Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
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Re: Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
Non capisco ancora quella data in fondo a destra. Puoi ingrandire il passport?
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Re: Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
Ecco qui il particolare
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Re: Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
Sì, ti confermo che nel particolare ingrandito si legge la tipografia che ha stampato il lotto di passport (ЛОМ. ТИПография), il numero dell'ordine (Заказ 3888 o qualcosa di simile), il numero di copie stampate (Тираж 300,000) e finalmente la data di preparazione del lotto, appunto 6 Febbraio 1990.
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Re: Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
A volte mi fai paura...zvezda ha scritto:...nel particolare ingrandito si legge la tipografia che ha stampato il lotto di passport (ЛОМ. ТИПография), il numero dell'ordine (Заказ 3888 o qualcosa di simile), il numero di copie stampate (Тираж 300,000) e...
Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)
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Re: Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
Il mio esemplare sul fondello ha un numero a sei cifre. L'ho preso senza un certificato d'accompagno.
E' normale trovare sui Raketa fondelli con numeri sia a sei che a tre cifre.
Nessuno ha mai saputo dire qualcosa di preciso e documentato sul significato della numerazione sul fondello.Quindi non sappiamo se numerasse l'orologio, il solo fondello, o chissà cos'altro.
Dal punto di vista dell'identificazione del singolo esemplare quel numero ha praticamente un valore nullo essendo il fondello una parte facilmente intercambiabile e sottoposta a usura.
Per quanto ne sappiamo i certificati non venivano inseriti e compilati in fabbrica. Sembra infatti che il certificato veniva "collegato" all'orologio al momento della vendita. Compito del "venditore" era proprio quello di scrivere il numero di "serie" (del fondello e del movimento) nell'apposito campo, questo ai fini della garanzia. Ma non era sufficiente.
In genere gli orologi uscivano dalla fabbrica in "pacchi", nemmeno in una singola scatoletta. Il punto di vendita aveva scatolette, mazzi di certificati e scatole di orologi. Al momento della vendita veniva combinato il tutto.
In genere non c'era nemmeno il cinturino o un bracciale, andava acquistato a parte o riciclato quello che già avevi.
Tutto molto razionale e coerente con una orologeria "seriale di massa" quale era l'orologeria sovietica.
Si potrebbe pensare che in fin dei conti ci dovrebbe essere una qualche relazione tra il numero e il certificato.
Sì, ci potrebbe essere ma non abbiamo la minima garanzia che sia così. Per tutta una serie di ragioni, non ultima la trascuratezza di come funzionava il commercio, il numero non veniva sempre trascritto sul certificato.
Inoltre il certificato da solo non costituiva una prova d'acquisto, questa era data dalla ricevuta.
Tutto questo in linea di massima, la storia va vista e rivista nel corso delle diverse decadi e fasi di produzione.
Per esempio nei certificati c'è un campo destinato alla data di vendita, questa era sempre compilata a mano dal venditore. Non poteva essere diversamente.
Infine due ultime considerazioni.
Tutto quanto detto sopra è da inserire nel contesto dell'epoca, della persona che in un determinato momento comprava un orologio, ma...
Oggi come oggi è normale imbattersi in certificati "in bianco", cioè senza che siano stati compilati i campi a mano. Io stesso ne ho decine, li ho messi in una cartella e poi ho smesso di raccoglierli.
Per cui oggi è facile trovare certificati compilati da chi te li vende oggi (clamoroso il caso, alcuni anni fa, di tutta una serie di Radio Room ,venduti da un unica persona, tutti con il certificato e con il numero scritto a mano, solo che la mano era sempre la stessa )
Infine, una serie limitata dovrebbe informarci anche sulla serie. Per esempio 185/200.
Insomma, non credo proprio che questo orologio sia una "limited edition".
Cambierei il titolo del topic.
Rimane il mistero del logo e dei fonts utilizzati. Possiamo specularci sopra ma per l'appunto rimarrebbero pure speculazioni (già fatte in passato).
Altra curiosità. Anche il mio esemplare è in condizioni pari al nuovo, come tutti quelli che ho visto negli ultimi dieci anni.
Non è uno dei Raketa più comuni e facili da trovare. Del resto ce ne sono moltissimi altri che sono considerati "rari".
Sono stati semplicemente prodotti in minore quantità, ma di raro non hanno nulla.
In conclusione, è l'ennesimo caso per aiutarci a ricordare alcune delle caratteristiche dell'orologeria sovietica: non c'è quasi mai nulla di veramente raro o che abbia un particolare valore economico; il suo fascino sta nella grande varietà ( "macchie di colore", se ci riferiamo soprattutto alla produzione tardo-sovietica e immediato post), nella clonazione degli stili occidentali, nella reinterpretazione stilistica dei disegnatori e dei paletti imposti dal sistema produttivo. E molto altro ancora.
Addirittura a volte, il più delle volte, s-velare il mistero può essere deludente. Potremmo scoprire che un qualcuno (ente, istituzione, fabbrica,ecc.) abbia semplicemente commissionato un orologio o, peggio ancora (sul finire del regime), erano le fabbriche a proporre a destra e a manca.
