Giustissimo, le regole valgono solo per gli altri, perché….
Attualità politica (cane contro cane)
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cane contro cane
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Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: cane contro cane
Nicola Morra, espulso dal M5S per non aver votato la fiducia al Governo Draghi, ha chiesto alla presidente del Senato Casellati, di vedersi ripristinata l’indennità per la poltrona che occupa al vertice della Commissione Antimafia a cui aveva rinunciato in nome del grillismo una volta eletto. Anzi, ha chiesto pure se è possibile avere indietro gli arretrati, circa 50’000 euro in totale.
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Re: cane contro cane
Come previsto, il Presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha ottenuto il quarto mandato con il 75% dei consensi. Stati Uniti, Unione europea, Germania e Spagna dichiarano che il voto è stato "una pantomima" mentre Russia, Cuba e Venezuela difendono il risultato elettorale.
Incarcerando gli oppositori durante la campagna elettorale risulta tutto più semplice, no?
Incarcerando gli oppositori durante la campagna elettorale risulta tutto più semplice, no?
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Re: cane contro cane
Stop alla proroga per le concessioni balneari. Il Consiglio di Stato ha deciso che dal 2024 andranno obbligatoriamente messe a gara e neanche un intervento legislativo potrà evitarlo.
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Re: cane contro cane
È accanimento indagare sui redditi di renzi?
Sono affari suoi o forse sapere che quelli di autostrade l’hanno pagato per qualche servizietto privato prima che lui decidesse sul loro futuro ci dovrebbe preoccupare?
Già, perché lui non è un influencer politico come Obama o Clinton, è un senatore della repubblica a capo di una banda di parlamentari che, nonostante rappresentino l’1,5% dell’elettorato, sono capaci di influenzare le decisioni politiche del paese (vedi DDL Zan e presidente della repubblica).
A me interessa sapere se un politico sia pagato dalle lobbies le quali dovrebbe regolamentare, ne va della fiducia sulla quale si basa il sistema democratico del voto.
Vi riporto sotto il lungo (tanto Cane dorme) intervento di Fabio Marcelli, giurista internazionale, che condivido in quasi tutti i punti.
Gli incassi di Renzi lo confermano: serve un’anagrafe completa dei redditi dei politici
Gli incassi di Renzi lo confermano: serve un’anagrafe completa dei redditi dei politici Il garantismo è una cosa seria ed importante e proprio per questo occorre evitare di farvi ricorso a vanvera.
Le recenti rivelazioni del Fatto sugli incassi di Renzi non possono quindi certo essere liquidate come un atto di giustizialismo becero o anche solo di giustizialismo tout-court. E’ infatti precipuo interesse di tutti i cittadini conoscere in modo dettagliato le attività e i redditi di chi li rappresenta e li governa.
Se è materia di discussione la sanzionabilità di determinati comportamenti di esponenti politici in carica, come ad esempio recarsi a pagamento in un Paese straniero per impartire conferenze ovvero prendere soldi da imprese il cui comportamento è sub judice a seguito di gravissimi incidenti che hanno causato molte vittime, occorre in primo luogo che l’opinione pubblica ne sia pienamente informata.
Il diritto dei cittadini ad essere informati costituisce in questo senso una delle basi della democrazia e non va proclamato in astratto ma realizzato in concreto, mediante un’attitudine delle istituzioni che sia ispirata alla più assoluta trasparenza ed un impegno in tal senso di una stampa non asservita al potere.
Quest’ultimo, il cui esercizio è indispensabile per garantire l’ordinata convivenza dei consociati e la collaborazione tra di loro per raggiungere gli obiettivi di interesse comune, non può vivere nell’opacità e nel segreto, perché in tali condizioni si trasforma da potere democratico e responsabile ad autocrazia autoreferenziale. Si tratta di una degenerazione che incombe costantemente su ogni tipo di sistema politico, anche di quelli che si autoproclamano democratici e come tali vengono quotidianamente incensati dai corifei addetti alla propaganda di regime mediante media che continuano sostanzialmente ad agire in condizione di oligopolio, con poche coraggiose eccezioni.
Come spiegare altrimenti fenomeni come l’arresto di Julian Assange, che rischia l’ergastolo se non la pena di morte per aver rivelato i crimini commessi dalle forze d’occupazione statunitense in Iraq ed altrove? Come spiegare le manovre delle industrie che operano nei settori dell’energia fossile per nascondere la realtà sul cambiamento climatico, diffondendo calunnie e falsità in ordine agli scienziati che da tempo diffondono l’allarme al riguardo, un comprovato depistaggio di natura criminale che ci ha fatto perdere del tempo prezioso sulla strada della soluzione del problema, che richiede un’autentica rivoluzione che deve riguardare al tempo stesso il sistema politico, quello economico e quello sociale?
