Situazione Ucraina
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Re: Situazione Ucraina
The Darkness Ahead: Where The Ukraine War Is Headed
John J. Mearsheimer, tra i maggiori politologi al mondo, è professore di scienza politica alla University of Chicago. È autore di numerosi volumi tra i quali Luiss University Press ha pubblicato in italiano Verità e bugie nella politica internazionale (2018) e La tragedia delle grandi potenze (2019).
https://mearsheimer.substack.com/p/the- ... he-ukraine
John J. Mearsheimer, tra i maggiori politologi al mondo, è professore di scienza politica alla University of Chicago. È autore di numerosi volumi tra i quali Luiss University Press ha pubblicato in italiano Verità e bugie nella politica internazionale (2018) e La tragedia delle grandi potenze (2019).
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Re: Situazione Ucraina
Intanto una nave militare russa fa visita a Cuba: https://edition.cnn.com/2023/07/13/amer ... index.html
Non c'è nulla di male, no? Cuba è uno Stato sovrano ed è libera di accettare chi gli pare e piace nei suoi porti, giusto?
Parimenti gli USA sono preoccuati per le relazioni tra Cuba e Cina, lo ha detto chiaramente il segretario di stato americano ai cinesi:
https://edition.cnn.com/2023/06/20/poli ... index.html
Opperbacco! Di che si preoccupano? Sono rapporti amichevoli come lo erano quelli tra Ucraina e USA fino alla sciagurata invasione russa!
Non c'è nulla di male, no? Cuba è uno Stato sovrano ed è libera di accettare chi gli pare e piace nei suoi porti, giusto?
Parimenti gli USA sono preoccuati per le relazioni tra Cuba e Cina, lo ha detto chiaramente il segretario di stato americano ai cinesi:
https://edition.cnn.com/2023/06/20/poli ... index.html
Opperbacco! Di che si preoccupano? Sono rapporti amichevoli come lo erano quelli tra Ucraina e USA fino alla sciagurata invasione russa!
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Re: Situazione Ucraina
https://www.newyorker.com/news/q-and-a/ ... in-ukraine
John J. Mearsheimer, tra i maggiori politologi al mondo, è professore di scienza politica alla University of Chicago. È autore di numerosi volumi tra i quali Luiss University Press ha pubblicato in italiano Verità e bugie nella politica internazionale (2018) e La tragedia delle grandi potenze (2019).
John Joseph Mearsheimer (born December 14, 1947) is an American political scientist and international relations scholar, who belongs to the realist school of thought. He is the R. Wendell Harrison Distinguished Service Professor at the University of Chicago. He has been described as the most influential realist of his generation.
Mearsheimer is best known for developing the theory of offensive realism, which describes the interaction between great powers as being primarily driven by the rational desire to achieve regional hegemony in an anarchic international system. In accordance with his theory, Mearsheimer believes that China's growing power will likely bring it into conflict with the United States.
In breve, il tizio pensa che gli USA e l'Europa non abbiano provocato intenzionalmente la Russia, volevano solamente creare un'area di democrazia liberale il più ampia possibile, ma che di fatto l'hanno provocata eccome (se tu giochererelli distrattamente con un bastoncino, finendo per infilarlo nell'occhio di qualcuno, quello ovviamente s'incazza).
John J. Mearsheimer, tra i maggiori politologi al mondo, è professore di scienza politica alla University of Chicago. È autore di numerosi volumi tra i quali Luiss University Press ha pubblicato in italiano Verità e bugie nella politica internazionale (2018) e La tragedia delle grandi potenze (2019).
John Joseph Mearsheimer (born December 14, 1947) is an American political scientist and international relations scholar, who belongs to the realist school of thought. He is the R. Wendell Harrison Distinguished Service Professor at the University of Chicago. He has been described as the most influential realist of his generation.
Mearsheimer is best known for developing the theory of offensive realism, which describes the interaction between great powers as being primarily driven by the rational desire to achieve regional hegemony in an anarchic international system. In accordance with his theory, Mearsheimer believes that China's growing power will likely bring it into conflict with the United States.
