È il business degli incendi. Finalmente è chiaro a tutti che non si tratta né del piromane né della sigaretta accesa né della cattiveria umana. Si tratta di affari, di affari grossi, che tengono insieme svariati interessi privati difficili da individuare. Il business legato alla distruzione del patrimonio naturale, infatti, riguarda la manovalanza di chi è mandato ad appiccare gli incendi (che sa di non rischiare granché, penalmente) e le società (quasi tutte private e sottratte al controllo pubblico) che si accaparrano gli appalti (con finanziamenti pubblici incredibilmente elevati) per lo spegnimento di quegli incendi (del resto non avrebbe senso aprire e tenere in piedi una società privata con elicotteri e canadair a disposizione se non ci fosse la certezza matematica di un elevato numero di incendi annuo: gli incendi, da questo punto di vista, ci devono essere, sennò si chiude). E non solo. Gli incendi, storicamente, sono spesso appiccati in zone appetibili alla speculazione edilizia: una zona protetta, una volta distrutta, può essere facilmente sottoposta a modifica della destinazione d’uso da parte di amministrazioni locali (più o meno legate alle pressioni affaristiche private), quindi venduta (privatizzata) a prezzi da terreno agricolo e rapidamente trasformata in edificabile (ovviamente nel nome dell'interesse collettivo). E poi c’è da gestire gli appalti (sempre finanziamenti pubblici) per le società che si occupano di rimboschimento, e c’è il consenso politico che guadagnerà quell’amministratore che gestirà funzioni e posti di lavoro legati a quegli appalti (sarà velocemente presentato in TV come il salvatore della patria). Sono tanti gli interessi, e sono tutti legati ad un modello che funziona più o meno così: distruggere territorio, beni comuni, risorse umane e ambientali per guadagnarci qualcosa, senza produrre assolutamente nulla. ‘Fare prevenzione’, l’unica alternativa percorribile, non si può dire più. E si capisce il perché. Fare prevenzione significa fare un lavoro lento e quotidiano che non si vede né si può vendere in televisione. Fare prevenzione implica razionalità, dibattito, partecipazione e controllo pubblico. Significa fare grossi investimenti, proteggere l’economia del territorio, riflettere sulle infrastrutture utili, mettere in atto politiche culturali e occupazionali per impedire l’emigrazione. Fare prevenzione significa pianificare, proteggere il patrimonio ambientale e storico-artistico, rispettare vincoli. Fare prevenzione significa vivere meglio, ma significa anche limitare i grossi affari, che ormai sono possibili solo con l’emergenza e in territori depressi, svuotati dalla crisi e dalla disoccupazione.
Un piccolo esempio: per rimboschire bisogna comprare alberi dai privati, con bandi che, solo per gli incendi di questa estate sul Gran Sasso e sulla Maiella, arrivano a 300 milioni di euro. Prima gli alberi venivano presi dai vivai della Forestale...
Il business degli incendi
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Re: Il business degli incendi
Che non erano le cicche o i culi di bottiglia che come una lente concentravano i raggi del sole ormai l'avevano capitowilcoyote ha scritto: 31 ago 2017, 10:12 È il business degli incendi. Finalmente è chiaro a tutti che non si tratta né del piromane né della sigaretta accesa né della cattiveria umana. Si tratta di affari, di affari grossi, che tengono insieme svariati interessi privati difficili da individuare.
anche quelli di 2° elementare...
E' anche chiaro che gli interessi e gli affari sono quelli che "muovono" il mondo...
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Ma non solo "affari grossi", anche per soli 10€ l'ora...
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http://www.ansa.it/sicilia/notizie/2017 ... bbe17.html
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Re: Il business degli incendi
Già.
È il medesimo discorso dei professionisti della ricostruzione in Iraq come in Libia, e delle compagnie militari private (ve la ricordate blackwater?
È vero, c'è più 'guadagno' con loro che con prevenzione e lavoro sensato.
Sbaglio io a vedere un parallelismo tra questi maneggioni e i signori della guerra che guadagnano sulla pelle di chi crepa?
È il medesimo discorso dei professionisti della ricostruzione in Iraq come in Libia, e delle compagnie militari private (ve la ricordate blackwater?
È vero, c'è più 'guadagno' con loro che con prevenzione e lavoro sensato.
Sbaglio io a vedere un parallelismo tra questi maneggioni e i signori della guerra che guadagnano sulla pelle di chi crepa?
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi