I casi singoli rimangono casi singoli...
Ma le tre belve cecene che hanno ucciso a pedate in faccia il toscano in spagna vivono in francia come "rifugiati politici"...
Ma siamo sicuri non convenga rimandarli in cecenia che li pettinino loro?...
Superare il reato di immigrazione clandestina
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Ué, Socio, se si dovesse dar retta a quelli che sostengono che Arlecchino si confessò burlando direi che il fatto che tu abbia scritto DC e PSI maiuscoli e PCI minuscolo la dica lunga
Riguardo l'altra faccenda (pur condividendo lo sdegno e auspicando che la magistratura faccia il suo dovere come fossimo tutti uguali), in effetti, i casi singoli rischierebbero di portarci fuori strada o -perlomeno- su una sulla quale non mi pare utile procedere
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Superare il reato di immigrazione clandestina
Allo scopo di mantenere la discussione agli ottimi livelli ai quali sinora si è svolta e convinto che approfondimento e cultura siano l'antidoto alla semplificazione becera che ci offrono i mass media aggiungo due contributi sui quali riflettere.
Il primo è la presa di posizione dell'ASGI sul codice di condotta per le ONG.
ASGI è l'associazione studi giuridici sull'immigrazione, composta da avvocati che si occupano della materia (dal punto di vista legale, non un tanto al metro) e membro dei tavoli di discussione governativi propedeutici all'estensione di norme sull'argomento.
Insomma, costoro esprimono "grave sconcerto per le modalità di conduzione e di conclusione della vicenda relativa al cosiddetto codice di condotta per le ONG che effettuano i salvataggi in mare" evidenziando poi una serie di "problematiche giuridiche" in contrasto con il diritto internazionale nell'eventuale applicazione del codice stesso (cioè applicandolo andremo incontro ai ricorsi che poi saranno pagati con i soldi delle nostre tasse).
Per chi volesse approfondire un riassunto della presa di posizione si trova qua e il testo integrale qua.
Un altro "spunto" ce lo offre Agnes Callamard dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR; per quanto conti, nobel per la pace un paio di volte), secondo la quale (no, nemmeno lei è l'ultima arrivata) c'è il sospetto che l’Italia (ma anche la Commissione Ue e gli altri Stati europei) "considerino il rischio e la realtà delle morti in mare un prezzo da pagare per dissuadere migranti e rifugiati".
Sempre secondo lei i finanziamenti alla Libia espongono chi viene riportato nel Paese a "violenze abominevoli" (c'è da avere pochi dubbi anche leggendo della nave dell'ONG spagnola abbordata dalla marina libica)
Fa anche notare che il numero di immigrati e rifugiati riportati in Libia pare superi il numero di persone che risultano registrate nei centri di detenzione per immigrati, il che indica che degli altri non si sa che fine facciano.
O meglio, che non si vuol sapere perché in verità dove vanno a finire ve l'ho già detto qualche intervento sopra parlando della rotta dal Niger...
Alla luce di questo la Callamard non dubita che possa essere utile qualche supporto alla guardia costiera libica ma sottolinea come questo sostegno “non si può fornire senza garanzie dimostrabili che i diritti dei migranti intercettati vengano rispettati e che i migranti stessi vengano protetti da violazioni e abusi da parte di agenti statali, milizie armate e trafficanti”.
No, non è una gran richiesta, parrebbe il minimo ma di garanzie non c'è ombra, anzi, si allungano solo ombre di milizie, centri di raccolta fuori da ogni regola, pestaggi, morti e stupri...
Comunque, trovate conto del suo intervento qua, dove potrete leggere anche che la tipa* ha chiesto chiarimenti a UE, governo italiano (evvabbè...) governo libico (BUM!).
