Superare il reato di immigrazione clandestina

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ale9191
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da ale9191 »

Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi, quasi il doppio della richiesta dei pm. Per i magistrati “ “non era importante la qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale”.

Devo rileggermi un po’ di carte, per ora il mio giudizio è sospeso
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wilcoyote
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da wilcoyote »

ale9191 ha scritto: 30 set 2021, 15:34 Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi, quasi il doppio della richiesta dei pm. Per i magistrati “ “non era importante la qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale”.

Devo rileggermi un po’ di carte, per ora il mio giudizio è sospeso
Ammesso e non concesso che i giudici abbiano ragione, 13 anni non li hanno dati nemmeno a chi praticava il voto di scambio mafioso. Un'esagerazione bella e buona.
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ale9191
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da ale9191 »

Che la pena sia spropositata non c’è dubbio. Mi chiedo però se veramente il disegno presentato dal Pm sia quello reale.
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ale9191
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da ale9191 »

Intanto, certa stampa ci sguazza.
IMG_1473.jpg
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wilcoyote
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da wilcoyote »

E' di ieri questa notizia, mi sembra parlallea a quella su Lucano:

https://www.corriere.it/esteri/21_sette ... 1f2f.shtml

«È stato come essere condannati a morte...». Nell’aula bunker di Rebibbia, quando all’una e mezza i giudici dell’ottava sezione penale l’assolvono con formula strapiena, Giffoni scoppia a piangere.

Si strofina gli occhi e si scusa, perché da una vita il suo mestiere è quello di nascondere le emozioni e adesso non gli riesce: «Mi spiace, sono in pieno choc emotivo… Ma dovete capire: quel che m’hanno inflitto in questi sette anni e mezzo, per un ambasciatore equivale alla pena capitale. Sì, non lo dico io, lo dice una legge del 1953: la radiazione d’un diplomatico è equiparata alla fucilazione per alto tradimento in tempo di guerra… E loro m’hanno fucilato, senza alcun diritto di farlo. La mia vita è stata distrutta. Una prova durissima di resistenza fisica, morale e materiale. M’hanno espulso dal corpo diplomatico, ho avuto due infarti, un ictus, un tumore, il mio matrimonio è finito, m’è rimasto vicino solo mio figlio di 12 anni e son dovuto tornare in casa da mia mamma, a sopravvivere con la sua pensione… E questo perché? Per cose che non solo non avevo mai fatto, ma neanche mai pensato di fare. Era tutto infondato».

Assolto perché il fatto non sussiste: non si sognò mai di formare un’associazione a delinquere. Assolto perché il fatto non costituisce reato: men che meno, si mise mai in testa di favorire l’immigrazione clandestina. Nella mostruosa galleria dei Kafka italiani, ecco il caso della fucilazione senza processo inflitta sette anni e mezzo fa all’ormai ex ambasciatore Michael Giffoni, 56 anni, newyorkese di nascita e italianissimo per spirito di servizio, incarichi dalla Bosnia alla task force del «ministro» europeo Javier Solana, che nella storia sarà ricordato perché fu il primo ad aprire una nostra ambasciata a Pristina, subito dopo l’indipendenza del Kosovo.

E il primo, anzi l’unico, a essere cacciato con disonore: «Senza che nemmeno fosse cominciato il processo, il ministero degli Esteri mi tolse tutto: rango, incarichi, stipendio. Feci due volte ricorso al Tar, che per due volte mi reintegrò. Ma per due volte la Farnesina ribadì la mia destituzione: una a firma dell’allora ministra Federica Mogherini; la seconda, del segretario generale Elisabetta Belloni. Ero accusato di dolo e colpa grave, senza uno straccio di sentenza penale contro di me».

La sentenza ora è arrivata, «dopo 4 anni di processo, di tanta gente che t’abbandona, di soldi che non ci sono, d’un telefono che passa da cento chiamate al giorno a sette-otto all’anno». E ha appurato come l’ambasciatore Giffoni non c’entrasse proprio nulla con quel suo collaboratore locale — peraltro figlio di Ibrahim Rugova, il «Gandhi del Kosovo» — che fra il 2008 e il 2013 trafficava in visti e permessi di soggiorno.

Chi l’ha conosciuto nei suoi 23 anni da diplomatico sul campo , uno che è stato a Sarajevo sotto le granate e ha visto gli orrori di Srebrenica, non ha mai dubitato un attimo di Giffoni. Ma alla Farnesina si son fatti un altro film: «Non so se in Kosovo io abbia mai toccato interessi o suscettibilità. Non me la sento neanche di dare colpe. Credo che il mio caso sia stato più che altro un impazzimento. Un accanimento feroce e disumano. Di chi conosceva il mio profondo attaccamento al Paese e ai valori dell’Ue».

