Ineccepibile! proprio per questo starsela a menare sul russi o non russi è fuori luogo, per me è roba del mondo di oggi. Le distinzioni sul "made qui o là" si potevano fare ancora un venti-trenta anni fa ma oggi hanno poco senso.cuoccimix ha scritto:Un Hamilton rimane un Hamilton, anche se la cassa è asiatica e il movimento parzialmente swiss-made. Occorre abituarsi a quest'idea, pur sapendo che di americano sopra non c'è praticamente nulla.
Si andrà avanti per luoghi comuni: italiano, spagnolo, tedesco ecc., con l'annullamento degli stati nazionali e la neutralizzazione delle identità, saranno solo convenzioni locali di tipo linguistico o di costume, in realtà annacquati e amalgamati nel meltin pot generale. Il Made in Italy sarà (in realtà è già) destinato solo alle produzioni per cui l'elemento "caratterizzante" è fondamentale, quindi destinato a un consumo di lusso.
Cibo, abiti, veicoli. Le famose "eccellenze". E tutti gli altri?
Mangeranno cibi OGM, vestiranno abiti cinesi, eccetera. La bandierina tricolore appiccicata sopra servirà solo a rendere meno indolore il passaggio, e lo stesso varrà per tutti gli altri prodotti di altre (future ex) nazioni, in nome di un'ideologia folle che mescola universalismo di sinistra e ultraliberismo di destra.
Non è un caso che l'industria degli orologi è stata una della prima a globalizzarsi, un processo avviato con decisione e rapidità sin dagli anni '80.
Per per dare un senso alle cose, e al parlare, queste vanno descritte per quel che sono: o è un Parmigiano Reggiano lavorato in Italia e fatto con latte italiano, il prodotto di una antica tradizione e cultura, o altrimenti è... un Wostok Europe:lol: , cioè uno come tanti altri, al di là del "made" scritto sull'etichetta.