In breve, il tizio pensa che gli USA e l'Europa non abbiano provocato intenzionalmente la Russia, volevano solamente creare un'area di democrazia liberale il più ampia possibile, ma che di fatto l'hanno provocata eccome (se tu giochererelli distrattamente con un bastoncino, finendo per infilarlo nell'occhio di qualcuno, quello ovviamente s'incazza).
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Re: Situazione Ucraina
Fin dall'inizio c'è stato qualche buco nella narrativa della guerra in Ucraina che permetteva, a chi ne aveva il dubbio, di andare oltre il racconto ufficiale, che vedeva gli Ucraini come baluardo nostro difensivo contro l'aggressionismo russo nonché artefici completi del proprio destino, mai e giammai tirati per la giacca dagli occidentali sul come e per quanto gestire la guerra.
Gli Ucraini combattevano per noi, contro i russi, noi li finanziavamo di armi attingendo ai "fondi per la pace", ma non si poteva chiedere ad un leader occidentale come sarebbe evoluta la situazione perché erano solo gli Ucraini a decidere.
Però si diceva che la guerra sarebbe stata breve: " volete la pace o i condizionatori accesi?" disse Draghi all'inizio della sua ultima estate di governo.
Ne è passata un'altra, le speranze di una travolgente offensiva Ucraina di primavera si stanno affievolendo: si scopre ora (ma che i generali e consiglieri militari non lo sapessero mi pare strano), che attaccare è più difficile che difendere e quindi chi palesava cavalcate travolgenti, aveva preso un abbaglio, in questo aiutato in effetti dall'esito della precedente offensiva ucraina: travolgente, sì, ma perché i russi si erano ritirati.
Ma sono già stato prolisso.
Vi segnalo questo articolo di Quirico, da sempre critico verso la narrativa ufficiale, qui in modo meno celato: critico non perché putiniano, ma perché è uno che di guerre ne ha seguite tante e le conosce bene.
https://www.lastampa.it/esteri/2023/08/ ... H-P1-S4-T1
"
Russia-Ucraina, il fantasma della soluzione diplomatica si aggira senza coraggio né sostanza
Per dar corpo all’iniziativa bisognerebbe attribuire a Putin il ruolo di controparte
DOMENICO QUIRICO
Russia-Ucraina, il fantasma della soluzione diplomatica si aggira senza coraggio né sostanza
Un fantasma, l’ennesimo, si aggira per l’Europa: la soluzione diplomatica. Come purtroppo accade per i fantasmi tutti sostengono di averli visti, li descrivono perfino nella incorporea materialità, li invitano a farsi sostanza e voce per poter dialogare con loro, evocare, ricevere vaticini e suggerimenti, esplorare il futuro, cambiare il fato. Godono la vertigine di una stupefacente esistenza. Poi, nel momento in cui la luce della realtà fa svanire l’ombra dei sogni, tutto si conferma per ciò che era: nulla.
I fantasmi d’Ucraina si declinano sotto molte specie: la sospirata “iniziativa diplomatica’’ in cui incliti e colti, generali e pacifisti, progressisti, populisti e perfino i nicodemiti del putinismo scorgono il principio del lieto fine. Proprio perché non vuol dir nulla, non impegna a niente. Poi c’è l’invocazione «è ora di dar spazio alla diplomazia», una specie di «ita missa est» che incuba con loquela furba e tortuosa ogni comizio, intervista e senatoconsulto. E da rinviare cronologicamente a calende greche. Si aggiunga all’elenco l’obbligatorio «una diplomazia che “naturalmente” porti a una pace giusta». Bello, ma quale? E c’è chi, volpe machiavellica di buona pelliccia, suggerisce senza batter ciglio di «affiancare la guerra e la diplomazia».
I fantasmi purtroppo son rimasti finora fantasmi. Per dar corpo alla iniziativa diplomatica occorrerebbero furberie, cavilli, tattiche anche impudenti, e soprattutto tanto coraggio politico. Per fare un esempio: poiché la diplomazia non è teratologia, ovvero la scienza dei mostri, si dovrebbe attribuire al mostro Putin, internazionalmente ricercato per furto di bambini, la qualifica di controparte. Altrimenti, in attesa della reincarnazione di Prigozhin o della mano dell’Onnipotente, senza questa opportunistica riabilitazione con chi la si esercita, la diplomazia? Anatema, tradimento, condanna, punizione!
