Cari Soci,
alla pagina http://www.sigcis.org/?q=node/85 potete leggere o scaricare (in pdf) il libro menzionato nel titolo ovvero "Pioneers of Soviet Computing" di Boris Nikolaevich Malinovsky, pubblicato per la prima volta (cartaceo) a Kiev nel 1995, il link diretto è questo http://www.sigcis.org/files/SIGCISMC2010_001.pdf
Sono 202 pagine, fortunatamente in inglese, che corrispondono all'originale История Вычислительной Техники в Лицах, in parte una storia tecnica e in parte una memoria, vi si incontrano S.A. Lebedev, V.M. Glushkov, N.P. Brusentsov, I.S. Brook ed altri.
Vi si trovano descritti diversi progetti (tra i quali il BESM e BESM 1 e 2) insieme alla loro storia agli intrighi burocratici, personali e alle varie vicissitudini personali.
Ci trovate riportati anche progetti delle varie scuole russe e ucraine di cibernetica e intelligenza artificiale per la maggior parte applicate a questioni guerrafondaie (ma anche di pianificazione e programmazione economica).
Se poi vi interessasse qualcosa sull'autore potete approfondire qua: http://en.uacomputing.com/persons/malinovsky/
Ovviamente io non l'ho letto tutto ma ci sono inciampato e hoi trovato la parte che ho letto piuttosto interessante (e avvincente), dunque il libercolo degno di essere sottoposto alla vostra attenzione.
Beh, buona lettura dunque
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Grazie per l'ottimo suggerimento, molto apprezzato!DaniLao ha scritto:Ovviamente io non l'ho letto tutto ma ci sono inciampato e hoi trovato la parte che ho letto piuttosto interessante (e avvincente), dunque il libercolo degno di essere sottoposto alla vostra attenzione.
Il libro di Malinovsky può essere letto a diversi livelli, non è un romanzo né un saggio, piuttosto una raccolta di fatti, documenti e interviste ai protagonisti della informatizzazione dell'Unione Sovietica. Malinovsky ha organizzato il libro usando uno stile asciutto e dai toni a tratti propagandistici, ma la passione che ci mette è evidente e finisce per coinvolgere anche il lettore. In definitiva forse un po' noioso per chi non è addetto al settore, ma un ottimo testo di riferimento e consultazione.
La lettura di Pioneers of Soviet Computing mi si è sovrapposta a quella di un altro libro su un tema analogo, che avevo già iniziato. Si tratta di The Information, di James Gleick, che racconta la storia della teoria dell'informazione e del suo fondatore Claude Shannon.
Il periodo storico di riferimento di entrambi i libri è molto recente, e in larga parte è coperto dai tempi della Guerra Fredda. E' inevitabile quindi sentirsi trasportati indietro nel tempo (ma mica poi di tanto) e ritrovarsi a fare un parallelo tra i diversi modi di procedere degli scienziati al di là e al di qua della cortina di ferro.
In qualche modo i due libri sono l'uno il complemento dell'altro, e ci raccontano quanto siano incredibilmente recenti le acquisizioni del calcolo automatico e delle comunicazioni digitali. Tutte cose che oggi diamo per scontate, come questo stesso forum.
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Riprendo questo tema ancora per mostrarvi qualche foto insieme ad uno stringato riassunto di ciò che per esteso troverete tra le fonti, ovvero la storia della serie di computatori sovietici (o bielorussi) Minsk
L’espansione della produzione cibernetica sovietica risale alla metà degli anni ’50. E’ dell’agosto del ’56 la decisione di aprire stabilimenti che sviluppassero prodotti tecnologici.
L’apertura dello Special Design Bureau (SDB) Ordzhonikidze a Minsk è nel 1958.