E ora? «Non è finita, lo so. In uno stato di diritto la mia riabilitazione dovrebbe essere automatica: non in Italia. Per me, fare l’ambasciatore era una missione e questo è il peggio: m’hanno destituito non solo dal mio lavoro, ma dalla mia vita e dalla mia anima».


Ci starebbe tutti un bel risarcimento milionario a carico della solerte ministra Mogherini e della solertissima segretaria generale Belloni. :evil:
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da wilcoyote »

Non trovo nessun documento sulle leggi che avrebbe infranto Lucano, ma non è che è stato condannato in base alle leggi-porcata di salvini-5S e mai abrogate dal piddì-5S per non scontentare l'anima fascioleghista di molti grillini?
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da Cane »

wilcoyote ha scritto: 1 ott 2021, 10:35 Non trovo nessun documento sulle leggi che avrebbe infranto Lucano, ma non è che è stato condannato in base alle leggi-porcata di salvini-5S e mai abrogate dal piddì-5S per non scontentare l'anima fascioleghista di molti grillini?
Secondo me solo dalla sentenza (visibile dopo un po' di tempo perche' deve essere pubblicata) si puo' capire perche' Lucano e' stato condannato...
Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da wilcoyote »

Cane ha scritto: 1 ott 2021, 12:47
wilcoyote ha scritto: 1 ott 2021, 10:35 Non trovo nessun documento sulle leggi che avrebbe infranto Lucano, ma non è che è stato condannato in base alle leggi-porcata di salvini-5S e mai abrogate dal piddì-5S per non scontentare l'anima fascioleghista di molti grillini?
Secondo me solo dalla sentenza (visibile dopo un po' di tempo perche' deve essere pubblicata) si puo' capire perche' Lucano e' stato condannato...
Il perché è noto: questo articolo del corsera lo spiega bene in maniera abbastanza obiettiva:

«Se la legge è questa, io non le obbedisco». «Tra legalità e giustizia preferisco la seconda». «Anche nei lager di Hitler c’era legalità». «Sono un fuorilegge!». Il problema, per tifosi e detrattori, è soprattutto che Lucano, t ra interviste e intercettazioni, non ha mai cambiato registro


Ecco appunto, mi piacerebbe sapere quali sono queste leggi. La Bossi-Fini? I DL di Salvini?
Per il resto, Lucano si è impiccato con le sue stesse mani, con le parole su riportate, ripetute più e più volte.


Tredici anni e due mesi, gli sillaba il presidente del tribunale. In piedi, occhi lucidi, Mimmo Lucano deve ripensare per un attimo a Cosimo ‘U Zoppu, quel suo compaesano che, depredando i ricchi per dare ai poveri, andava avanti e indietro dalla galera. Da bambino, lo vedeva ogni tanto claudicare per i vicoli di Riace in manette tra due carabinieri e allora gli pareva più eroe di Robin Hood: «Ne ero affascinato», ha raccontato. Il tempo delle favole e della Città del Sole dei migranti, dei titoloni su Fortune e di Wim Wenders in pellegrinaggio tra le alture calabresi a chiedergli «da quale parte stanno i giusti», delle offerte di seggi europei e, addirittura, dei vagheggiamenti di un Nobel tra i vip d’una sinistra a corto di simboli viventi, tutto finisce, ora e qui, nell’aula del tribunale di Locri, sotto una sentenza che può seppellirlo in vita.

«Memmeno un mafioso lo trattano così»

«Sono morto dentro», mormora lui, ex sindaco del paesino prima noto solo per i Bronzi. Trasformato in totem del bene o del male assoluto, salvatore di profughi o grassatore delle casse pubbliche: «Nemmeno un mafioso lo condannano così». Parla a fatica ma non vanvera. Per paragone: al processo Infinito, fior di ’ndranghetisti sono usciti dall’abbreviato con pene tra i 9 e 13 anni; Luca Traini, il razzista che ai migranti sparava, se l’è cavata con 12. Qui si assume che Lucano sia capo di una gang volta a speculare sull’accoglienza in un carosello di carte false (14 i capi di imputazione), un diavolo con l’aggravante del vestito da santo. «Sentenza lunare ed esorbitante», dice Giuliano Pisapia che (affiancato dal collega Andrea D’Acqua) ne ha assunto la difesa gratuita («sono povero, manco i soldi per pagare gli avvocati avevo!», chiosa il suo assistito, condannato anche alla confisca di 500 mila euro avendone 9 sul conto).