La resa incondizionata non ha bisogno di nessuna diplomazia. Si dettano ordini. Il vinto obbedisce. Non ha scelta. Anche gli orbi vedono dove si miri. Se questo è lo scopo si lascino i fantasmi diplomatici nel loro inutile limbo. Ma siamo in grado di imporre alla Russia la resa senza condizioni? E come? E la vittoria totale non rischia di diventare un incubo? La soluzione si aggroviglia.
Intanto la guerra accumula il suo arsenale di orribili fatti. I soliti: morti bombardamenti avanzate minuscole e ritirate minuscole, ci si consola con la conquista di un villaggio «fondamentale perché si vedono le posizioni russe dall’alto», come se fossimo ai tempi di Borodino. Intanto la guerra cresce con i suoi lieviti cattivi, non perde tempo in cineserie verbali, punta al pratico. Prendiamo questa notizia come circola. Gli alti comandi ucraini nella persona del capo di stato maggiore Valeriy Zaluzhnyi con tutti suoi generali sono stati convocati al confine polacco dagli alti comandi della Nato. Si è scomodato per trasmettere loro ordini il pensatoio dell’Alleanza con il capo di stato maggiore Christopher Cavoli e il capo dell’esercito britannico. Attenzione alla forma, è fondamentale. Non il solito incontro per discutere quanti missili e quante munizioni mancano, eternamente, agli ucraini per vincere. È stata la convocazione di un esercito vassallo per dare ordini, in particolare, pare, l’ingiunzione a cambiare radicalmente la strategia, non più perder tempo a Est ma provare a colpire a Sud per spaccare in due le linee, peraltro assi munite, dei russi. La risposta degli scolaretti ucraini di alto grado è stata ovviamente: Geniale! Obbedisco.
Che sia una buona idea tattica si vedrà. Quello che è verificabile subito è che la non belligeranza, peraltro assai ipocrita e puntellata su acrobazie definitorie con cui si copriva la attività della coalizione occidentale, è caduta. La guerra è nuda.
Si può bere la favola che fornire armi all’aggredito non significhi essere in guerra con la Russia. Anche la fornitura di informazioni fondamentali agli ucraini usando lo sbalorditivo apparato di satelliti e droni sui movimenti russi, la dislocazione delle truppe, i depositi di Putin, può esser difeso da plauditori e servidorame della guerra a tutti i costi come legittimo. In fondo le spie, che siano elettroniche, spaziali o antropomorfe, sono al di là dell’etica e del diritto. Fanno il loro mestiere.
Ma se l’esercito ucraino prende ordini dai comandi occidentali su come operare sul campo allora cade il tabù: da tredici giorni siamo in guerra con la Russia. E non ce ne siamo accorti. Che Kiev faccia parte formalmente dell’Alleanza diventa cosa giuridicamente irrilevante. E sull’argomento non può calare l’oblio.
Forse di fronte alla evidente paralisi della guerra americani e caudatari hanno dovuto rendere chiaro ciò che hanno sempre negato: fanno la guerra ai russi usando i poveri ucraini come fanterie molto eroiche; e, sogno di tutti i generali da Agamennone in poi, sacrificabili senza troppi problemi interni o rimorsi. Le eccellenze della Nato hanno, al confine polacco, impartito ordini alle “truppe coloniali” ucraine che hanno umilmente ubbidito. L’ordigno ipocrita vale tanto quanto viene comodo. Poi capitola.
Di quanto è accaduto così silenziosamente si è accorto Zelensky. Che per la prima volta, dopo i mesi in cui fustigava in forme egomaniache i suggerimenti diplomatici come subdolo tradimento delle vittime e resa al prepotente di Mosca, ha ammesso che la trattativa sarebbe meglio della soluzione militare, e che sulla Crimea chissà... Zelensky dal febbraio del 2022 è consapevole che il suo Paese dipende totalmente dall’aiuto occidentale per esistere e che non è la compassione a muovere alcuni dei suoi alleati, semmai l’idea di ottenere la seconda disintegrazione della Russia, usandolo come un mujahedin europeo contro i sovietici nel Novecento.