Il primo progetto, al quale i tecnici lavorarono per 18 mesi, fu il Minsk 1 e mentre veniva sviluppato già lo si pensava pronto alla distribuzione in serie
Fu testato nel settembre 1960 ed era capace di 2,5 mila operazioni al secondo (i moscoviti del “Moscow Institute of Electronic Control Machines” con il loro M-3 erano arrivati a 30 operazioni al secondo…)
Per le specifiche e le differenze tra “ferrite cores” e “magnetic drums” vi rimando all’originale o ad un approfondimento che Zvezda ci potrebbe confezionare all’uopo…
Il tutto era anche di dimensioni relativamente modeste e occupava 4 mq, a differenza del BESM moscovita che ne richiedeva quasi 100…
Successivamente ci furono il Minsk 11 (capace di interpretare informazioni sui sismi e sulle linee telegrafiche), il Minsk 12 che aveva memorie esterne su dischi magnetici, i Minsk 14 e 16 (progettati per elaborare dati metereologici) e il Minsk-100, studiato per il Ministero degli interni e pensato per raccogliere ed elaborare impronte digitali delle quali avrebbe dovuto essere un immenso database.
Parallelamente alla serie 1 veniva sviluppato il Minsk 2, che fu il primo computer a semiconduttori di era sovietica.
Il Minsk 2 arrivava a 5/6 milioni di operazioni al secondo e la sua produzione risale al 1963 e sui suoi schemi furono prodotti successivi modelli tra i quali i Minsk 26 e 27 che erano in grado di elaborare i dati ricevuti dai satelliti metereologici.
Il modello più popolare fu il Minsk 22, prodotto il 734 esemplari, esso era equipaggiato con più memoria rispetto al Minsk 2 ed era dotato di un “tape drive”
Il modello più innovativo fu tuttavia il Minsk 23, prodotto dal 1966.
Arrivava a 7 mila operazioni al secondi ed era in grado di “comunicare” con devices esterni
Poteva far girare contemporaneamente 8 programmi e fu il primo calcolatore in Unione Sovietica ad essere dotato di una sorta di sistema operativo.
Il Minsk 23 fu utilizzato anche da aziende private tra le quali Aeroflot che se ne serviva per la vendita e prenotazione dei posti sulla sua flotta.
Pare che ne furono prodotti però soltanto 28.
L’ultimo personaggio di questa bella storia bielorussa è il Minsk 32, che risale al 1968
Era un mostro di velocità che arrivava a 30/35 mila operazioni al secondo, dava la possibilità di far girare più programme contemporaneamente ed era compatibile con i SW dei modelli precedenti (cosa che in IBM avveniva già dal 1965 con l’IBM-360).
Ne furono distribuiti circa 3.000 tra il 1968 e il 1975 e fu l’ultimo modello della serie Minsk
Fonte: http://masterok.livejournal.com/3067663 ... 67663.html
L’espansione della produzione cibernetica sovietica risale alla metà degli anni ’50. E’ dell’agosto del ’56 la decisione di aprire stabilimenti che sviluppassero prodotti tecnologici.
L’apertura dello Special Design Bureau (SDB) Ordzhonikidze a Minsk è nel 1958.
Il primo progetto, al quale i tecnici lavorarono per 18 mesi, fu il Minsk 1 e mentre veniva sviluppato già lo si pensava pronto alla distribuzione in serie
Fu testato nel settembre 1960 ed era capace di 2,5 mila operazioni al secondo (i moscoviti del “Moscow Institute of Electronic Control Machines” con il loro M-3 erano arrivati a 30 operazioni al secondo…)
Per le specifiche e le differenze tra “ferrite cores” e “magnetic drums” vi rimando all’originale o ad un approfondimento che Zvezda ci potrebbe confezionare all’uopo…
Il tutto era anche di dimensioni relativamente modeste e occupava 4 mq, a differenza del BESM moscovita che ne richiedeva quasi 100…
Successivamente ci furono il Minsk 11 (capace di interpretare informazioni sui sismi e sulle linee telegrafiche), il Minsk 12 che aveva memorie esterne su dischi magnetici, i Minsk 14 e 16 (progettati per elaborare dati metereologici) e il Minsk-100, studiato per il Ministero degli interni e pensato per raccogliere ed elaborare impronte digitali delle quali avrebbe dovuto essere un immenso database.
Parallelamente alla serie 1 veniva sviluppato il Minsk 2, che fu il primo computer a semiconduttori di era sovietica.
Il Minsk 2 arrivava a 5/6 milioni di operazioni al secondo e la sua produzione risale al 1963 e sui suoi schemi furono prodotti successivi modelli tra i quali i Minsk 26 e 27 che erano in grado di elaborare i dati ricevuti dai satelliti metereologici.
Il modello più popolare fu il Minsk 22, prodotto il 734 esemplari, esso era equipaggiato con più memoria rispetto al Minsk 2 ed era dotato di un “tape drive”
Il modello più innovativo fu tuttavia il Minsk 23, prodotto dal 1966.
Arrivava a 7 mila operazioni al secondi ed era in grado di “comunicare” con devices esterni
Poteva far girare contemporaneamente 8 programmi e fu il primo calcolatore in Unione Sovietica ad essere dotato di una sorta di sistema operativo.
Il Minsk 23 fu utilizzato anche da aziende private tra le quali Aeroflot che se ne serviva per la vendita e prenotazione dei posti sulla sua flotta.
Pare che ne furono prodotti però soltanto 28.
L’ultimo personaggio di questa bella storia bielorussa è il Minsk 32, che risale al 1968
Era un mostro di velocità che arrivava a 30/35 mila operazioni al secondo, dava la possibilità di far girare più programme contemporaneamente ed era compatibile con i SW dei modelli precedenti (cosa che in IBM avveniva già dal 1965 con l’IBM-360).
Ne furono distribuiti circa 3.000 tra il 1968 e il 1975 e fu l’ultimo modello della serie Minsk
Fonte: http://masterok.livejournal.com/3067663 ... 67663.html
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
I tamburi sono un equivalente degli hard disk di oggi, erano fatti con delle testine magnetiche che registravano le informazioni su un tamburo rotante. Le memorie a ferrite invece possono essere considerate un equivalente della RAM, senza parti in movimento e quindi potenzialmente più veloci e affidabili dei tamburi, ma per contro più costose e ingombranti.DaniLao ha scritto:Per le specifiche e le differenze tra “ferrite cores” e “magnetic drums” vi rimando all’originale o ad un approfondimento che Zvezda ci potrebbe confezionare all’uopo…
Per quanto quei sistemi possano far sorridere, rivestivano un valore strategico inestimabile. Chi non li aveva, o non li aveva abbastanza veloci e potenti, era fregato. Ai tempi della seconda guerra mondiale, della crisi di Cuba, o persino di gran parte dei primi esperimenti spaziali, i conti sulle traiettorie dei missili se li facevano a mano...
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Eccola la (o una delle?) memoria alla ferrite del Minsk 1
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Salve a tutti, di nuovo un aggiornamento fotografico che riguarda l’argomento tecnologico.
Si tratta di schizzi, idee, progetti, oggi forse si potrebbero chiamare “concept” sviluppati dal всесоюзный научно исследовательский институт технической эстетики (che Gogol traduce come All-Union Scientific Research Institute of Technical Aesthetics), attivo dagli anni ’60 ad oggi (su wikipedia qua http://bit.ly/2euVOIg)
Ci si trovano idee interessanti per la casa ma anche tutta una serie di ammennicoli tecnologici tipo cinture magiche, occhiali, auricolari, affari da tenere in tasca…
Addirittura un anello tecnologico, oltre al precursore del motorola…
Bello anche il computatore tutto in tinta
Un lettore piramidale plurimo di dischi digitali (forse alla ferrite)…
Dei graziosissimi tablet, uno anche con comodo collegamento telefonico…
Che te ne fai del vivavoce e dell’auricolare quando puoi avere tra le mani una bella e rassicurante cornetta a dimensioni naturali?
