Ciao a tutti ragazzi, finalmente riesco ad entrare nella sezione off topic, ho dovuto smontare la porta ma ora ci passo.
Potete vedermi in avatar mentre scrivo la biografia del più grande collezionista di orologi russi al mondo. Dopo aver pranzato insieme (lui non ha mangiato nulla, eppure il conto è stato di 500 euro e non capisco perchè), mi ha concesso l'immenso onore di un'intervista. Eccola qui in esclusiva per gli utilizzatori finali di CCCP-forum.
- Salve Mchap!
- Salve un cazzo, ho fatto cinque minuti di ritardo e te sei magnato già tutti gli antipasti....
- E' fame nervosa, sono molto emozionato. Se vuoi mi metto una parrucca bionda e mi trucco da modella Raketa...
- No, per piacere! Rispondo subito...qual'è la prima domanda?
- Ecco, volevo sapere qual'è stato il tuo primo orologio russo in assoluto.
- E' stato un cronometro Agat. Lo presi a Mosca nel 1978 durante un congresso del PCUS. Inizialmente lo usavo per cronometrare il tempo per andare a far pipì fra un intervento di un delegato ed un altro...
- Quanto duravano gli interventi?
- Circa quattro ore a delegato...ancora oggi ho problemi alla vescica...era un brutto periodo, avevo una vita disordinata. Ma poi, quando arrivò lei, la mia vita cambiò. Dissi no al colesterolo e sì a Valsoja.
- Nel senso che, a differenza di me, ti mettesti a dieta?
- No, mi innamorai di Valsoja, una contorsionista russa bellissima (foto in alto). Eravamo perdutamente innamorati, non mi riuscivo a staccare da lei...
- Non riuscivi a troncare la relazione?
- No, non mi riuscivo a staccare da lei dopo che avevamo fatto l'amore.
- E il cronometro Agat?
- Lo usavo per vedere quanto tempo riusciva a rimanere chiusa in bagno, ma dentro l'armadietto. Mica lei si limitava a chiudersi in bagno per ore come tutte le altre donne. Lei era speciale.
- Come andò a finire?
- Fu un addio straziante, la misi in valigia insieme agli orologi ma le guardie me la sequestrarono alla dogana. Oggi nemmeno la Ryanair è così crudele col bagaglio a mano.
- Immagino il dolore...
- Sì, in valigia avevo 500 orologi...
- E lei?
- Ah, a lei poi ho mandato una tanica di Muscoril fino alla caduta dell'URSS. Anche lei fu piegata dal dolore per il distacco...
- Raccontaci ancora. Qual'è la tua branca preferita di orologeria russa?
- Quella sobria e semplice nella sua utilitaria essenzialità, indipendente dalle mode e strettamente legata a uno stlle utile, essenziale e soprattutto discreto. Per esempio quelli nelle foto in basso.
- Stupendi, meravigliosi!
- Si tratta della vera orologeria sovietica...ogni volta che digiti "russian watch" su Ebay.com prima o poi ne salta uno...
- Oggi come vivi?
- Mi sono lasciato alle spalle il passato e mi sono ritirato nell'abbazia di Montecasino, dove si bomba molto e si beve vino. Dall'alto c'è una visuale meravigliosa: ho cosparso tutto il terreno a valle con i miei orologi per godermeli dalla finestra.
- Bene, vuoi salutare gli amici di CCCP-forum?
- Ciao a tutti!
- Ah, ecco il conto....uhmmm...senti, ehm, io vado un attimo in bagno, poi torno...
- Userò il mio cronometro Agat, nel frattempo ordino il caffè?
- Ehm , non c'è bisogno...ci si sente sul forum...
- Saluti!
Le grandi biografie: Mchap
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Le grandi biografie: Mchap
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Re: Le grandi biografie: Mchap
È proprio così, è tutto vero.
Pensa che qualche volta esce con al polso direttamente un grappolo d'orologi, per non dover stare a scegliere e perché tanto ai bei vecchi tempi andati si pescavano a strascico con la rete.
Comunque come vedi l'ha presa bene. Sta solo aspettando -per rispondere- di avere la conferma da quell'alberghetto a Kolyma nel quale ha già prenotato a tuo nome...
Pensa che qualche volta esce con al polso direttamente un grappolo d'orologi, per non dover stare a scegliere e perché tanto ai bei vecchi tempi andati si pescavano a strascico con la rete.
Comunque come vedi l'ha presa bene. Sta solo aspettando -per rispondere- di avere la conferma da quell'alberghetto a Kolyma nel quale ha già prenotato a tuo nome...