In questo anno e mezzo di guerra ha tentato di rovesciare questo rapporto di dipendenza assoluta per imporre agli occidentali la sua strategia e i suoi programmi. In parte ci è riuscito, i donatori sono stati accuratamente avviluppati nelle loro sconsiderate promesse, nei loro sensi di colpa per le non troppo antiche amicizie con l’orco russo, nella “Ucraina baluardo occidentale”, fino all’assioma: sarà l’Ucraina a decidere quale pace vorrà.
Bisogna scappellarsi di fronte a questo acrobatico gioco. Ma la guerra non si fa ingannare. Pendono equazioni insolubili. Che sono la guerra di usura, le trincee che diventano eterne, i miliardi che scivolano via. Gli americani hanno ricordato agli ucraini in modo anche formalmente sgarbato la realtà: noi vi teniamo in vita, noi comandiamo. Voi fate la guerra come la decidiamo noi."
Gli Ucraini combattevano per noi, contro i russi, noi li finanziavamo di armi attingendo ai "fondi per la pace", ma non si poteva chiedere ad un leader occidentale come sarebbe evoluta la situazione perché erano solo gli Ucraini a decidere.
Però si diceva che la guerra sarebbe stata breve: " volete la pace o i condizionatori accesi?" disse Draghi all'inizio della sua ultima estate di governo.
Ne è passata un'altra, le speranze di una travolgente offensiva Ucraina di primavera si stanno affievolendo: si scopre ora (ma che i generali e consiglieri militari non lo sapessero mi pare strano), che attaccare è più difficile che difendere e quindi chi palesava cavalcate travolgenti, aveva preso un abbaglio, in questo aiutato in effetti dall'esito della precedente offensiva ucraina: travolgente, sì, ma perché i russi si erano ritirati.
Ma sono già stato prolisso.
Vi segnalo questo articolo di Quirico, da sempre critico verso la narrativa ufficiale, qui in modo meno celato: critico non perché putiniano, ma perché è uno che di guerre ne ha seguite tante e le conosce bene.
https://www.lastampa.it/esteri/2023/08/ ... H-P1-S4-T1
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Russia-Ucraina, il fantasma della soluzione diplomatica si aggira senza coraggio né sostanza
Per dar corpo all’iniziativa bisognerebbe attribuire a Putin il ruolo di controparte
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Un fantasma, l’ennesimo, si aggira per l’Europa: la soluzione diplomatica. Come purtroppo accade per i fantasmi tutti sostengono di averli visti, li descrivono perfino nella incorporea materialità, li invitano a farsi sostanza e voce per poter dialogare con loro, evocare, ricevere vaticini e suggerimenti, esplorare il futuro, cambiare il fato. Godono la vertigine di una stupefacente esistenza. Poi, nel momento in cui la luce della realtà fa svanire l’ombra dei sogni, tutto si conferma per ciò che era: nulla.
I fantasmi d’Ucraina si declinano sotto molte specie: la sospirata “iniziativa diplomatica’’ in cui incliti e colti, generali e pacifisti, progressisti, populisti e perfino i nicodemiti del putinismo scorgono il principio del lieto fine. Proprio perché non vuol dir nulla, non impegna a niente. Poi c’è l’invocazione «è ora di dar spazio alla diplomazia», una specie di «ita missa est» che incuba con loquela furba e tortuosa ogni comizio, intervista e senatoconsulto. E da rinviare cronologicamente a calende greche. Si aggiunga all’elenco l’obbligatorio «una diplomazia che “naturalmente” porti a una pace giusta». Bello, ma quale? E c’è chi, volpe machiavellica di buona pelliccia, suggerisce senza batter ciglio di «affiancare la guerra e la diplomazia».