Non so se ne avrà ma questo intervento (insieme a quello sopra) magari serve a compensare l'idea che la ragione se la pigli il popolo che strilla per il mal di pancia (indotto) o chi possa ritenere che è meglio far politica inseguendo i voti e il becerismo (anche questo indotto, indubbiamente) dei forconi :-/
*buffo rilevare come i titoli di molti giornali la definiscano "l'esperta dell'ONU" come a voler evocare un azzeccagarbugli qualsiasi di un'organizzazione indefinita per presentare lo scomodo intervento in una certa luce.
In realtà chi sia veramente e di cosa si occupi l'abbiamo già detto sopra...
Il primo è la presa di posizione dell'ASGI sul codice di condotta per le ONG.
ASGI è l'associazione studi giuridici sull'immigrazione, composta da avvocati che si occupano della materia (dal punto di vista legale, non un tanto al metro) e membro dei tavoli di discussione governativi propedeutici all'estensione di norme sull'argomento.
Insomma, costoro esprimono "grave sconcerto per le modalità di conduzione e di conclusione della vicenda relativa al cosiddetto codice di condotta per le ONG che effettuano i salvataggi in mare" evidenziando poi una serie di "problematiche giuridiche" in contrasto con il diritto internazionale nell'eventuale applicazione del codice stesso (cioè applicandolo andremo incontro ai ricorsi che poi saranno pagati con i soldi delle nostre tasse).
Per chi volesse approfondire un riassunto della presa di posizione si trova qua e il testo integrale qua.
Un altro "spunto" ce lo offre Agnes Callamard dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR; per quanto conti, nobel per la pace un paio di volte), secondo la quale (no, nemmeno lei è l'ultima arrivata) c'è il sospetto che l’Italia (ma anche la Commissione Ue e gli altri Stati europei) "considerino il rischio e la realtà delle morti in mare un prezzo da pagare per dissuadere migranti e rifugiati".
Sempre secondo lei i finanziamenti alla Libia espongono chi viene riportato nel Paese a "violenze abominevoli" (c'è da avere pochi dubbi anche leggendo della nave dell'ONG spagnola abbordata dalla marina libica)
Fa anche notare che il numero di immigrati e rifugiati riportati in Libia pare superi il numero di persone che risultano registrate nei centri di detenzione per immigrati, il che indica che degli altri non si sa che fine facciano.
O meglio, che non si vuol sapere perché in verità dove vanno a finire ve l'ho già detto qualche intervento sopra parlando della rotta dal Niger...
Alla luce di questo la Callamard non dubita che possa essere utile qualche supporto alla guardia costiera libica ma sottolinea come questo sostegno “non si può fornire senza garanzie dimostrabili che i diritti dei migranti intercettati vengano rispettati e che i migranti stessi vengano protetti da violazioni e abusi da parte di agenti statali, milizie armate e trafficanti”.
No, non è una gran richiesta, parrebbe il minimo ma di garanzie non c'è ombra, anzi, si allungano solo ombre di milizie, centri di raccolta fuori da ogni regola, pestaggi, morti e stupri...
Comunque, trovate conto del suo intervento qua, dove potrete leggere anche che la tipa* ha chiesto chiarimenti a UE, governo italiano (evvabbè...) governo libico (BUM!).
Non so se ne avrà ma questo intervento (insieme a quello sopra) magari serve a compensare l'idea che la ragione se la pigli il popolo che strilla per il mal di pancia (indotto) o chi possa ritenere che è meglio far politica inseguendo i voti e il becerismo (anche questo indotto, indubbiamente) dei forconi :-/
*buffo rilevare come i titoli di molti giornali la definiscano "l'esperta dell'ONU" come a voler evocare un azzeccagarbugli qualsiasi di un'organizzazione indefinita per presentare lo scomodo intervento in una certa luce.
In realtà chi sia veramente e di cosa si occupi l'abbiamo già detto sopra...
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Si daniele, ma sono posizioni si principio, dettate anche dal ruolo rivestito, che non puntano a risolvere il problema africano
nella sua interezza, guardano solo quello che fa piu' scalpore sui giornali e alla tv...
Ancora Africa: numeri da tanti ignorati ma molto utili...
