Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
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Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
Ma che dici, putin un capolinea non sa nemmeno cosa sia!abete ha scritto:putin è al capolinea
Pensa che s'è presentato sotto casa dell'ultimo che gliel'aveva detto con questo (e poi -ovviamente- ci è passato sopra innanzi e indré una decina di volte per sincerarsi che avesse compreso l'antifona...)
Comunque, per non rendere il tuo intervento inutilmente polemico anche vano aggiorno con un paio di chicche, ovvero un bel magnete da frigo
Una serie di mariti di Barbie un po' più rudi di quel borghese di Ken
E -per i più arditi e appassionati, quelli che col presidente vogliono avere un rapporto sempre più intimo- ecco dei portapenne (o si dovrebbe dire portapene, tant'Antonio ci insegna che le dimensioni non contano?) che son disponibili in due eleganti livree
ma che funzionano sempre nel medesimo modo
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Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
Il punto di non ritorno e quando il popolo non ha piu nemmeno il pane
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Re: Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
Vogliamo essere seri fino quasi a rasentare il lugubre?abete ha scritto:Il punto di non ritorno e quando il popolo non ha piu nemmeno il pane
Il senso del topic era comunque lo stesso, pur se preso per un altro verso (nei putin-toy c'è già tutto)...
Comunque: metti insieme nazionalismo, culto del leader, maschio menefreghismo per i diritti umani, il petrolio con il quale tiene molti per le palle e il deprimente panorama politico internazionale e comprendi bene come anche i ratti si possano far disegnare come giganti...
Una faccenda brutta riguardo la quale la storia avrebbe già potuto insegnarci qualcosa, e invece...
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Re: Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
Eccoci ad un aggiornamento per questo topic in continuo mutamento, vi volevo far vedere un paio di cosine davvero carini e celebrative del grande presidente.
Direi di cominciare con una bella serie d'oggetti per la tavola, badate belle queste teiere e il portauovo nel cranio
Un altro pensiero utile per la casa... Perché non portare seco il presidente anche nei momenti più intimi?
E allora eccovelo in più versioni, da quelle in bianco e nero a quelle pensate per le pelli sensibili e a colori
Se poi volete proprio esagerare ecco la soluzione per quelli che hanno problemi di mira e che schizzettano a destra e a manca.
Con questo utilissimo gadget non rischierete più di sbagliare la mira, ne potete esser certi (parlo per quelli che a vedere il presidente non hanno erezioni, lo sconsiglierei agli altri...)
Finito con i bisogni materiali del corpo c'è da vestirsi ed andare a produrre per la Grande Madre Russia, dunque ecco un paio di proposte, dedicate -nell'ordine- a quelli più o meno estrosi nell'abbigliamento
C'è qualcosa anche per chi si stia già preparando al Natale, ecco infatti per voi le famosissime "palle di putin", lo so che detta così potrebbe suonare male ma è la migliore tra le definizioni.
La Pravda le pubblicizza come modellate a immagine, somiglianza e dimensione delle originali, le malelingue narrano che siano i testicoli che fa venire con i suoi discorsi...
...io non ne voglio saper nulla, ma quell'infiorescenza opalescente intorno alla foto potrebbe, in effetti, essere un rimando all'herpes, mi sa tanto di alone viola nelle prime campagne di sensibilizzazione sull'AIDS...
Concludiamo con quello che sarebbe uno dei più grandi sogni erotici di Burja: andare a letto con il presidente senza dover necessariamente rinunciare alla propria eterosessualità...
Da oggi sarà possibile grazie a questi bellissimi corredi coordinati di lenzuola e federe che non potranno mancare nelle vostre ville da vacanza estiva in pineta a Forte dei Marmi
Direi di cominciare con una bella serie d'oggetti per la tavola, badate belle queste teiere e il portauovo nel cranio
Un altro pensiero utile per la casa... Perché non portare seco il presidente anche nei momenti più intimi?
E allora eccovelo in più versioni, da quelle in bianco e nero a quelle pensate per le pelli sensibili e a colori
Se poi volete proprio esagerare ecco la soluzione per quelli che hanno problemi di mira e che schizzettano a destra e a manca.
Con questo utilissimo gadget non rischierete più di sbagliare la mira, ne potete esser certi (parlo per quelli che a vedere il presidente non hanno erezioni, lo sconsiglierei agli altri...)
Finito con i bisogni materiali del corpo c'è da vestirsi ed andare a produrre per la Grande Madre Russia, dunque ecco un paio di proposte, dedicate -nell'ordine- a quelli più o meno estrosi nell'abbigliamento
C'è qualcosa anche per chi si stia già preparando al Natale, ecco infatti per voi le famosissime "palle di putin", lo so che detta così potrebbe suonare male ma è la migliore tra le definizioni.
La Pravda le pubblicizza come modellate a immagine, somiglianza e dimensione delle originali, le malelingue narrano che siano i testicoli che fa venire con i suoi discorsi...