I fantasmi purtroppo son rimasti finora fantasmi. Per dar corpo alla iniziativa diplomatica occorrerebbero furberie, cavilli, tattiche anche impudenti, e soprattutto tanto coraggio politico. Per fare un esempio: poiché la diplomazia non è teratologia, ovvero la scienza dei mostri, si dovrebbe attribuire al mostro Putin, internazionalmente ricercato per furto di bambini, la qualifica di controparte. Altrimenti, in attesa della reincarnazione di Prigozhin o della mano dell’Onnipotente, senza questa opportunistica riabilitazione con chi la si esercita, la diplomazia? Anatema, tradimento, condanna, punizione!
La resa incondizionata non ha bisogno di nessuna diplomazia. Si dettano ordini. Il vinto obbedisce. Non ha scelta. Anche gli orbi vedono dove si miri. Se questo è lo scopo si lascino i fantasmi diplomatici nel loro inutile limbo. Ma siamo in grado di imporre alla Russia la resa senza condizioni? E come? E la vittoria totale non rischia di diventare un incubo? La soluzione si aggroviglia.
Intanto la guerra accumula il suo arsenale di orribili fatti. I soliti: morti bombardamenti avanzate minuscole e ritirate minuscole, ci si consola con la conquista di un villaggio «fondamentale perché si vedono le posizioni russe dall’alto», come se fossimo ai tempi di Borodino. Intanto la guerra cresce con i suoi lieviti cattivi, non perde tempo in cineserie verbali, punta al pratico. Prendiamo questa notizia come circola. Gli alti comandi ucraini nella persona del capo di stato maggiore Valeriy Zaluzhnyi con tutti suoi generali sono stati convocati al confine polacco dagli alti comandi della Nato. Si è scomodato per trasmettere loro ordini il pensatoio dell’Alleanza con il capo di stato maggiore Christopher Cavoli e il capo dell’esercito britannico. Attenzione alla forma, è fondamentale. Non il solito incontro per discutere quanti missili e quante munizioni mancano, eternamente, agli ucraini per vincere. È stata la convocazione di un esercito vassallo per dare ordini, in particolare, pare, l’ingiunzione a cambiare radicalmente la strategia, non più perder tempo a Est ma provare a colpire a Sud per spaccare in due le linee, peraltro assi munite, dei russi. La risposta degli scolaretti ucraini di alto grado è stata ovviamente: Geniale! Obbedisco.
Che sia una buona idea tattica si vedrà. Quello che è verificabile subito è che la non belligeranza, peraltro assai ipocrita e puntellata su acrobazie definitorie con cui si copriva la attività della coalizione occidentale, è caduta. La guerra è nuda.
Si può bere la favola che fornire armi all’aggredito non significhi essere in guerra con la Russia. Anche la fornitura di informazioni fondamentali agli ucraini usando lo sbalorditivo apparato di satelliti e droni sui movimenti russi, la dislocazione delle truppe, i depositi di Putin, può esser difeso da plauditori e servidorame della guerra a tutti i costi come legittimo. In fondo le spie, che siano elettroniche, spaziali o antropomorfe, sono al di là dell’etica e del diritto. Fanno il loro mestiere.
Ma se l’esercito ucraino prende ordini dai comandi occidentali su come operare sul campo allora cade il tabù: da tredici giorni siamo in guerra con la Russia. E non ce ne siamo accorti. Che Kiev faccia parte formalmente dell’Alleanza diventa cosa giuridicamente irrilevante. E sull’argomento non può calare l’oblio.
Forse di fronte alla evidente paralisi della guerra americani e caudatari hanno dovuto rendere chiaro ciò che hanno sempre negato: fanno la guerra ai russi usando i poveri ucraini come fanterie molto eroiche; e, sogno di tutti i generali da Agamennone in poi, sacrificabili senza troppi problemi interni o rimorsi. Le eccellenze della Nato hanno, al confine polacco, impartito ordini alle “truppe coloniali” ucraine che hanno umilmente ubbidito. L’ordigno ipocrita vale tanto quanto viene comodo. Poi capitola.