Il 14% dei migranti internazionali è africano, circa 30 milioni di persone. La metà si sposta verso altri paesi africani.
Principali destinazioni dei migranti nordafricani...Francia 2 milioni. Arabia Saudita 1 milione. Poi Giordania, Spagna, Italia, circa 700mila
Principali destinazioni dei migranti dell'africa subsahariana: Costa D' Avorio 2milioni e mezzo. Sud Africa 2 milioni. Poi Regno Unito, Stati Uniti, Burkina Faso, Nigeria, tutti con circa un milione. Seguono Nigeria Francia e giù fino all'Italia, 17esima con 320mila.
Avete capito...il 50% dei migranti africani non viene in europa ma si sposta in altri paesi africani le cui economie stanno crescendo, quindi
la "strada maestra" per risolvere il problema africano e' di farli crescere economicamente. Con gli investimenti esteri! (globalizzazione)
16 delle trenta economie con maggiore crescita al mondo sono in Africa. Solo due tra le economie con la peggiore crescita sono in Africa
In africa ci sono oltre un miliardo di persone, come in cina e come in india, ma che cacchio di "soluzione finale" e' portarne
qualche centomila in italia?
Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Ciao Cane, scusa se mi intrometto nel discorso
Io purtroppo sono un attaccabrighe, e di risse da bar ne ho viste qualcuna. In Russia e generalmente nei paesi dell'est è normale avere in macchina o comunque a portata di mano un arma, bianca o da fuoco che sia. I miei compagni di sventura mi dicono sempre che quando si litiga si deve sempre reagire con la massima virulenza della quale si è capaci, senza risparmiarsi o avere dubbi, perchè se l'altro poi si alza e va in macchina poi torna armato, e li sono ca**i!
Loro questo ce l'hanno nel dna, i Ceceni come in questo caso sono TUTTI militari, ma addestrati malamente e quindi incontrollati. Si sono trovati in un posto pieno di debosciati, qualche bicchiere ed un fighetto italiano che si è messo di mezzo. Per loro è stato solo uno svago, poco scostante dalla quotidianità.
Il mio morse è talmente arrugginito che potrei mandargli le misure della coniglietta del mese.
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Altro che scusa...piu' siamo ad esprimere un parere o dare un contributo meglio e'...
Ma tutte queste armi in russia sono lecite? Consentite? O abusive?
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
la mia ex sparava ai pali del telefono con una S&W rosa dalla macchina in corsa (e li centrava), tutte le Lada con i Tagiki o Kazaki che ci sono in giro hanno nel bagagliaio una mazza da baseball o un palo di ferro, i cosiddetti "viso d'angelo" sono ragazzini minorenni che girano con tirapugni e coltello, le armi da fuoco sono per chi ha due soldi, un tipo appena conosciuto quando ha saputo che sono Italiano mi ha fatto vedere una Beretta cal. 9, gli ho fatto notare che al posto della matricola c'era una sflessibilata e lui si è messo a ridere. Le armi pesanti per restare in tema sono status symbol dei Ceceni mentre gli Ukraini sono dei poveracci e se le danno con le mani ed i piedi. Nulla di ciò, mani e piedi inclusi è legale, ma se devi difenderti tutto è necessario.
Il mio morse è talmente arrugginito che potrei mandargli le misure della coniglietta del mese.
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Oh, ecco, Paolo, ora si comincia a ragionare se si prende in considerazione la distinzione tra richiedenti protezione internazionale e migranti economici, dunque proviamo a continuare costruttivamente allora.
In effetti (stante il fatto che la fame non la fermano i muri come non la ferma il mare) il problema grosso normativo non è portare da noi tutti ma tutelare il diritto per chi davvero si muova per questioni che rientrano in quelle previste dalla protezione internazionale di presentare la propria istanza e di vedersi riconosciuto un diritto.
Ecco perché i respingimenti son stati condannati, se sul barcone c'è qualcuno che deve presentare istanza di protezione internazionale non si può respingere.
