Cane ha scritto:
C'e' pero' da dire che anche il prezzo del mercato non e' costante, anzi...
Quando era ricercatissimo costava (anche se il tuo e' un esempio estremo) più degli altri...
Adesso e' meno richiesto e costa come gli altri, rispetto ad alcuni forse anche di meno...
E c'era chi avendo un piccolo lotto li pompava a destra e a manca, per non parlare di chi se lo voleva togliere di torno guadagnandoci eccessivamente, è la solita storia. Per questo ho sempre ritenuto che fosse necessario escludere dai forum chi aveva soprattutto interessi di vendita e invitare chiunque di noi a non aprire post o intervenire in discussioni riguardanti orologi che si aveva in vendita.
In passato parlare del DS come stiamo facendo ora, ridimensionandolo da tutti i punti di vista, scatenava polemiche e ti sentivi dare dell'ipocrita e di anche di molto peggio.
In un orologio ognuno di noi può vederci quello che vuole, è il punto di vista soggettivo, ma esiste anche quello oggettivo e i due non sempre coincidono.
In un epoca di euforia gorbacioviana, crollo del muro, fine della guerra fredda, gli orologi ispirati da tale clima si sprecavano.
Quelli con Papa Wojtila, con Gorbaciov, Gorbaciov e Bush, coca-cola, bandiere americane e russe (URSS), Mosca qua Tokyo la. Se li mettiamo tutti assieme e nel mucchio ci mettiamo anche il DS esso si mischierà nel clima di tutti gli altri.
Dov'è allora la differenza? il "militare", l'idea che fosse un orologio per i militari impiegati in quella guerra. E' stato a lungo pompato in questo modo. Se non fosse stato per questo sarebbe stato visto solo nel contesto descritto sopra ed è quello che mi sono sempre sforzato di fare.
Sul DS ho già detto quello che c'era da dire ricordando anche la richiesta di informazioni al quotidiano dell'esercito USA di due militari americani impegnati in Desert Storm, con tanto di nome e reparto, per avere informazioni su dove acquistare l'orologio che il giornale aveva presentato pochi giorni prima.
Ho ricordato anche che negli USA ci furono almeno novanta aziende che chiesero di produrre gadgets relativi, e in contemporanea, alla guerra. Un elenco lunghissimo, dai giocattoli agli occhiali da sole. Era la tradizione.
Me sa che è venuto il momento di rimettere questo materiale in unico post. Avevo preparato il post già un paio di anni fa, ma era appunto uno di quei momenti in cui gli azzeccagarbugli di sempre rompevano (come sempre
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).
Riguardo a quella guerra con il senno di poi oggi si può dire solo una cosa: siamo in guerra da allora. Quella guerra, per le sue motivazioni reali e per come è stata gestita, è all'origine della situazione attuale.
Per il solo Iraq il bilancio è di un milione di morti. Un milione.
Non ho nulla contro i militari, non sono anti-militarista senza se e senza ma, però le imprese militari non mi hanno mai esaltato o entusiasmato. Quei bombardieri, quei tornado, anche i nostri, hanno causato distruzione e morte soprattutto tra i civili. Il nerbo dell'esercito di Saddam venne intaccato solo parzialmente, come si è visto poi.
I militari, i piloti, ecc. possono essere bravi quanto vogliamo ma il loro lavoro è portare distruzione per un nostro, presunto, tornaconto.
C'è poco da entusiasmarsi. Il farloo è come minimo un atteggiamento infantile. La guerra come film d'azione, i top guns, gli eroi.
No. Non c'è eroismo nella guerra, non c'è "fighismo". C'è solo il peggio dell'uomo.
Quindi visto oggi il DS ha poco o nulla da dire eccetto una cosa e si tratta di un discorso tutto interno ad una logica collezionistica. Un orologio come gli altri rappresentativi dell'euforia gorbacioviana, fine guerra fredda,ecc.
Per questo a me non non ha mai fatto né caldo né freddo che ci fosse la bandiera USA, sta anche in altri orologi. Li producevano, li metti in collezione e tutti finisce qui.
Come dico sempre: macchie di colore.
finestraweb ha scritto:
3) sgancio carico bellico
Bell'eufemismo, "sgancio carico bellico". Erano per caso bombe, missili, proiettili, cose del genere o che altro?
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)