Di quanto è accaduto così silenziosamente si è accorto Zelensky. Che per la prima volta, dopo i mesi in cui fustigava in forme egomaniache i suggerimenti diplomatici come subdolo tradimento delle vittime e resa al prepotente di Mosca, ha ammesso che la trattativa sarebbe meglio della soluzione militare, e che sulla Crimea chissà... Zelensky dal febbraio del 2022 è consapevole che il suo Paese dipende totalmente dall’aiuto occidentale per esistere e che non è la compassione a muovere alcuni dei suoi alleati, semmai l’idea di ottenere la seconda disintegrazione della Russia, usandolo come un mujahedin europeo contro i sovietici nel Novecento.
In questo anno e mezzo di guerra ha tentato di rovesciare questo rapporto di dipendenza assoluta per imporre agli occidentali la sua strategia e i suoi programmi. In parte ci è riuscito, i donatori sono stati accuratamente avviluppati nelle loro sconsiderate promesse, nei loro sensi di colpa per le non troppo antiche amicizie con l’orco russo, nella “Ucraina baluardo occidentale”, fino all’assioma: sarà l’Ucraina a decidere quale pace vorrà.
Bisogna scappellarsi di fronte a questo acrobatico gioco. Ma la guerra non si fa ingannare. Pendono equazioni insolubili. Che sono la guerra di usura, le trincee che diventano eterne, i miliardi che scivolano via. Gli americani hanno ricordato agli ucraini in modo anche formalmente sgarbato la realtà: noi vi teniamo in vita, noi comandiamo. Voi fate la guerra come la decidiamo noi."
"Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre" - Albert Einstein
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Re: Situazione Ucraina
Ah, ma senti un po’….finestraweb ha scritto:Fin dall'inizio c'è stato qualche buco nella narrativa della guerra in Ucraina che permetteva, a chi ne aveva il dubbio, di andare oltre il racconto ufficiale, che vedeva gli Ucraini come baluardo nostro difensivo contro l'aggressionismo russo nonché artefici completi del proprio destino, mai e giammai tirati per la giacca dagli occidentali sul come e per quanto gestire la guerra.
E io che credevo gli ucraini combattessero per difendersi dai bombardamenti russi.
Dopo questo intervento ho capito che si sono invasi da soli per aver la scusa di conquistare la Russia per conto degli ammerigani.
Che furbacchione questo Zelenskyj!
Meno male che ci sono i narratori illuminati, altrimenti ci porterebbero tutti per l’anello al naso
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Situazione Ucraina
Come sempre, salti le premesse.DaniLao ha scritto: ↑29 ago 2023, 12:38Ah, ma senti un po’….finestraweb ha scritto:Fin dall'inizio c'è stato qualche buco nella narrativa della guerra in Ucraina che permetteva, a chi ne aveva il dubbio, di andare oltre il racconto ufficiale, che vedeva gli Ucraini come baluardo nostro difensivo contro l'aggressionismo russo nonché artefici completi del proprio destino, mai e giammai tirati per la giacca dagli occidentali sul come e per quanto gestire la guerra.
E io che credevo gli ucraini combattessero per difendersi dai bombardamenti russi.
Dopo questo intervento ho capito che si sono invasi da soli per aver la scusa di conquistare la Russia per conto degli ammerigani.
Che furbacchione questo Zelenskyj!
Meno male che ci sono i narratori illuminati, altrimenti ci porterebbero tutti per l’anello al naso
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Re: Situazione Ucraina
Vero, me lo dicevano anche quelli che invece di farsi il vaccino per il covid si curavano con le carote infilate su per il culo.wilcoyote ha scritto:
Come sempre, salti le premesse.
Ma, sai cosa? Non mi hanno mai convinto
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Re: Situazione Ucraina
Come al solito, butti la palla in tribuna
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Situazione Ucraina
Meglio buttare la palla in tribuna che le bombe su Kiev, che a leggere voi sembra se le meritinowilcoyote ha scritto:Come al solito, butti la palla in tribuna
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Re: Situazione Ucraina
Dove mai ho scritto questo? Le bombe se le merita chi sta al sicuro, al caldo e all'asciutto, da bidè a putì e a zelè.