Deve attraccare e presentarsi agli organi di sicurezza.
Per quanto prevedono i regolamenti europei la richiesta deve essere presenta nel primo paese (democratico e aderente alle varie convenzioni, si legga "europeo") nel quale attracchi, e poi lì rimani*...
Almeno finché non sarai sentito da una delle commissioni e -se ti sarà riconosciuta qualche forma di protezione- potrai ottenere un titolo che ti autorizzi stabilmente al soggiorno.
Nel frattempo i costi sono ripartiti con l'Europa ma per la massima parte a carico dell'Italia.
Certo, negli ultimi mesi TUTTI presentano richiesta di protezione internazionale (anche i migranti puramente economici).
Naturalmente le varie Commissioni Territoriali -quando sarà il loro momento- respingeranno la domanda di chi non abbia diritto a nessuna forma di protezione internazionale (il nostro ordinamento ne prevede tre, ma non vi voglio annoiare) e la Questura di competenza notificherà l'invito al riconosciuto-ufficialmente-finto-profugo a lasciare il territorio italiano entro 15 giorni.
L'istante può però fare ricorso e la decisione finale della magistratura potrebbe richiedere qualche anno; durante tutto il periodo si è comunque autorizzati a soggiornare.
I ricorsi li fa chi ritiene che la commissione abbia mal valutato ma anche tutti gli altri, intendo i migranti puramente economici che nulla hanno a che vedere con la protezione internazionale, perché tra una cosa e l'altra in questo modo il tuo titolo di soggiorno viene rinnovato per altri 2/3 anni fino alla decretazione finale...
(Immaginate -a lato, come ulteriore danno collaterale- il numero di dinieghi e provate ad immaginare con che numeri stiano intasando le procure già in affanno.....)
Ovvio che comunque -che faccia ricorso o meno, prima o dopo- quando arriverà il provvedimento finale il tipo sopra non si muoverà da qua, che non avrà un titolo di soggiorno che gli consenta di essere assunto e che si dovrà arrangiare in qualche modo (illegale comunque, sia che lavori a nero, sia che spacci) per mangiare e abitare.
Anticipo l'eventuale domanda "non si posson metter tutti su un aereo e rispedirli a casa?"
No, non si può.
Già nel 1998, quando è stato approvato il Testo Unico sull'Immigrazione, i due relatori Bossi e Fini (la legge ancora si chiama così, per dire che non eran due esagitati luminari partigiani di sinistra) ci avevan pensato ma -fatti due conti- s'eran resi conto che ci sarebbe costato una cifra improponibile.
Tantopiù che è inutile riportare una persona all'aeroporto del proprio paese d'origine se non ci sono accordi di riammissione tra i due governi.
Se riporto il Sig. Uwusu alla Nigeria quelli manco mi guardano in faccia e rispondono che il signore non ha violato nessuna legge locale, che è un uomo libero e che può fare della sua vita quel che vuole (e lui dopo un quarto d'ora può ripartire...).
Gli accordi sono un "prodotto" nella logica economica che muove le leggi e sono accettati solo da paesi ai quali conviene, cioè dove l'Italia in qualche modo investe.
Ovviamente noi investiamo in progetti internazionali cifre ridicole e abbiamo accordi con pochissimi paesi.
La lista ufficiale la trovate qua, l'occhio attento non mancherà di notare come siano assenti i paesi dai quali proviene la maggioranza dei migranti che raggiunge l'Italia (mancano Nigeria, Marocco, Cina, Pakistan, Bangladesh...).
Con tutta probabilità a quei paesi interessano più le rimesse dei propri cittadini all'estero (che gliene frega se son regolarmente soggiornanti, i soldi che tornano sono veri, buoni e giusti. Per i paesi d'origine spesso i propri figli all'estero son ricche mucche da mungere e oltre che vivificare l'economia con i soldi che rientrano lo fanno con tassazioni che sono ulteriori entrate).