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Re: Le grandi biografie: Mchap
Che noia. Vabbè, passerò al secondo capitolo delle Grandi Biografie: "L'uomo più peloso del mondo che riesce a indossare i bracciali a maglie strette senza strapparsi i peli".Крокодил ha scritto: Comunque come vedi l'ha presa bene. Sta solo aspettando -per rispondere- di avere la conferma da quell'alberghetto a Kolyma nel quale ha già prenotato a tuo nome...
E che cacchio, non si può nemmeno sgherzare. Sull'altro forum erano più spiritosi...
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Re: Le grandi biografie: Mchap
Eh! una contorsionista non l'ho mai conosciuta! mi manca. Eppure iniziai a pensarci seriamente dopo che vidi Amici Miei ( non ricordo se il primo, ma c'è un indimenticabile Ugo Tognazzi che se la fa con una, per l'appunto, contorsionista.
In compenso una volta conobbi una russa che commerciava legname. Aveva fatto danza classica per anni. Le contorsioni in certi momenti le faceva fare a me. Aveva due cosce... peggio di uno schiaccianoci.
Ma la prima (sovietica) fu una mongola, quantomeno nata e cresciuta in mongolia. Una astrofisica che conobbi in un laboratorio di Frascati.
Fu la volta che mentre caricavo l'IPL (Initial Program Loader, tutto in linguaggio macchina) un toroide andò a fuoco. Allora i computer avevano 16kb di memoria, 5Mb di disco (più grande di una lavatrice), la memoria era a nuclei. L'IPL si caricava dando le istruzione dal pannello con i pulsanti luminosi. Pulsanti con delle lampadine, i led dovevano ancora arrivare. Le lampadine si fulminavano e i toroidi degli alimentatori potevano prendere fuoco.
Un fuoco improvviso, breve e intenso.
E in quel bagliori la notai. Capelli rossi, color rame, gli occhi di un azzurro o ghiaccio indescrivibili.
Per la prima volta, guardando una donna, mi vennero in mente i versi di Bob Dylan che raccontava di una " dagli occhi di mercurio e le labbra di velluto".
Per la prima volta nella mia vita li usai per attaccare bottone. Lei mi guardava silenziosa. Nel silenzio un respiro che la tradiva. Il respiro si sentiva. Il suo petto ansimava. Parlava. Le labbra erano di velluto e gli occhi di mercurio. Nella canzone di Dylan non era descritto il color dei capelli. Da semre li avevo immaginati color rame.
Ora lei era lì, vicino a me.
Ebbene sì, avevo distolto lo sguardo. Dal fuoco improvviso ero passato al suo viso. Dal suo viso al suo respiro. Dal suo respiro al petto ansimante. E di nuovo al suo sguardo.
No, non era preoccupata che il computer prendesse fuoco. Non gliene fregava niente. Fu subito chiaro. Evidente. Immediato.
Fui me.
In compenso una volta conobbi una russa che commerciava legname. Aveva fatto danza classica per anni. Le contorsioni in certi momenti le faceva fare a me. Aveva due cosce... peggio di uno schiaccianoci.
Ma la prima (sovietica) fu una mongola, quantomeno nata e cresciuta in mongolia. Una astrofisica che conobbi in un laboratorio di Frascati.
Fu la volta che mentre caricavo l'IPL (Initial Program Loader, tutto in linguaggio macchina) un toroide andò a fuoco. Allora i computer avevano 16kb di memoria, 5Mb di disco (più grande di una lavatrice), la memoria era a nuclei. L'IPL si caricava dando le istruzione dal pannello con i pulsanti luminosi. Pulsanti con delle lampadine, i led dovevano ancora arrivare. Le lampadine si fulminavano e i toroidi degli alimentatori potevano prendere fuoco.
Un fuoco improvviso, breve e intenso.
E in quel bagliori la notai. Capelli rossi, color rame, gli occhi di un azzurro o ghiaccio indescrivibili.
Per la prima volta, guardando una donna, mi vennero in mente i versi di Bob Dylan che raccontava di una " dagli occhi di mercurio e le labbra di velluto".
Per la prima volta nella mia vita li usai per attaccare bottone. Lei mi guardava silenziosa. Nel silenzio un respiro che la tradiva. Il respiro si sentiva. Il suo petto ansimava. Parlava. Le labbra erano di velluto e gli occhi di mercurio. Nella canzone di Dylan non era descritto il color dei capelli. Da semre li avevo immaginati color rame.
Ora lei era lì, vicino a me.
Ebbene sì, avevo distolto lo sguardo. Dal fuoco improvviso ero passato al suo viso. Dal suo viso al suo respiro. Dal suo respiro al petto ansimante. E di nuovo al suo sguardo.
No, non era preoccupata che il computer prendesse fuoco. Non gliene fregava niente. Fu subito chiaro. Evidente. Immediato.