Questo è quello che avvenne con l'apertura al mercato.
La de-sovietizzazione dell'orologeria sovietica
Va buò, l'orologio è carino, un quadrante pulito, meno pesante dei tanti "0" in circolazione. Lo indosso con piacere.
E' normale trovare sui Raketa fondelli con numeri sia a sei che a tre cifre.
Nessuno ha mai saputo dire qualcosa di preciso e documentato sul significato della numerazione sul fondello.Quindi non sappiamo se numerasse l'orologio, il solo fondello, o chissà cos'altro.
Dal punto di vista dell'identificazione del singolo esemplare quel numero ha praticamente un valore nullo essendo il fondello una parte facilmente intercambiabile e sottoposta a usura.
Per quanto ne sappiamo i certificati non venivano inseriti e compilati in fabbrica. Sembra infatti che il certificato veniva "collegato" all'orologio al momento della vendita. Compito del "venditore" era proprio quello di scrivere il numero di "serie" (del fondello e del movimento) nell'apposito campo, questo ai fini della garanzia. Ma non era sufficiente.
In genere gli orologi uscivano dalla fabbrica in "pacchi", nemmeno in una singola scatoletta. Il punto di vendita aveva scatolette, mazzi di certificati e scatole di orologi. Al momento della vendita veniva combinato il tutto.
In genere non c'era nemmeno il cinturino o un bracciale, andava acquistato a parte o riciclato quello che già avevi.
Tutto molto razionale e coerente con una orologeria "seriale di massa" quale era l'orologeria sovietica.
Si potrebbe pensare che in fin dei conti ci dovrebbe essere una qualche relazione tra il numero e il certificato.
Sì, ci potrebbe essere ma non abbiamo la minima garanzia che sia così. Per tutta una serie di ragioni, non ultima la trascuratezza di come funzionava il commercio, il numero non veniva sempre trascritto sul certificato.
Inoltre il certificato da solo non costituiva una prova d'acquisto, questa era data dalla ricevuta.
Tutto questo in linea di massima, la storia va vista e rivista nel corso delle diverse decadi e fasi di produzione.
Per esempio nei certificati c'è un campo destinato alla data di vendita, questa era sempre compilata a mano dal venditore. Non poteva essere diversamente.
Infine due ultime considerazioni.
Tutto quanto detto sopra è da inserire nel contesto dell'epoca, della persona che in un determinato momento comprava un orologio, ma...
Oggi come oggi è normale imbattersi in certificati "in bianco", cioè senza che siano stati compilati i campi a mano. Io stesso ne ho decine, li ho messi in una cartella e poi ho smesso di raccoglierli.
Per cui oggi è facile trovare certificati compilati da chi te li vende oggi (clamoroso il caso, alcuni anni fa, di tutta una serie di Radio Room ,venduti da un unica persona, tutti con il certificato e con il numero scritto a mano, solo che la mano era sempre la stessa )
Infine, una serie limitata dovrebbe informarci anche sulla serie. Per esempio 185/200.
Insomma, non credo proprio che questo orologio sia una "limited edition".
Cambierei il titolo del topic.
Rimane il mistero del logo e dei fonts utilizzati. Possiamo specularci sopra ma per l'appunto rimarrebbero pure speculazioni (già fatte in passato).
Altra curiosità. Anche il mio esemplare è in condizioni pari al nuovo, come tutti quelli che ho visto negli ultimi dieci anni.
Non è uno dei Raketa più comuni e facili da trovare. Del resto ce ne sono moltissimi altri che sono considerati "rari".
Sono stati semplicemente prodotti in minore quantità, ma di raro non hanno nulla.
In conclusione, è l'ennesimo caso per aiutarci a ricordare alcune delle caratteristiche dell'orologeria sovietica: non c'è quasi mai nulla di veramente raro o che abbia un particolare valore economico; il suo fascino sta nella grande varietà ( "macchie di colore", se ci riferiamo soprattutto alla produzione tardo-sovietica e immediato post), nella clonazione degli stili occidentali, nella reinterpretazione stilistica dei disegnatori e dei paletti imposti dal sistema produttivo. E molto altro ancora.
Addirittura a volte, il più delle volte, s-velare il mistero può essere deludente. Potremmo scoprire che un qualcuno (ente, istituzione, fabbrica,ecc.) abbia semplicemente commissionato un orologio o, peggio ancora (sul finire del regime), erano le fabbriche a proporre a destra e a manca.
Questo è quello che avvenne con l'apertura al mercato.
La de-sovietizzazione dell'orologeria sovietica
Va buò, l'orologio è carino, un quadrante pulito, meno pesante dei tanti "0" in circolazione. Lo indosso con piacere.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)
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Re: Info su RAKETA BIG ZERO edizione limitata
Ma esistevano "serie limitate" di russi?mchap ha scritto:Infine, una serie limitata dovrebbe informarci anche sulla serie. Per esempio 185/200.
Insomma, non credo proprio che questo orologio sia una "limited edition".
Sarebbero anche contro la filosofia della produzione russa, in genere di massa...
Forse sono il solito distratto ma non ne ricordo...
Eventualmente qualche esempio?
Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)