Daiso "Mili" G212: la reincarnazione del "Vietnam Watch"
Inviato: 8 ott 2024, 23:24
Riscrivo questa recensione, dato che ho perso tutta quella che avevo scritto per timeout del login o come cavolo si dice. Sicuramente molti di voi conosceranno i "Vietnam watches" prodotti da Benrus, Westclox ecc. con cassa in plastica verde monoblocco e spartani movimenti a soli 7 rubini. Mi sono sempre piaciuti, ma le quotazioni sono folli per degli orologi così spartani e soprattutto difficilmente riparabili. Inoltre non sono esistiti molti "homage": di quelli in acciaio sì, a tonnellate, ma di quelli in plastica pochissimi, costosi e poco fedeli.
Bene, mi imbatto non so come in alcuni articoli su questo Daiso "Mili". Per la cronaca, Daiso non è un marchio di orologi, ma una catena giapponese di "100-yen shops" (un pò come i nostri negozi a 1 euro) dove vendono di tutto, dalle bacinelle di plastica ai cuscini a forma di gatto. Bene: una catena di negozi di cianfrusaglie è riuscita a disegnare (e vendere) un orologio più fedele all'originale di tanti marchi di orologi veri!
Andiamo con ordine. La confezione è giusto una bustina, e a dispetto del contenuto (una replica di un serioso orologio da guerra americano), urla giapponese da ogni poro. Sembra uscita da una di quelle vending machines giappo ultratecnologiche dove anche a mezzanotte puoi comprare preservativi, spaghetti pronti e persino orologi, appunto.
L'orologio è talmente leggero (meno di 12 grammi!) che sembra quasi finto. La cassa per fortuna è in ABS e non in policarbonato, cosa che ne prolunga potenzialmente la vita utile. E' da 36 mm e replica perfettamente le anse fisse dei Benrus, anche le lancette (luminose come gli indici, anche se poco) sono fedeli all'originale, il fondello, apribile per sostituire la batteria a differenza degli originali, converte in modo creativo le specifiche militari con nome del modello, tipo di batteria e nome del movimento, un semplicissimo Seiko/Hattori PC21 (solo tempo e dotato solo di hacking stop) che è praticamente il cuore di gran parte dei quarzi commerciali da battaglia. Forse a ben vedere si poteva fare di meglio con un vetro plastica meglio profilato, il cinturino Nato (scelta obbligata date le anse fisse) è sottilissimo e con passanti un po' taglienti, ma ehi, non si può pretendere davvero di più.
La versione nera, a differenza di quella verde, è un pò una licenza poetica, in quanto non sono esistiti "Vietnam watches" in plastica di altri colori oltre al verde militare. Eppure, anche questo sembra più serio di tanti field watches da circo con tonnellate di leziosità.
Molti diranno: è un quarzetto da due soldi. Vero eppure, anche in questo riesce ad avere qualcosa in comune con gli antenati. I Westclox militari avevano dentro uno spartanissimo movimento Seiko, il D-407, soli 7 rubini come detto. Questo pure ha un Seiko, anche se è un quarzo.
E in fondo, se nel 1968 avessero avuto disponibili movimenti al quarzo da pochi centesimi di euro, avrebbero usato sicuramente quelli. Di certo non un ETA 2824
Per finire: quanto costa un Daiso Mili? C'è scritto sulla bustina: 500 yen , cioè 3 euro, in Giappone. Io ho preso anche quello nero per un totale di 15 euro per entrambi, spediti direttamente da Tokyo (partiti da Tochigi, non so se città o prefettura). Ancora una volta, la significanza non sempre dipende dal prezzo.
Bene, mi imbatto non so come in alcuni articoli su questo Daiso "Mili". Per la cronaca, Daiso non è un marchio di orologi, ma una catena giapponese di "100-yen shops" (un pò come i nostri negozi a 1 euro) dove vendono di tutto, dalle bacinelle di plastica ai cuscini a forma di gatto. Bene: una catena di negozi di cianfrusaglie è riuscita a disegnare (e vendere) un orologio più fedele all'originale di tanti marchi di orologi veri!
Andiamo con ordine. La confezione è giusto una bustina, e a dispetto del contenuto (una replica di un serioso orologio da guerra americano), urla giapponese da ogni poro. Sembra uscita da una di quelle vending machines giappo ultratecnologiche dove anche a mezzanotte puoi comprare preservativi, spaghetti pronti e persino orologi, appunto.
L'orologio è talmente leggero (meno di 12 grammi!) che sembra quasi finto. La cassa per fortuna è in ABS e non in policarbonato, cosa che ne prolunga potenzialmente la vita utile. E' da 36 mm e replica perfettamente le anse fisse dei Benrus, anche le lancette (luminose come gli indici, anche se poco) sono fedeli all'originale, il fondello, apribile per sostituire la batteria a differenza degli originali, converte in modo creativo le specifiche militari con nome del modello, tipo di batteria e nome del movimento, un semplicissimo Seiko/Hattori PC21 (solo tempo e dotato solo di hacking stop) che è praticamente il cuore di gran parte dei quarzi commerciali da battaglia. Forse a ben vedere si poteva fare di meglio con un vetro plastica meglio profilato, il cinturino Nato (scelta obbligata date le anse fisse) è sottilissimo e con passanti un po' taglienti, ma ehi, non si può pretendere davvero di più.
La versione nera, a differenza di quella verde, è un pò una licenza poetica, in quanto non sono esistiti "Vietnam watches" in plastica di altri colori oltre al verde militare. Eppure, anche questo sembra più serio di tanti field watches da circo con tonnellate di leziosità.
Molti diranno: è un quarzetto da due soldi. Vero eppure, anche in questo riesce ad avere qualcosa in comune con gli antenati. I Westclox militari avevano dentro uno spartanissimo movimento Seiko, il D-407, soli 7 rubini come detto. Questo pure ha un Seiko, anche se è un quarzo.
E in fondo, se nel 1968 avessero avuto disponibili movimenti al quarzo da pochi centesimi di euro, avrebbero usato sicuramente quelli. Di certo non un ETA 2824
Per finire: quanto costa un Daiso Mili? C'è scritto sulla bustina: 500 yen , cioè 3 euro, in Giappone. Io ho preso anche quello nero per un totale di 15 euro per entrambi, spediti direttamente da Tokyo (partiti da Tochigi, non so se città o prefettura). Ancora una volta, la significanza non sempre dipende dal prezzo.