Come spiegare la reticenza di Big Pharma a rendere noti dati effettivi sui vaccini e i loro effetti, alimentando lo scetticismo dei no-vax e la diffusione nel popolo di forme di perniciosa ignoranza al riguardo che si combinano con paure e paranoie e irrazionali dando vita a momenti di informe ribellismo che rischiano di danneggiare la necessaria coesione della cittadinanza nella risposta alle pandemie?
Solo tre esempi, molti altri potrebbero farsene, che dimostrano l’esigenza di un’assoluta trasparenza delle informazioni e delle relative fonti.
Tale trasparenza deve riguardare innanzitutto i detentori del potere politico, coloro che, non sempre con motivazioni cristalline, fanno cadere a loro arbitrio i governi e impediscono l’approvazione di leggi destinate a garantire le vittime di violenze fisiche e verbali e a promuovere l’uguaglianza sostanziale tra coloro che vivono sul territorio della Repubblica quali che ne siano la condizione personale e sociale, la provenienza, la religione, il genere o le preferenze sessuali.
Dato che senza dubbio viviamo in una società capitalista, anzi sempre più ispirata dai principi del più sfrenato neoliberismo di cui Mario Monti è il Vate Supremo (si veda la recente legge per la liberalizzazione e privatizzazione dei servizi locali) il denaro è purtroppo necessario per fare politica, specie da parte di coloro che non si pongono affatto nell’ottica del rovesciamento del sistema e della sua indispensabile sostituzione con uno più congruo.
Proprio per questo è necessario vigilare sull’affarismo politico, che costituisce il venefico brodo di coltura della penetrazione degli interessi privati nell’arena pubblica e sarebbero necessarie ed urgenti drastiche misure volte al suo contenimento e all’eliminazione delle lobby che si sottraggono al libero e democratico dibattito per condizionare e in ultima analisi snaturare il sistema democratico di cui oggi più che mai abbiamo bisogno.
Sono necessarie misure volte a realizzare un’anagrafe completa di ogni reddito dei politici, sia come individui che come collettività (si tratti di partiti, correnti od altro) e a impedire le cosiddette porte girevoli che portano i politici nelle aziende private e viceversa. Nell’attesa non si può certo negare ai cittadini italiani il diritto si sapere chi paga i suoi rappresentanti, traendone le opportune conseguenze logiche in ordine alle scelte che tali rappresentanti operano.
Fabio Marcelli, giurista internazionale
Da https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/1 ... i/6383915/
Sono affari suoi o forse sapere che quelli di autostrade l’hanno pagato per qualche servizietto privato prima che lui decidesse sul loro futuro ci dovrebbe preoccupare?
Già, perché lui non è un influencer politico come Obama o Clinton, è un senatore della repubblica a capo di una banda di parlamentari che, nonostante rappresentino l’1,5% dell’elettorato, sono capaci di influenzare le decisioni politiche del paese (vedi DDL Zan e presidente della repubblica).
A me interessa sapere se un politico sia pagato dalle lobbies le quali dovrebbe regolamentare, ne va della fiducia sulla quale si basa il sistema democratico del voto.
Vi riporto sotto il lungo (tanto Cane dorme) intervento di Fabio Marcelli, giurista internazionale, che condivido in quasi tutti i punti.
Gli incassi di Renzi lo confermano: serve un’anagrafe completa dei redditi dei politici
Gli incassi di Renzi lo confermano: serve un’anagrafe completa dei redditi dei politici Il garantismo è una cosa seria ed importante e proprio per questo occorre evitare di farvi ricorso a vanvera.
Le recenti rivelazioni del Fatto sugli incassi di Renzi non possono quindi certo essere liquidate come un atto di giustizialismo becero o anche solo di giustizialismo tout-court. E’ infatti precipuo interesse di tutti i cittadini conoscere in modo dettagliato le attività e i redditi di chi li rappresenta e li governa.
Se è materia di discussione la sanzionabilità di determinati comportamenti di esponenti politici in carica, come ad esempio recarsi a pagamento in un Paese straniero per impartire conferenze ovvero prendere soldi da imprese il cui comportamento è sub judice a seguito di gravissimi incidenti che hanno causato molte vittime, occorre in primo luogo che l’opinione pubblica ne sia pienamente informata.