Perdonatemi la divagazione sopra e torniamo ai profughi: sapete perché il meccanismo (normativo) della protezione internazionale genera queste aberrazioni (mole di istanze strumentali, lunga permanenza prima del provvedimento finale, costi, gente che resta nonostante l'invito ad allontanarsi...)?
Perché la normativa (europea) sulla protezione internazionale riconosce la possibilità del diritto solo ed esclusivamente a chi in qualche modo (non legale dal punto di vista dell'ingresso e soggiorno) è già qua.
Non ci sono misure che consentano l'ingresso legale (tipo visti, per intendersi) per chi avesse intenzione di rivendicare il proprio diritto, se sei arrivato qua puoi presentare istanza altrimenti ciccia.
Ovvio come questo piccolo impedimento sia problematico da due punti di vista:
1) devi arrivare in Italia per forza illegalmente (alimentando l'economia degli scafisti che dovresti combattere);
2) tutti quelli che arrivano hanno diritto a presentare richiesta di protezione internazionale (ripeto: pure se migranti economici, la "selezione" verrà fatta successivamente).
Entrando con un apposito visto (ovviamente il visto lo rilascia l'Italia, ovvero la nostra rappresentanza diplomatica/consolare) a seguito del vaglio della propria posizione nel paese d'origine si eliminerebbero entrambe le incombenze.
Purtroppo però non si può fare (anche non essendoci dall'altra parte governi democratici e sicuri).
Come ho segnalato qualche post sopra qualcosa di simile l'ha fatto -a livello sperimentale e con numeri purtroppo limitatissimi- la Comunità di Sant'Egidio pagando di tasca propria.
Il sistema legale della fortezza Europa fa acqua come lo fa l'Europa stessa, e finché non ci saranno prese di responsabilità collettiva tutto continuerà ad andare così perché evidentemente fa comodo a molti che vada così.
Le soluzioni che si può inventare l'Italia avranno dunque scarsissima rilevanza nel contesto generale prolissamente esposto sopra.
Intanto un altro comunicato di ASGI (
ASGI : C’è il rischio di riaprire la stagione buia dei respingimenti già condannati dalla CEDU) che rileva molteplici criticità nella posizione del governo non per partigianeria, ruolo o tornaconto elettorale ma dal punto di vista legale e normativo.
Credo sia l'approccio più concreto e che ci fa comprendere a cosa si vada incontro, cosa si possa o non si possa fare
* Visto che siamo in vena di divagazioni: guardate storto chi vi parla di "relocation" sarebbero un'idea carina (niente di più) ma all'atto pratico non funzionano, hanno numeri nell'ordine delle decine ma era chiaro fosse così i paesi che dovrebbero accogliere i "rilocati" avrebbero solo da rimetterci...
In effetti (stante il fatto che la fame non la fermano i muri come non la ferma il mare) il problema grosso normativo non è portare da noi tutti ma tutelare il diritto per chi davvero si muova per questioni che rientrano in quelle previste dalla protezione internazionale di presentare la propria istanza e di vedersi riconosciuto un diritto.
Ecco perché i respingimenti son stati condannati, se sul barcone c'è qualcuno che deve presentare istanza di protezione internazionale non si può respingere.
Deve attraccare e presentarsi agli organi di sicurezza.
Per quanto prevedono i regolamenti europei la richiesta deve essere presenta nel primo paese (democratico e aderente alle varie convenzioni, si legga "europeo") nel quale attracchi, e poi lì rimani*...
Almeno finché non sarai sentito da una delle commissioni e -se ti sarà riconosciuta qualche forma di protezione- potrai ottenere un titolo che ti autorizzi stabilmente al soggiorno.
Nel frattempo i costi sono ripartiti con l'Europa ma per la massima parte a carico dell'Italia.
Certo, negli ultimi mesi TUTTI presentano richiesta di protezione internazionale (anche i migranti puramente economici).
