Cane ha scritto: 23 mag 2017, 20:18
Forse non abbiamo capito la filosofia di questi orologi
Cane ha scritto: 23 mag 2017, 20:18
Forse non abbiamo capito la filosofia di questi orologi
Ecco, il punto sta qui, o almeno uno dei punti: perché dobbiamo capire? Il virtuosismo e i virtuosi pretendono sempre di essere capiti, ma perché mai dovremmo capirli?
E' un discorso complesso. C'è il virtuoso e c'è chi capisce il virtuosismo. Tra i due si crea una sorta di complicità
Il virtuosismo per definizione non ha lo scopo di generare emozioni, bensì tende alla esasperazione di una tecnica, raggiungerne i limiti, almeno quelli propri. Sono cose che sa chiunque abbia suonato uno strumento, provato a dipingere, o magari a giocare con le parole.
Il paradosso sta nel cercare emozioni in ciò che di per se non ha lo scopo di suscitare emozioni. O almeno non lo scopo principale.
Quindi di fronte al virtuosismo si dovrebbero mettere da parte i criteri dell'estetica e della tecnica. L'esasperante ricerca del limite di cui si è capaci non si cura dell'estetica e delle emozioni, non è tenuto a farlo o addirittura potrebbe essere un ostacolo.
Eseguire una scala, nota dopo nota, a velocità incredibile non darà mai le stesse emozioni di una sola nota suonata con un sentimento profondo che ti viene dal di dentro e ti porta al tocco, la pizzicata, la pressione, che susciteranno emozioni intense in te e in chi ascolta.
Un vecchio montanaro che mi aiuta a mettere in piedi quaranta metri di recinzione usando solo una catorcia, una sega a mano e un martello, realizzando incastri e tenendo in piedi il tutto senza usare un grammo di cemento, per di più procedendo velocemente, suscita in me emozione e ammirazione. C'è tutto: abilità, inventiva, creatività, mestiere, "manico".
Cosa che non avverrebbe se il lavoro fosse fatto con gli strumenti più moderni, più adatti, raggiungendo magari un risultato migliore.
Ecco, qui sta un altro punto: c'è virtuosismo e virtuosismo. C'è quello "edonistico", fine a se stesso, e c'è quello che sottende capacità, inventiva, creatività e... sa dare emozioni.
In altre parole, con cosa sono stati disegnati questi orologi? come e con quali mezzi sono stati costruiti?
Certo sei sei una capra non arriverai mai a certi risultati ma, tanto per fare un esempio, la migliore e incredibile delle foto in digitale fatta con una buona macchina e magari ritoccata con le tecniche disponibili oggi vale mai quanto una qualsiasi buona foto fatta su pellicola o, comunque, giocando tutto su soggetto, luce, esposizione,ecc.?
Ancora un altro esempio, Cane lo capirà di sicuro.
Una volta mentre giravo, in macchina, per le strade di montagna della repubblica Ceca vidi due Harley, una di fila all'altra, che prendevano delle curve piegando in modo perfetto ed estremo. Delle pennellate leggere come una piuma. Grandi motociclisti, dei veri e propri virtuosi. Se sai di moto ti danno emozioni.
Con una "jap" prendere quelle curve piegati è alla portata di tutti, viene quasi naturale, ma con moto come le Harley metti davvero in gioco tutta l'abilità di chi sta in sella. Con una jap la stessa curva piegata può farlo anche un motociclista mediocre.
Insomma a me non interessa capire il virtuosismo fino a se stesso. Allo stesso modo non mi interessa capire ciò che mi suscita emozioni, se ci riuscissi finirebbe l'incanto.
Mi interessa vivere l''emozione o, quando è il caso, esercitare una tecnica con gli strumenti più rudimentali, di base, che esistano.
Alla fine: 'sti orologi sono "jap" o "harley" (o Guzzi che si voglia)?
Questi orologi sono una "braciolata" cotta con carbonella e diavolina, o due patate arrostite sotto la cenere di un fuoco che ti ha scaldato, che hai usato per cucinare lentamente altro, e che hai accesso usando poca carta, qualche rametto secco, ciocchi spaccati da te e, unica concessione alla tecnica, un fiammifero?
Per me sono il non senso del mondo di oggi. Per me sono una "jap" cotta con carbonella e diavolina
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)