Il diritto dei cittadini ad essere informati costituisce in questo senso una delle basi della democrazia e non va proclamato in astratto ma realizzato in concreto, mediante un’attitudine delle istituzioni che sia ispirata alla più assoluta trasparenza ed un impegno in tal senso di una stampa non asservita al potere.
Quest’ultimo, il cui esercizio è indispensabile per garantire l’ordinata convivenza dei consociati e la collaborazione tra di loro per raggiungere gli obiettivi di interesse comune, non può vivere nell’opacità e nel segreto, perché in tali condizioni si trasforma da potere democratico e responsabile ad autocrazia autoreferenziale. Si tratta di una degenerazione che incombe costantemente su ogni tipo di sistema politico, anche di quelli che si autoproclamano democratici e come tali vengono quotidianamente incensati dai corifei addetti alla propaganda di regime mediante media che continuano sostanzialmente ad agire in condizione di oligopolio, con poche coraggiose eccezioni.
Come spiegare altrimenti fenomeni come l’arresto di Julian Assange, che rischia l’ergastolo se non la pena di morte per aver rivelato i crimini commessi dalle forze d’occupazione statunitense in Iraq ed altrove? Come spiegare le manovre delle industrie che operano nei settori dell’energia fossile per nascondere la realtà sul cambiamento climatico, diffondendo calunnie e falsità in ordine agli scienziati che da tempo diffondono l’allarme al riguardo, un comprovato depistaggio di natura criminale che ci ha fatto perdere del tempo prezioso sulla strada della soluzione del problema, che richiede un’autentica rivoluzione che deve riguardare al tempo stesso il sistema politico, quello economico e quello sociale?
Come spiegare la reticenza di Big Pharma a rendere noti dati effettivi sui vaccini e i loro effetti, alimentando lo scetticismo dei no-vax e la diffusione nel popolo di forme di perniciosa ignoranza al riguardo che si combinano con paure e paranoie e irrazionali dando vita a momenti di informe ribellismo che rischiano di danneggiare la necessaria coesione della cittadinanza nella risposta alle pandemie?
Solo tre esempi, molti altri potrebbero farsene, che dimostrano l’esigenza di un’assoluta trasparenza delle informazioni e delle relative fonti.
Tale trasparenza deve riguardare innanzitutto i detentori del potere politico, coloro che, non sempre con motivazioni cristalline, fanno cadere a loro arbitrio i governi e impediscono l’approvazione di leggi destinate a garantire le vittime di violenze fisiche e verbali e a promuovere l’uguaglianza sostanziale tra coloro che vivono sul territorio della Repubblica quali che ne siano la condizione personale e sociale, la provenienza, la religione, il genere o le preferenze sessuali.
Dato che senza dubbio viviamo in una società capitalista, anzi sempre più ispirata dai principi del più sfrenato neoliberismo di cui Mario Monti è il Vate Supremo (si veda la recente legge per la liberalizzazione e privatizzazione dei servizi locali) il denaro è purtroppo necessario per fare politica, specie da parte di coloro che non si pongono affatto nell’ottica del rovesciamento del sistema e della sua indispensabile sostituzione con uno più congruo.
Proprio per questo è necessario vigilare sull’affarismo politico, che costituisce il venefico brodo di coltura della penetrazione degli interessi privati nell’arena pubblica e sarebbero necessarie ed urgenti drastiche misure volte al suo contenimento e all’eliminazione delle lobby che si sottraggono al libero e democratico dibattito per condizionare e in ultima analisi snaturare il sistema democratico di cui oggi più che mai abbiamo bisogno.
Sono necessarie misure volte a realizzare un’anagrafe completa di ogni reddito dei politici, sia come individui che come collettività (si tratti di partiti, correnti od altro) e a impedire le cosiddette porte girevoli che portano i politici nelle aziende private e viceversa. Nell’attesa non si può certo negare ai cittadini italiani il diritto si sapere chi paga i suoi rappresentanti, traendone le opportune conseguenze logiche in ordine alle scelte che tali rappresentanti operano.
Fabio Marcelli, giurista internazionale
Da https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/1 ... i/6383915/
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Re: cane contro cane
Renzi, qualche anno fa, in un'intervista, mi sembra da Fazio, diffidò dal credere a quei politici che si erano arricchiti enormemente con la politica, mostrando il saldo del proprio conto corrente che indicava circa 15'000 euro come deposito totale. Come cambia il mondo.
