Che c'entra? Direte voi...
C'è un parallelismo tra la parabola del rugby all'Aquila e quella dell'ex PCI.
All'Aquila il rugby è di casa fin dai primi anni '20 del secolo scorso, e si è affermata come una delle squadre più forti (arrivando addirittura a strappare lo scudetto al Milan miliardario di Berlusconi, con una squadra di atleti cresciuti in casa e coadiuvati da due campioni sudafricani).
La squadra è sempre stata retta da persone vicine al PCI se non addirittura condivideva dirigenti e quadri con la locale sezione.
Ha 5 titoli di campione d'Italia, l'ultimo nel 1994, poi è uniziata una fase involutiva in cui tutti erano in disaccordo su tutto, tutti volevano comandare a modo loro.
Risultato: la corazzata quasi imbattibile adesso non esiste più, ci sono due squadre in serie C ed una in B (nel rugby però la serie C corrisponde alla D del calcio, parimenti la B corrisponde alla C).
Vi ricorda qualcosa?
La cosa mi è venuta in mente nel consigliare (per scherzo ma nemmeno tanto) il nostro Danilao a far giocare il suo rampollo a rugby invece che a baket, visto che dalle sue parti c'è una bella squadra che è cresciuta molto negli ultimi anni (sta in serie A, la B del calcio; quando giocavo nella giovanile incontrai una volta la squadra di Firenze, a Sesto Fiorentino, col risultato finale di 0-108... Mentre adesso il cappotto lo regalerebbero loro all'Aquila!)
Comunisti e rugby
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Re: Comunisti e rugby
Bello sport il rugby...
Sul declino del PCI non saprei...non e' che gli altri partiti
siano migliorati...
E' un declino generale del paese...
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Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)
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Re: Comunisti e rugby
E' successo proprio quello a cui tu imputi la debolezza della sinistra: troppo divisa in tanti partitini piccoli e litigiosi, che sottraggono voti (e forza) al partito maggiore.
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Re: Comunisti e rugby
Io ho sempre accusato quelli di sinistra di voler comandare tutti!
Piuttosto di essere sotto a un'altro, magari che ha preso piu' voti, piu' bravo, piu' adatto...si scindono e fanno un'altro partito con l'1,2% dove pero' sono il capo e comandano!
Ma quante sigle ci sono a sinistra?
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Re: Comunisti e rugby
Appunto, e la stessa cosa è successa con la fu L'Aquila Rugby. Sono nate prima due squadre, poi tre, poi addirittura quattro, poi due si sono fuse e ne son rimaste tre, poi una ha cessato l'attività (paradossalmente la società che aveva vinto cinque scudetti!) e ne son rimaste due, ora ne hanno creata un'altra raccogliendo gli scontenti delle altre due squadre più elementi provenienti da fuori.Cane ha scritto: ↑7 ott 2021, 20:08Io ho sempre accusato quelli di sinistra di voler comandare tutti!
Piuttosto di essere sotto a un'altro, magari che ha preso piu' voti, piu' bravo, piu' adatto...si scindono e fanno un'altro partito con l'1,2% dove pero' sono il capo e comandano!
Ma quante sigle ci sono a sinistra?
Intanto il resto d'Italia va avanti e loro sono relegati tra le pippe, mentre gli squadroni del nord pescano i campioni in erba dai vivai e li portano da loro. Prendono ragazzini di 10 - 12 anni, li mettono in collegi quasi di lusso, li fanno studiare e crescere atleticamente, intanto le altre squadre stentano perché sono private fin da subito degli elementi migliori. Ma un tale modo di fare impedisce di crescere anche a chi magari è un po' lento a migliorare ma ha grosse potenzialità. Una delle più grandi seconde linee di sempre ha giocato nelle serie minori di basket fino a 22 anni, a 24 già giocava nella Nazionale maggiore di rugby, ma di storie simili ce ne sono moltissime. Purtroppo senza una squadra forte che richiami pubblico e praticanti, i potenziali campioni di rugby rimangono a fare i mediocri atleti in altri sport. E la Nazionale, cresciuta negli anni 80 e 90 proprio grazie a queste ex grandi (L'Aquila, Roma, Catania, ma anche Milano e Torino), adesso ha la panchina corta e basta un infortunio o un paio di giocatori a corto di fiato (ossia sempre, a livello di incontri internazionali) ed ecco che rimedia batoste e "cucchiai di legno".