Finiamo con quello che non ho ben capito cosa dovrebbe essere, se un telefonino con possibilità di vedere le ultime puntate di Falcon Crest o –e qua si avrebbe la dimostrazione di quanto fossero avanti i soci sovietici- un precursore tecnologico del celeberrimo e immancabile tra i giovani “braccio da selfie” (quello che un tempo aveva la forma di un cavalletto a tre gambe che più era pesante più garantiva qualità e stabilità negli scatti lunghi…)
La notizia è rimbalzata da qua http://bit.ly/2e9Rv0W
Si tratta di schizzi, idee, progetti, oggi forse si potrebbero chiamare “concept” sviluppati dal всесоюзный научно исследовательский институт технической эстетики (che Gogol traduce come All-Union Scientific Research Institute of Technical Aesthetics), attivo dagli anni ’60 ad oggi (su wikipedia qua http://bit.ly/2euVOIg)
Ci si trovano idee interessanti per la casa ma anche tutta una serie di ammennicoli tecnologici tipo cinture magiche, occhiali, auricolari, affari da tenere in tasca…
Addirittura un anello tecnologico, oltre al precursore del motorola…
Bello anche il computatore tutto in tinta
Un lettore piramidale plurimo di dischi digitali (forse alla ferrite)…
Dei graziosissimi tablet, uno anche con comodo collegamento telefonico…
Che te ne fai del vivavoce e dell’auricolare quando puoi avere tra le mani una bella e rassicurante cornetta a dimensioni naturali?
Finiamo con quello che non ho ben capito cosa dovrebbe essere, se un telefonino con possibilità di vedere le ultime puntate di Falcon Crest o –e qua si avrebbe la dimostrazione di quanto fossero avanti i soci sovietici- un precursore tecnologico del celeberrimo e immancabile tra i giovani “braccio da selfie” (quello che un tempo aveva la forma di un cavalletto a tre gambe che più era pesante più garantiva qualità e stabilità negli scatti lunghi…)
La notizia è rimbalzata da qua http://bit.ly/2e9Rv0W
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Ormai questo è il topic che raccoglie ed esalta i progressi della tecnologia sovietica, dunque come non metterci questi due computatori portatili Elektronika?
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Certo che in fatto di design erano strambi ma avevano delle potenzialità, del resto c'erano fior di ingegneri, frenati (come in Italia) da dei burocrati col cervello da scimmia.
Se fosse andato in produzione, il piramidone di Cheope sarebbe diventato un must da collezionisti.
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Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
...questi tre progetti non sarebbero stati male
Peccato fossero solo speculazioni da copertina della rivista fantascientifica Tekhnika Molodezhi (Техника - молодёжи)
Se avete un quarto d'ora da investire fate un giro su questa bella raccolta delle prime pagine dagli anni '30 in poi
Peccato fossero solo speculazioni da copertina della rivista fantascientifica Tekhnika Molodezhi (Техника - молодёжи)
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Re: Pioneers of Soviet Computing - Disponibile gratis per tutti voi
Illustrazioni molto belle, che rendono bene l'idea di "progresso" collettivo presente negli anni passati, sia sotto fascismo e comunismo che nelle democrazie postbelliche ancora influenzate dal futurismo che li caratterizzava, sia pure con esagerazioni (abitare su Marte o qualche altro pianeta respirando ossigeno sotto una campana di vetro non attirerebbe nessuno).
Oggi questo slancio collettivo non c'è più, sostituito da "we can" hipsteriani e startuppari che "cambiano il mondo" per non cambiar nulla, anzi, lasciando nella precarietà sempre più gente, peraltro intenzionalmente. L'esatto contrario di quel che si auspicava prima.
Comunque degna di nota questa che mi ha ricordato la Lucia di Anna Marchesini con le luci di Natale in testa:
http://www.tested.com/science/space/456 ... anmag_123/
Oggi questo slancio collettivo non c'è più, sostituito da "we can" hipsteriani e startuppari che "cambiano il mondo" per non cambiar nulla, anzi, lasciando nella precarietà sempre più gente, peraltro intenzionalmente. L'esatto contrario di quel che si auspicava prima.
Comunque degna di nota questa che mi ha ricordato la Lucia di Anna Marchesini con le luci di Natale in testa:
http://www.tested.com/science/space/456 ... anmag_123/