...io non ne voglio saper nulla, ma quell'infiorescenza opalescente intorno alla foto potrebbe, in effetti, essere un rimando all'herpes, mi sa tanto di alone viola nelle prime campagne di sensibilizzazione sull'AIDS...
Concludiamo con quello che sarebbe uno dei più grandi sogni erotici di Burja: andare a letto con il presidente senza dover necessariamente rinunciare alla propria eterosessualità...
Da oggi sarà possibile grazie a questi bellissimi corredi coordinati di lenzuola e federe che non potranno mancare nelle vostre ville da vacanza estiva in pineta a Forte dei Marmi
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Re: Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
degenerazioni di democrazie malate..............
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Re: Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
Dai, serio http://www.2oceansvibe.com/2012/08/29/p ... lifestyle/
Degenerazione e malattia, c'è tutto...
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Re: Putin-Toy: I migliori giochi per grandi e per piccini in guisa di Vladimir Vladimirovič Putin
Il riso è la debolezza, la corruzione, l’insipidità della nostra carne. E’ il sollazzo per il contadino, la licenza per l’avvinazzato, anchela chiesa nella sua saggezza ha concesso il momento della festa, del carnevale, della fiera, questa polluzione diurna che scarica gli umori e trattiene da altri desideri e da altreambizioni… Ma così il riso rimane cosa vile, difesa per i semplici, mistero dissacrato per la plebe. Lo diceva anche l’apostolo, piuttosto di bruciare, sposatevi. Piuttosto di ribellarvi all’ordine voluto da Dio, ridete e dilettatevi delle vostre immonde parodie dell’ordine, alla fine del pasto, dopo che avete vuotato le brocche e i fiaschi. Eleggete il re degli stolti, perdetevi nella liturgia dell’asino e del maiale, giocate a rappresentare i vostri saturnali a testa in giù… Ma qui, qui…qui si ribalta la funzione del riso, la si eleva ad arte, le si aprono le porte del mondo dei dotti, se ne fa oggetto di filosofia, e di perfida teologia… Tu hai visto ieri come i semplici possono concepire, e mettere in atto, le più torbide eresie, disconoscendo e le leggi di Dio e le leggi della natura. Ma la chiesa può sopportare l’eresia dei semplici, i quali si condannano da soli, rovinati dalla loro ignoranza.. Il riso libera il villano dalla paura del diavolo, perché nella festa degli stolti anche il diavolo appare povero e stolto, dunque controllabile.
Quando ride, mentre il vino gli gorgoglia in gola, il villano si sente padrone, perché ha capovolto i rapporti di signoria: ma questo libro potrebbe insegnare ai dotti gli artifici arguti, e da quel momento illustri, con cui legittimare il capovolgimento. Allora si trasformerebbe in operazione dell’intelletto quello che nel gesto irriflesso del villano è ancora e fortunatamente operazione del ventre. Che il riso sia proprio dell’uomo è segno del nostro limite di peccatori. Ma da questo libro quante menti corrotte come la tua trarrebbero l’estremo sillogismo, per cui il riso è il fine dell’uomo! Il riso distoglie, per alcuni istanti, il villano dalla paura. Ma la legge si impone attraverso la paura, il cui nome vero è timor di Dio. E da questo libro potrebbe partire la scintilla luciferina che appiccherebbe al mondo intero un nuovo incendio: e il riso si disegnerebbe come l’arte nuova, ignota persino a Prometeo, per annullare la paura. Al villano che ride, in quel momento, non importa di morire: ma poi, cessata la sua licenza, la liturgia gli impone di nuovo, secondo il disegno divino, la paura della morte. E da questo libro potrebbe nascere la nuova e distruttiva aspirazione a distruggere la morte attraverso l’affrancamento dalla paura. E cosa saremmo, noi creature peccatrici, senza la paura, forse il più provvido, e affettuoso dei doni divini? Per secoli i dottori e i padri hanno secreto profumate essenze di santo sapere per redimere, attraverso il pensiero di ciò che è alto, la miseria e la tentazione di ciò che è basso. E questo libro, giustificando come miracolosa medicina la commedia, e la satira e il mimo, che produrrebbero la purificazione dalle passioni attraverso la rappresentazione del difetto, del vizio, della debolezza, indurrebbe i falsi sapienti a tentar di redimere (con diabolico rovesciamento) l’alto attraverso l’accettazione del basso. Da questo libro deriverebbe il pensiero che l’uomo può volere sulla terra (come suggeriva il tuo Bacone a proposito della magìa naturale) l’abbondanza stessa del paese di Cuccagna. Ma è questo che non dobbiamo e non possiamo avere. Guarda i monacelli che si svergognano nella parodia buffonesca della Coena Cypriani. Quale diabolica trasfigurazione della sacra scrittura! Eppure nel farlo sanno che ciò è male. Ma il giorno che la parola del Filosofo giustificasse i giochi marginali della immaginazione sregolata, oh allora veramente ciò che stava a margine balzerebbe nel centro, e del centro si perderebbe ogni traccia. Il popolo di Dio si trasformerebbe in una assemblea di mostri eruttati dagli abissi della terra incognita, e in quel momento la periferia della terra conosciuta diventerebbe il cuore dell’impero cristiano, gli arimaspi sul trono di Pietro, i blemmi nei monasteri, i nani dal ventre grosso e dalla testa immensa a guardia della biblioteca! I servi a dettare la legge, noi (ma anche tu, allora) a ubbidire alla vacanza di ogni legge. Disse un filosofo greco (che il tuo Aristotele qui cita, complice e immonda auctoritas) che si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà. La prudenza dei nostri padri ha fatto la sua scelta: se il riso è il diletto della plebe, la licenza della plebe venga tenuta a freno e umiliata, e intimorita con la severità. E la plebe non ha armi per affinare il suo riso sino a farlo diventare strumento contro la serietà dei pastori che devono condurla alla vita eterna e sottrarla alle seduzioni del ventre, delle pudenda, del cibo, dei suoi sordidi desideri.
Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani, Milano 1989
Quando ride, mentre il vino gli gorgoglia in gola, il villano si sente padrone, perché ha capovolto i rapporti di signoria: ma questo libro potrebbe insegnare ai dotti gli artifici arguti, e da quel momento illustri, con cui legittimare il capovolgimento. Allora si trasformerebbe in operazione dell’intelletto quello che nel gesto irriflesso del villano è ancora e fortunatamente operazione del ventre. Che il riso sia proprio dell’uomo è segno del nostro limite di peccatori. Ma da questo libro quante menti corrotte come la tua trarrebbero l’estremo sillogismo, per cui il riso è il fine dell’uomo! Il riso distoglie, per alcuni istanti, il villano dalla paura. Ma la legge si impone attraverso la paura, il cui nome vero è timor di Dio. E da questo libro potrebbe partire la scintilla luciferina che appiccherebbe al mondo intero un nuovo incendio: e il riso si disegnerebbe come l’arte nuova, ignota persino a Prometeo, per annullare la paura. Al villano che ride, in quel momento, non importa di morire: ma poi, cessata la sua licenza, la liturgia gli impone di nuovo, secondo il disegno divino, la paura della morte. E da questo libro potrebbe nascere la nuova e distruttiva aspirazione a distruggere la morte attraverso l’affrancamento dalla paura. E cosa saremmo, noi creature peccatrici, senza la paura, forse il più provvido, e affettuoso dei doni divini? Per secoli i dottori e i padri hanno secreto profumate essenze di santo sapere per redimere, attraverso il pensiero di ciò che è alto, la miseria e la tentazione di ciò che è basso. E questo libro, giustificando come miracolosa medicina la commedia, e la satira e il mimo, che produrrebbero la purificazione dalle passioni attraverso la rappresentazione del difetto, del vizio, della debolezza, indurrebbe i falsi sapienti a tentar di redimere (con diabolico rovesciamento) l’alto attraverso l’accettazione del basso. Da questo libro deriverebbe il pensiero che l’uomo può volere sulla terra (come suggeriva il tuo Bacone a proposito della magìa naturale) l’abbondanza stessa del paese di Cuccagna. Ma è questo che non dobbiamo e non possiamo avere. Guarda i monacelli che si svergognano nella parodia buffonesca della Coena Cypriani. Quale diabolica trasfigurazione della sacra scrittura! Eppure nel farlo sanno che ciò è male. Ma il giorno che la parola del Filosofo giustificasse i giochi marginali della immaginazione sregolata, oh allora veramente ciò che stava a margine balzerebbe nel centro, e del centro si perderebbe ogni traccia. Il popolo di Dio si trasformerebbe in una assemblea di mostri eruttati dagli abissi della terra incognita, e in quel momento la periferia della terra conosciuta diventerebbe il cuore dell’impero cristiano, gli arimaspi sul trono di Pietro, i blemmi nei monasteri, i nani dal ventre grosso e dalla testa immensa a guardia della biblioteca! I servi a dettare la legge, noi (ma anche tu, allora) a ubbidire alla vacanza di ogni legge. Disse un filosofo greco (che il tuo Aristotele qui cita, complice e immonda auctoritas) che si deve smantellare la serietà degli avversari con il riso, e il riso avversare con la serietà. La prudenza dei nostri padri ha fatto la sua scelta: se il riso è il diletto della plebe, la licenza della plebe venga tenuta a freno e umiliata, e intimorita con la severità. E la plebe non ha armi per affinare il suo riso sino a farlo diventare strumento contro la serietà dei pastori che devono condurla alla vita eterna e sottrarla alle seduzioni del ventre, delle pudenda, del cibo, dei suoi sordidi desideri.
Umberto Eco, Il nome della rosa, Bompiani, Milano 1989
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Note:burja ha scritto:Il riso è la debolezza, la corruzione, l’insipidità della nostra carne (8==>)
1) il titolo corretto per chi lo volesse cercare è "De infinita Hyperbolicossica seu Paradoxa Geometrica", sopra si legge male;
2) "Il Bibliotecario" è anch'egli gentilmente offerto da Il Vernacoliere
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