Naturalmente le varie Commissioni Territoriali -quando sarà il loro momento- respingeranno la domanda di chi non abbia diritto a nessuna forma di protezione internazionale (il nostro ordinamento ne prevede tre, ma non vi voglio annoiare) e la Questura di competenza notificherà l'invito al riconosciuto-ufficialmente-finto-profugo a lasciare il territorio italiano entro 15 giorni.
L'istante può però fare ricorso e la decisione finale della magistratura potrebbe richiedere qualche anno; durante tutto il periodo si è comunque autorizzati a soggiornare.
I ricorsi li fa chi ritiene che la commissione abbia mal valutato ma anche tutti gli altri, intendo i migranti puramente economici che nulla hanno a che vedere con la protezione internazionale, perché tra una cosa e l'altra in questo modo il tuo titolo di soggiorno viene rinnovato per altri 2/3 anni fino alla decretazione finale...
(Immaginate -a lato, come ulteriore danno collaterale- il numero di dinieghi e provate ad immaginare con che numeri stiano intasando le procure già in affanno.....)
Ovvio che comunque -che faccia ricorso o meno, prima o dopo- quando arriverà il provvedimento finale il tipo sopra non si muoverà da qua, che non avrà un titolo di soggiorno che gli consenta di essere assunto e che si dovrà arrangiare in qualche modo (illegale comunque, sia che lavori a nero, sia che spacci) per mangiare e abitare.
Anticipo l'eventuale domanda "non si posson metter tutti su un aereo e rispedirli a casa?"
No, non si può.
Già nel 1998, quando è stato approvato il Testo Unico sull'Immigrazione, i due relatori Bossi e Fini (la legge ancora si chiama così, per dire che non eran due esagitati luminari partigiani di sinistra) ci avevan pensato ma -fatti due conti- s'eran resi conto che ci sarebbe costato una cifra improponibile.
Tantopiù che è inutile riportare una persona all'aeroporto del proprio paese d'origine se non ci sono accordi di riammissione tra i due governi.
Se riporto il Sig. Uwusu alla Nigeria quelli manco mi guardano in faccia e rispondono che il signore non ha violato nessuna legge locale, che è un uomo libero e che può fare della sua vita quel che vuole (e lui dopo un quarto d'ora può ripartire...).
Gli accordi sono un "prodotto" nella logica economica che muove le leggi e sono accettati solo da paesi ai quali conviene, cioè dove l'Italia in qualche modo investe.
Ovviamente noi investiamo in progetti internazionali cifre ridicole e abbiamo accordi con pochissimi paesi.
La lista ufficiale la trovate qua, l'occhio attento non mancherà di notare come siano assenti i paesi dai quali proviene la maggioranza dei migranti che raggiunge l'Italia (mancano Nigeria, Marocco, Cina, Pakistan, Bangladesh...).
Con tutta probabilità a quei paesi interessano più le rimesse dei propri cittadini all'estero (che gliene frega se son regolarmente soggiornanti, i soldi che tornano sono veri, buoni e giusti. Per i paesi d'origine spesso i propri figli all'estero son ricche mucche da mungere e oltre che vivificare l'economia con i soldi che rientrano lo fanno con tassazioni che sono ulteriori entrate).
Perdonatemi la divagazione sopra e torniamo ai profughi: sapete perché il meccanismo (normativo) della protezione internazionale genera queste aberrazioni (mole di istanze strumentali, lunga permanenza prima del provvedimento finale, costi, gente che resta nonostante l'invito ad allontanarsi...)?
Perché la normativa (europea) sulla protezione internazionale riconosce la possibilità del diritto solo ed esclusivamente a chi in qualche modo (non legale dal punto di vista dell'ingresso e soggiorno) è già qua.
Non ci sono misure che consentano l'ingresso legale (tipo visti, per intendersi) per chi avesse intenzione di rivendicare il proprio diritto, se sei arrivato qua puoi presentare istanza altrimenti ciccia.
Ovvio come questo piccolo impedimento sia problematico da due punti di vista:
1) devi arrivare in Italia per forza illegalmente (alimentando l'economia degli scafisti che dovresti combattere);
2) tutti quelli che arrivano hanno diritto a presentare richiesta di protezione internazionale (ripeto: pure se migranti economici, la "selezione" verrà fatta successivamente).
