l'Italia cambiasse mettendosi al passo con le democrazie moderne.
Nel 1976 Berlinguer "«Io voglio che l’Italia non esca dal Patto atlantico“ anche per questo e non solo perché la nostra uscita sconvolgerebbe l’equilibrio internazionale. Mi sento più sicuro stando di qua, sotto l’ombrello della NATO, ma vedo che anche di qua ci sono seri tentativi di limitare la nostra autonomia». "
Una affermazione del genere era solo la formalizzazione di scelte politiche maturate nei decenni precedenti.
Tutti, ma proprio tutti, i problemi che abbiamo oggi sono dovuti a questa mancanza di alternativa che ha incancrenito e fossilizzato il sistema politico del nostro paese.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)