Una ribalta mondiale

Pisapia non è solo il legale di «Mimmo». È parte del mondo che lo adora e forse lo ha involontariamente inguaiato, facendogli perdere il senso della misura: «Mi ero innamorato di Riace anni fa, avevo visto il sogno diventare realtà», dice: «Mimmo è un grande sognatore che trasforma l’impossibile in possibile, monsignor Bregantini ha detto che ha anticipato Papa Francesco». Ecco, lo gnommero gaddiano forse s’ingarbuglia proprio qui: prendete un uomo semplice che, umilmente, comincia a dare una mano ai profughi approdati nel suo paesello semiabbandonato (l’idea di fondo è incontestabile: ripopolare i borghi deserti delle nostre montagne, specie al Sud, è scelta molto praticata nel sistema d’accoglienza); poi però accecate quel brav’uomo di flash e storditelo di applausi; trasformate il paesello (intanto risorto grazie alle sue manovre lecite o meno) in una ribalta mondiale delle buone intenzioni e quell’uomo si tramuterà nell’interprete di se stesso che saluta a pugno chiuso i cameramen dalla finestra degli arresti domiciliari, disposto a tutto pur di non scendere dal palcoscenico.

La tesi della Procura

È questa, per incredibile che appaia, la tesi della Procura dopo cinque anni di indagini e due e mezzo di processo, gli arresti di Lucano, la chiusura dei rubinetti dello Sprar, 26 coimputati. Non potendo dimostrare che l’ex sindaco si sia arricchito con i pasticci contabili combinati a Riace (e che nemmeno lui nega del tutto), i pm hanno sterzato su un movente, diciamo così, politico: «Contava voti e persone». Una specie di voto di scambio buonista, assai semplificando. A poco serve obiettare che Lucano (sconfitto alle ultime comunali dai leghisti salviniani) aveva rifiutato proposte politiche allettanti con cui uscire da Riace. Che sia un terminale del nuovo guevarismo italico è dimostrato se non altro dalla passionaccia che suscita negli ex sindaci della «rivoluzione» arancione. Non solo Pisapia. C’è pure Luigi de Magistris, qui candidato governatore, che lo ha come alleato alle elezioni di domenica con la lista «Un’altra Calabria è possibile»: «Mimmo è un simbolo di fratellanza universale. Che, in una Regione dove pezzi deviati di politica si sono mangiati tutto, il problema giudiziario sia lui fa male al cuore e alla testa».

Un corteo in suo nome

Santo o demonio che sia, Lucano piomba con la sua condanna nel weekend elettorale, proponendosi di «creare altre mille Riace in tutta la Calabria» (insomma, una... reiterazione del reato). Oggi in paese sfilerà un corteo in suo nome mentre i partiti già si scannano, destra e sinistra pronte a sbranarselo per eccesso di avversione o di amore; Salvini lo contrappone incongruamente al caso Morisi: ma è indiscutibile che i pasticci di Riace sono per lui lo spot migliore. Il problema, per tifosi e detrattori, è soprattutto uno: che Lucano è un sostanziale reo confesso. «Se la legge è questa, io non le obbedisco». «Tra legalità e giustizia preferisco la seconda». «Anche nei lager di Hitler c’era legalità». «Sono un fuorilegge!».

Il nodo delle regole

Tra interviste e intercettazioni, non ha mai cambiato registro. E dunque pone questioni escatologiche sul Bene e sul Male, sull’Antistato che in Calabria sta in un brodo di coltura non solo col crimine ma con un certo brigantaggio romantico venato di rivolta sociale. A un’accoglienza ai migranti fatta male come in Italia ne preferisce una a modo suo, fuori dalle regole. «Ci provi lei a fare il sindaco da queste parti», mi disse una volta: «Le regole di Roma non valgono in Calabria, lo sa?». Però dovrebbero: la giustizia senza legalità diventa arbitrio. Così un bambino può crescere col mito di Cosimo ‘U Zoppu, che un Natale rubò persino un furgone della Galbani per portare forme di formaggio ai poveri della stazione di Milano. Ma è un mito fasullo: perché la sera dopo i Cosimo delle favole finiscono in galera e i clochard sono di nuovo a stomaco vuoto.
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da ale9191 »

Credo che Lucano abbia gestito i soldi in un modo un po' allegro senza seguire tanto le regole, per certi versi un po' come fece ai tempi Marino, solo che in questo caso non ci sono prove che siano andati a pro suo. Probabilmente in appello ci sarà una forte riduzione di pena.
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Cane
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina

Messaggio da Cane »

Will e' troppo lungo e non ho voglia di leggerlo...(In realta' l'ho letto...)
Ho detto semplicemente:
"Secondo me solo dalla sentenza (visibile dopo un po' di tempo perche' deve essere pubblicata) si puo' capire perche' Lucano e' stato condannato"
E lo confermo...Troppi discorsi senza leggere la sentenza non hanno troppo senso...
Secondo me Lucano non ha fatto solo accoglienza, ha fatto altro di irregolare...
Ma anche secondo me la sentenza pare esagerata... :roll:
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