Entrando con un apposito visto (ovviamente il visto lo rilascia l'Italia, ovvero la nostra rappresentanza diplomatica/consolare) a seguito del vaglio della propria posizione nel paese d'origine si eliminerebbero entrambe le incombenze.
Purtroppo però non si può fare (anche non essendoci dall'altra parte governi democratici e sicuri).
Come ho segnalato qualche post sopra qualcosa di simile l'ha fatto -a livello sperimentale e con numeri purtroppo limitatissimi- la Comunità di Sant'Egidio pagando di tasca propria.
Il sistema legale della fortezza Europa fa acqua come lo fa l'Europa stessa, e finché non ci saranno prese di responsabilità collettiva tutto continuerà ad andare così perché evidentemente fa comodo a molti che vada così.
Le soluzioni che si può inventare l'Italia avranno dunque scarsissima rilevanza nel contesto generale prolissamente esposto sopra.
Intanto un altro comunicato di ASGI (
ASGI : C’è il rischio di riaprire la stagione buia dei respingimenti già condannati dalla CEDU) che rileva molteplici criticità nella posizione del governo non per partigianeria, ruolo o tornaconto elettorale ma dal punto di vista legale e normativo.
Credo sia l'approccio più concreto e che ci fa comprendere a cosa si vada incontro, cosa si possa o non si possa fare
* Visto che siamo in vena di divagazioni: guardate storto chi vi parla di "relocation" sarebbero un'idea carina (niente di più) ma all'atto pratico non funzionano, hanno numeri nell'ordine delle decine ma era chiaro fosse così i paesi che dovrebbero accogliere i "rilocati" avrebbero solo da rimetterci...
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Daniele l'hai spiegato da solo che se uno si imbarca e poi se lo prendono le ong quello non viene piu' respinto, e rimane in eterno da noi...
Anche tutti quelli che non hanno diritto di rimanere quì...
Ecco perche' chi non li vuole (in questo momento da noi arrivano quasi esclusivamente emigranti economici) preme per non farli
imbarcare e non farli sbarcare...
Se la grande maggioranza dei cittadini europei e' contraria a queste ondate migratorie con problemi di inserimento e altri, c'e' poco
da fare, le leggi, le convenzioni, gli accordi, la ragionevolezza, perdono potenza ed efficacia...
Non darei la colpa all'europa (semmai agli europei) in quanto l'inghilterra sta uscendo proprio perche' non vuole "assolutamente" gli immigrati, vuole blindare i suoi confini, e' contraria alla libera circolazione delle persone e una volta uscita la mettera' in atto!...
Quindi prendiamo atto che gli egoismi nazionali sono peggiori di quelli europei e le leggi sull'immigrazione pure...
Anche tutti quelli che non hanno diritto di rimanere quì...
Ecco perche' chi non li vuole (in questo momento da noi arrivano quasi esclusivamente emigranti economici) preme per non farli
imbarcare e non farli sbarcare...
Se la grande maggioranza dei cittadini europei e' contraria a queste ondate migratorie con problemi di inserimento e altri, c'e' poco
da fare, le leggi, le convenzioni, gli accordi, la ragionevolezza, perdono potenza ed efficacia...
Non darei la colpa all'europa (semmai agli europei) in quanto l'inghilterra sta uscendo proprio perche' non vuole "assolutamente" gli immigrati, vuole blindare i suoi confini, e' contraria alla libera circolazione delle persone e una volta uscita la mettera' in atto!...
Quindi prendiamo atto che gli egoismi nazionali sono peggiori di quelli europei e le leggi sull'immigrazione pure...
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Anche il killer finlandese che ha ucciso era un rifugiato politico...
Ancora un caso singolo...
Spiegarlo a me e' piu' facile, il difficile e' spiegarlo a chi non vuole questa gente in europa...
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