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Re: cane contro cane
Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, in un’intervista al Fatto:
“Come reputo la giunta Gualtieri? La giunta rivela un’attenta valutazione delle correnti del Pd e delle coalizioni con altre forze che dovranno sostenerla. Sono stati nominati personaggi che hanno militato in partiti opposti alla sinistra come l’Udc. Uno di essi ha rapporti professionali con un signore che a Roma chiamano Er Faina. Fatti che mi fanno prima sorridere e poi rattristare. La presidente del consiglio comunale (Virginia Celli, ndr) è un’astuta politica: eletta nel 2013 nella lista “Marino”, poi andò dal notaio per far cadere il sindaco e ideò una lista chiamata “Roma torna Roma”. Ognuno dei capibastone romani ha avuto la sua quota. Non a caso Gualtieri ed Enrico Letta hanno affermato di non temere tradimenti o sgambetti. Tutto legittimo, ma credo che la città avesse bisogno di energie nuove. Invece girano sempre gli stessi nomi, anche se dietro scrivanie diverse. Così è impossibile cambiare Roma.”
“Come reputo la giunta Gualtieri? La giunta rivela un’attenta valutazione delle correnti del Pd e delle coalizioni con altre forze che dovranno sostenerla. Sono stati nominati personaggi che hanno militato in partiti opposti alla sinistra come l’Udc. Uno di essi ha rapporti professionali con un signore che a Roma chiamano Er Faina. Fatti che mi fanno prima sorridere e poi rattristare. La presidente del consiglio comunale (Virginia Celli, ndr) è un’astuta politica: eletta nel 2013 nella lista “Marino”, poi andò dal notaio per far cadere il sindaco e ideò una lista chiamata “Roma torna Roma”. Ognuno dei capibastone romani ha avuto la sua quota. Non a caso Gualtieri ed Enrico Letta hanno affermato di non temere tradimenti o sgambetti. Tutto legittimo, ma credo che la città avesse bisogno di energie nuove. Invece girano sempre gli stessi nomi, anche se dietro scrivanie diverse. Così è impossibile cambiare Roma.”
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Re: cane contro cane
Come ha ben capito per primo lo stesso rignanese, è finita l’epoca politica dei rottamatori….
Da letta non è che mi aspettassi scelte particolarmente estreme, comunque
Da letta non è che mi aspettassi scelte particolarmente estreme, comunque
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Re: cane contro cane
Sventata una truffa da sessanta milioni di euro con il Reddito di Cittadinanza. La banda è riuscita comunque ad intascare circa 20 milioni.
Ci sarebbe anche un video
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Re: cane contro cane
Tesla, il «doppio colpo» di Elon Musk: vende azioni a 1.000 dollari e le ricompra a 6
Dopo aver coinvolto gli utenti di Twitter nella decisione in merito alla riduzione, o meno, della sua quota in Tesla, il 10 novembre il ceo ha effettivamente venduto un pacchetto di titoli. Ma lo ha immediatamente riacquistato traendone un grande beneficio economico. Musk ha venduto di titoli azionari Tesla per un valore complessivo di circa 5 miliardi di dollari, circa 4,5 milioni sul mercato a oltre mille dollari l’una. Sembra, però, che alla vendita del pacchetto - condotta anche per ragioni fiscali - è seguito un acquisto di oltre 2 milioni di azioni (2.154.572), dal momento che il fondatore della casa automobilistica ha esercitato un diritto di stock option e in questo caso il prezzo pagato, in base al «vecchio» accordo è stato un valore assai più conveniente di 6,24 dollari ad azione. Un comportamento al limite dell’aggiotaggio.
Dopo aver coinvolto gli utenti di Twitter nella decisione in merito alla riduzione, o meno, della sua quota in Tesla, il 10 novembre il ceo ha effettivamente venduto un pacchetto di titoli. Ma lo ha immediatamente riacquistato traendone un grande beneficio economico. Musk ha venduto di titoli azionari Tesla per un valore complessivo di circa 5 miliardi di dollari, circa 4,5 milioni sul mercato a oltre mille dollari l’una. Sembra, però, che alla vendita del pacchetto - condotta anche per ragioni fiscali - è seguito un acquisto di oltre 2 milioni di azioni (2.154.572), dal momento che il fondatore della casa automobilistica ha esercitato un diritto di stock option e in questo caso il prezzo pagato, in base al «vecchio» accordo è stato un valore assai più conveniente di 6,24 dollari ad azione. Un comportamento al limite dell’aggiotaggio.