Fui me.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)
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Re: Le grandi biografie: Mchap
Ma bada te se uno per imbroccare si deve ridurre a dar fuoco ai toroidi...
Ne sai una più di Belzebù
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Re: Le grandi biografie: Mchap
No, no,il toroide prese fuoco da solo capitava!
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Re: Le grandi biografie: Mchap
Quello era il conte Danilao in trasferta a Firenze, che disse a lei: "Carmensita, amore mio, sono un uomo d'affari, blinda la supercazzola prematurata, una cosa d'assegni, tarapia tapioca, tapioca torapia, dollari, sterline, allaccia scarpa, scarpallaccia, dico d'albergo, ma tu?"mchap ha scritto:Eh! una contorsionista non l'ho mai conosciuta! mi manca. Eppure iniziai a pensarci seriamente dopo che vidi Amici Miei ( non ricordo se il primo, ma c'è un indimenticabile Ugo Tognazzi che se la fa con una, per l'appunto, contorsionista.
In compenso una volta conobbi una russa che commerciava legname.
Per caso si chiamava Ivan e spaccava in quattro un tronco con un'ascia da 15 kg?
Dipende, probabilmente non era un toroide. Dai calcoli effettuati al mio potente elaboratore con unità sottopancia, è risultato invece che il cosiddetto "toroide mongolo", detto anche Toroide di Dio, è in realtà un elemento del tutto diverso. Possiamo vedere la semplice elaborazione grafica nella prima foto:Ma la prima (sovietica) fu una mongola, quantomeno nata e cresciuta in mongolia. Una astrofisica che conobbi in un laboratorio di Frascati. Fu la volta che mentre caricavo l'IPL (Initial Program Loader, tutto in linguaggio macchina) un toroide andò a fuoco.
E il risultato reale al monitor nella seconda:
Eccellente, mi devo cambiare l'underwear a causa dell'emozione. Ho già mandato la bozza all'editore della collana "50 sfumature di eros anni '70", una lussureggiante raccolta di eros patinato, con patina del tempo. Attualmente sono due i progetti grafici allo studio per la copertina. Il primo:Lei mi guardava silenziosa. Nel silenzio un respiro che la tradiva. Il respiro si sentiva. Il suo petto ansimava. Parlava. Le labbra erano di velluto e gli occhi di mercurio. Nella canzone di Dylan non era descritto il color dei capelli. Da semre li avevo immaginati color rame. Ora lei era lì, vicino a me.
Ebbene sì, avevo distolto lo sguardo. Dal fuoco improvviso ero passato al suo viso. Dal suo viso al suo respiro. Dal suo respiro al petto ansimante. E di nuovo al suo sguardo. No, non era preoccupata che il computer prendesse fuoco. Non gliene fregava niente. Fu subito chiaro. Evidente. Immediato. Fui me.
Ed il secondo (senz'altro il più probabile):
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Re: Le grandi biografie: Mchap
Gigi, non essere insolente che altrimenti ti prendono fuoco (da soli) i toroidi e te lo trovi in casa con gli occhi languidi...
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Re: Le grandi biografie: Mchap
In il toroide, nella sua accezione femminile, richiama il quadro sopra esposto. Per l'appunto a volte si infiamma pure...
Comunuqe: gentaglia senza poesia, ma co sa semino a fare a fare brandelli di sentimento, straziate urla di dolore, sgnoccolanti ricordi di anime perdute e raccolte con qualche fatica (a dire il vero molto poca ).
Quando mai potrò raccontarvi di quegli altri stratetigi versi di Bob Dy.?
"Vorrei essere una sigaretta per essere arrotolato tra le tue labbra". Quante storie sono legati ad essi! un ritornello che ha sempre funzionato.
Come l'altro, più stringato e mio, "hai i colori dell'autunno!. Ao', potevano avere i capelli neri come la pece, gli occhi come il carbone, la pelle come la mozzarella, ma ci cascavano sempre
Comunuqe: gentaglia senza poesia, ma co sa semino a fare a fare brandelli di sentimento, straziate urla di dolore, sgnoccolanti ricordi di anime perdute e raccolte con qualche fatica (a dire il vero molto poca ).
Quando mai potrò raccontarvi di quegli altri stratetigi versi di Bob Dy.?
"Vorrei essere una sigaretta per essere arrotolato tra le tue labbra". Quante storie sono legati ad essi! un ritornello che ha sempre funzionato.
Come l'altro, più stringato e mio, "hai i colori dell'autunno!. Ao', potevano avere i capelli neri come la pece, gli occhi come il carbone, la pelle come la mozzarella, ma ci cascavano sempre
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
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