Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

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DaniLao
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da DaniLao »

Contestualizzato così capisco meglio questo topic, grazie, è la curva dei tifosi israeliani, ecco perché è pericoloso intervenire
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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mchap
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da mchap »

Dani, detto di tutto cuore: cerca de anda' a quel.....
Come al solito te la canti e te la suoni, da bravo politico manipoli e distorci i fatti a tuo comodo.

Ho pubblicato quattro articoli-intervista di cui lo stesso Willcoyote ha detto che Israele non ne esce bene. Proprio da curva filo-israeliana.
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wilcoyote
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da wilcoyote »

mchap ha scritto: 16 mag 2021, 18:19 Dani, detto di tutto cuore: cerca de anda' a quel.....
Come al solito te la canti e te la suoni, da bravo politico manipoli e distorci i fatti a tuo comodo.

Ho pubblicato quattro articoli-intervista di cui lo stesso Willcoyote ha detto che Israele non ne esce bene. Proprio da curva filo-israeliana.
E tuttavia, caro Antonio, l'impressione che dai è proprio quella che dice Dani. Nulla di male, fortunatamente viviamo (ancora) in un Paese dove la libertà di parola e di pensiero è ancora ammessa.

Toh che ho trovato! (oggi ho tempo da perdere): http://www.disinformazione.it/Israele_barnard.htm

https://newsoftheworldnews.wordpress.co ... hie-bugie/

https://www.huffpost.com/entry/reigniti ... d_b_155611

Mentre qui c'è la risposta, documentata, all'articolo dell'Huffington Post che ho riportato qualche post fa.
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mchap
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da mchap »

Willcoyote, se dai una guardata al topic sin dalla prima pagina vedrai che è tutto un susseguirsi di spunti informativi, miei e di altri.

Quello che non riesco proprio a sopportare è quando si comincia a parlare con argomenti come se fossimo al bar, some se si trattasse di Roma-Lazio.
L'ho detto chiaramente tante volte, io ritengo che sia inutile, anzi è dannoso, fare i filopalestinesi o filoisraeliani sfegatati. Noi qui possiamo e dobbiamo aver e la forza di agire politicamente sui nostri governanti perché intraprendano azioni incisive verso le parti in causa. Il che significa, oggi, in primo luogo verso Turchia,Qatar e Iran. Ok, poi ognuno ha la sua.

Detto questo, dico pure che qui sono praticamente il solo a cercare di sostenere le ragioni di Israele e quindi lo faccio con convinzione e con forza.
Per contro se fossi circondato :) da "sfegatati filo-israeliani" userei argomenti moooolto diversi. Ad ognuno il suo.


Per quanto riguarda gli articoli che hai proposto. Paolo Barnard non lo ritengo una persona equilibrata, per usare un eufemismo. Non so che posizione abbia e non mi interessa saperlo. Dopo che l'ho sentito parlare più volte alla trasmissione di Paragone ho sviluppato un autentico rigetto.

Per il resto. Forse avrai fatto caso che su Internet trovi articoli di tutti i tipi. Tutte e due le parti in causa hanno diffuso e diffondono in continuazione tutta una serie di documenti più o meno approfonditi, lunghi o brevi, sotto forme di articolo, di saggio , ecc.

Sono di fatto dei veri e propri pacchetti che servono a perorare la causa dell'uno o dell'altro. Trovi quello che ti dice che c'è sempre stato un sorta di stato palestinese, chi ti dice invece che non è mai esistita una identità palestinese, e via dicendo. Così su ogni aspetto della questione. Il tutto presentato e ripetuto in tante forme diverse.
Sono tecniche collaudate a cui fanno ricorso tutti.

Il bello è che se leggi un singolo documento, almeno i migliori, ti sembrano tutti convincenti! A smontarli si perde solo tempo. Si fa prima a citare quello dell'altra parte.

Questo materiale non serve, non aiuta a capire. Io non ho mai citato un documento del genere. Li conosco molto bene ed è per questo che consiglio di lascarli stare.

Si vuole avere un punto di vista palestinese espresso da un intellettuale serio e onesto? Bene, allora leggiamoci i libri di Edward Said. E' morto nel 2003 ma il suo libro sulla questione palestinese pubblicato nel 1995 rimane ancora insuperato nel suo campo (che poi è un po'anche il mio). E non sono io a dirlo.

Per contro da Grossman a Benny Morris non manca la saggistica ben fatta di parte israeliana e sto citando autori molto, ma proprio molto, critici verso le politiche dei vari governi israeliani. E' dai libri di Norris che proviene molto del materiale degli articoli filo-palestinesi di cui parlavo sopra, ovviamente completamente decontestualizzati.

Purtroppo nel campo arabo e palestinese dopo Said si è creato il vuoto. Il condizionamento fondamentalista, i legami religiosi, la mancanza di libertà, e tanto altro hanno impedito il formarsi di una coscienza intellettuale come quella che era maturata tra gli anni '70 e '90.
Questo è un grosso problema per i palestinesi. Un po' come, azzardo il paragone, per la destra fascista italiana che ha sempre lamentato l'egemonia culturale della sinistra. Il loro problema è stato che la loro saggistica non è mai andata oltre alla memorialistica su questo o quel battaglione di Salò, sul piangersi addosso per come sono stati trattati una volta sconfitti, ecc. Non hanno mai sviluppato una coscienza critica di se stessi.

Insomma, anche su questo forse mi ripeto, costruirsi una propria opinione è faticoso ma lo si può fare.
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da wilcoyote »

Diciamo che come non si deve confondere "ebreo" con "sionista", così non si dovrebbe confondere "palestinese" con "terrorista di Hamas". Sono vittime i primi e i secondi, ma dei secondi pare non importare niente a nessuno. Hamas lancia dei razzi contro Israele? Ecco che si fanno subito dibattiti, veglie, manifestazioni di amicizia e vicinanza.
Israele ammazza qualche centinaio di palestinesi, fra cui anche bambini?
Chissenefrega!

L'impressione è questa e, come Daniele, io sto con gli ultimi.
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DaniLao
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da DaniLao »

Ahah, in questo topic sarà accordato il diritto a dissentire solo dopo un apposito esamino :lol:
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da mchap »

wilcoyote ha scritto: 16 mag 2021, 21:32 ....., ma dei secondi pare non importare niente a nessuno. Hamas lancia dei razzi contro Israele? Ecco che si fanno subito dibattiti, veglie, manifestazioni di amicizia e vicinanza.
Israele ammazza qualche centinaio di palestinesi, fra cui anche bambini?

Questa è una visione di comodo! chi le dice 'ste cose? perché stravolgere la realtà in questo modo? Mi sembra che la manifestazioni pro-palestinesi ce ne siano numerose e nessuno le osteggia e tantomeno le proibisce.
Certo che se tutto si riduce a dire che gli israeliani uccidono i bambini come se lo facessero di proposito allora di una tragedia si fa una farsa.
E mi chiedo, perché di questi bambini non se ne parla mai nei periodi in cui non c'è il conflitto acceso i bombardamenti e tutto il resto.
Perché non si parla di quello che gli viene insegnato sin dalle elementari? dell'odio verso gli ebrei che gli viene inculcato? di video giochi che gli vengono proposto dove la gara consiste in chi ammazza più ebrei?
Perché si parla di loro solo quando i "grandi" si fanno la guerra?

Il libro più significativo che ha scritto uno degli autori che ho citato, Benny Morris, si intitola proprio "Vittime", al plurale. Indovina un po' perché?
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da wilcoyote »

mchap ha scritto: 16 mag 2021, 23:22
wilcoyote ha scritto: 16 mag 2021, 21:32 ....., ma dei secondi pare non importare niente a nessuno. Hamas lancia dei razzi contro Israele? Ecco che si fanno subito dibattiti, veglie, manifestazioni di amicizia e vicinanza.
Israele ammazza qualche centinaio di palestinesi, fra cui anche bambini?

Questa è una visione di comodo! chi le dice 'ste cose? perché stravolgere la realtà in questo modo? Mi sembra che la manifestazioni pro-palestinesi ce ne siano numerose e nessuno le osteggia e tantomeno le proibisce.
Certo che se tutto si riduce a dire che gli israeliani uccidono i bambini come se lo facessero di proposito allora di una tragedia si fa una farsa.
E mi chiedo, perché di questi bambini non se ne parla mai nei periodi in cui non c'è il conflitto acceso i bombardamenti e tutto il resto.
Perché non si parla di quello che gli viene insegnato sin dalle elementari? dell'odio verso gli ebrei che gli viene inculcato? di video giochi che gli vengono proposto dove la gara consiste in chi ammazza più ebrei?
Perché si parla di loro solo quando i "grandi" si fanno la guerra?

Il libro più significativo che ha scritto uno degli autori che ho citato, Benny Morris, si intitola proprio "Vittime", al plurale. Indovina un po' perché?
Intendevo manifestazioni ufficiali, non quelle organizzate da qualche centro sociale di cultura alternativa.
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da DaniLao »

Avevo scritto un post lungo e circostanziato ma lo tengo da parte, facendo un passo indietro mi sono accorto di come Antonio ci stia trollando.
Non vale mica la pena impegnare tempo e intelletto a replicare sui contenuti.

Nonostante nessuno qua pensi che il popolo di Israele non abbia diritto ad una sua terra si continua con uno schema collaudato: costruire nemici che a qualche titolo ti aggrediscano per aver diritto ad utilizzare il cannone.

In questo contesto le offese che mi sono state riferite assumono tutto un altro significato (del quale ancor più mi sbatto oltre che di quello dell’astio semplice il quale avevo ipotizzato in prima battuta)
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Re: Dal 1948 ad oggi, la questione arabo-israeliana

Messaggio da mchap »

wilcoyote ha scritto: 16 mag 2021, 23:32

Intendevo manifestazioni ufficiali, non quelle organizzate da qualche centro sociale di cultura alternativa.
Sì, questo è vero, al di là delle dichiarazioni ufficiali di rito. Per trovare una spiegazione dovremmo avventurarci in questioni di politica internazionali che comunque lascerebbero il tempo che trovano.
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