Ciao a tutti, voglio presentarvi un Vostok Amphibia di fine 1993. La configurazione di questo orologio conferma il fatto che nelle fabbriche di orologi dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica ci si arrangiava come si poteva, assemblando gli orologi con le parti che si avevano a disposizione.
L'orologio in questione ha un quadrante di fine era sovietica, marcato CCCP. In particolare è un quadrante che riporta l'immagine di un veliero, conosciuto tra gli appassionati come ‘Century Ship’.
L'orologio è in buone condizioni, il lume della lancetta dei minuti è diverso da quello presente sulle altre parti dell'orologio, probabilmente la lancetta è stata sostituita.
Questo quadrante di solito è abbinato a una cassa Amphibia rotonda del tipo '020', prodotta durante la fine del periodo sovietico. Il riferimento del catalogo è 020683. E' presente nel catalogo vostok del 1993.
Invece in questo caso è presente una cassa è del tipo Amphibia 'angolare', tipicamente prodotta a partire dal 1993, codificata come '270'. Questa cassa era spesso abbinata a quadranti sovietici prodotti qualche anno prima.
Il movimento è il classico 2409a che animava gli Amphibia senza datario prodotti in quel periodo.
Il quadrante riporta la dicitura 'antimagnetico', ma l'orologio non ha il classico scudo antimagnetico in ferro dolce. Potrebbe essere uscito dalla fabbrica così, oppure lo scudo antimagnetico potrebbe essere stato rimosso successivamente, non lo so...
Il fondello non riporta il numero seriale, come è giusto che sia per gli orologi prodotti dopo il 1991.
L'orologio mi è arrivato completo dei documenti originali
Dal documento si evince che l'orologio è stato prodotto il 22/11/1993. Il codice modello è 270683, che corrisponde perfettamente all'orologio in questione. Si tratta pertanto di un modello originale e non del frutto di una manipolazione di qualche venditore ucraino.
L'orologio veniva venduto corredato da un orribile cinturino in gomma marcato Vostok
Completa la confezione un fin troppo sobrio astuccio di plastica e cartone tipico dei Vostok di quel periodo.
Tutto sommato è un orologio piacevole che non avevo mai visto in questa configurazione.
Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Interessante Cap, grazie per la condivisione!
Molto strana quella sfera dei minuti. L'orologio era anche da spacchettare?
![Bravo :bravo2:](./images/smilies/iconB_bravo.gif)
Molto strana quella sfera dei minuti. L'orologio era anche da spacchettare?
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Di tutta la presentazione (completa e molto interessante), la parte che mi ha colpito di più è questa
Probabilmente tale affermazione poteva riferirsi a ogni ambito industriale.... nelle fabbriche di orologi dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica ci si arrangiava come si poteva ...
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Questi del "ci si arrangiava come si poteva" è un più un modo di dire che un dato reale.
Un modo di dire perché i cambianti e la crisi economica provocarono una forte crisi e, nello specifico una fortissima riduzione sia della della produzione che dell'occupazione.
Questo però non vuol dire che da un giorno all'altro divennero dei peracottari. Tutt'altro. A partire dal 1991 sia Poljot che Wostok migliorano e diversificarono molto la produzione anche grazie alle esportazioni. Anzi, quasi eslusivamente permn l'esportazione. Discorso discorso diverso per el altre fabbriche che risentirono gli effetti della crisi in modo9 molto più duro e drammatico,
Questa storia del" ci si arrangiava" è stata sempre utilizzata per giustificare le peggio cose che si trovano in giro.
@Capannelle. Premesso che il certificato può effettivamente essere quello suo originale ma come fai però ad associare con certezza quel certificato a quell'orologio?
Un modo di dire perché i cambianti e la crisi economica provocarono una forte crisi e, nello specifico una fortissima riduzione sia della della produzione che dell'occupazione.
Questo però non vuol dire che da un giorno all'altro divennero dei peracottari. Tutt'altro. A partire dal 1991 sia Poljot che Wostok migliorano e diversificarono molto la produzione anche grazie alle esportazioni. Anzi, quasi eslusivamente permn l'esportazione. Discorso discorso diverso per el altre fabbriche che risentirono gli effetti della crisi in modo9 molto più duro e drammatico,
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@Capannelle. Premesso che il certificato può effettivamente essere quello suo originale ma come fai però ad associare con certezza quel certificato a quell'orologio?
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Non è un orologio NOS, è un orologio usato. È arrivato all’interno della sua confezioneale9191 ha scritto: 9 nov 2021, 17:41 Interessante Cap, grazie per la condivisione!![]()
Molto strana quella sfera dei minuti. L'orologio era anche da spacchettare?
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Purtroppo in quel periodo i numeri di serie non si usavano più, sia sui fondelli che sui movimenti. Secondo me i documenti sono di quell’orologio perchè il codice cassa 270 è quello corretto e anche il codice del quadrante 683 corrisponde. Anche l’anno 1993 è plausibile.mchap ha scritto: 9 nov 2021, 18:37 Questi del "ci si arrangiava come si poteva" è un più un modo di dire che un dato reale.
Un modo di dire perché i cambianti e la crisi economica provocarono una forte crisi e, nello specifico una fortissima riduzione sia della della produzione che dell'occupazione.
Questo però non vuol dire che da un giorno all'altro divennero dei peracottari. Tutt'altro. A partire dal 1991 sia Poljot che Wostok migliorano e diversificarono molto la produzione anche grazie alle esportazioni. Anzi, quasi eslusivamente permn l'esportazione. Discorso discorso diverso per el altre fabbriche che risentirono gli effetti della crisi in modo9 molto più duro e drammatico,
Questa storia del" ci si arrangiava" è stata sempre utilizzata per giustificare le peggio cose che si trovano in giro.
@Capannelle. Premesso che il certificato può effettivamente essere quello suo originale ma come fai però ad associare con certezza quel certificato a quell'orologio?
Ho trovato in rete un'altro orologio con i documenti. Ha la stessa cassa 270, lo stesso cinturino ed è sempre del 1993.
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Sì, è l'unico ragionamento possibile. Tutto molto probabile ma alla fine manca quasi sempre la prova provata. Dei tanti certificati/orologio che ho l'unico che posso ritenere sicuramente autentico è un Wostok civile che presi a Leopoli. Lo aveva al polso un antiquario, nell'arco di una settimana e più gli chiesi più volte se lo vendeva, mi rispondeva sempre di no. Ripassai un ultima volte il pomeriggio prima di partire e quella volta disse di si ma... Non me lo diede, min chiese di passare la mattina successiva sotto casa sua perché mi avrebbe dato anche la scatoletta con il certificato. E così fu. Certo, anche qui rimane sempre un margine di incertezza. Mi aveva detto che l'orologio lo aveva comprato lui, era tenuto benissimo, così bene che molto lo definirebbero NOS e infatti più volte nelle tante discussioni sul concetto di "Nos" l'ho mostrato come esempio spacciandolo prima come nos e poi dicendo quale era lasua storia effettivamente. Ci sono sempre cascati tutti. Eppure era il meno nos che si può. Indossatissimo ma trattato con tutte le cure da un persona che per mestiere amava le cose con una storia, anche piccola che fosse.
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Re: Dopo la caduta dell'URSS si assemblava quello che c'era
Su ebay i russi NOS venduti con il certificato una volta su due sono degli accrocchi dove all’orologio viene abbinato il certificato di un altro orologio, spesso di un tipo completamente differentemchap ha scritto: 10 nov 2021, 18:00 Sì, è l'unico ragionamento possibile. Tutto molto probabile ma alla fine manca quasi sempre la prova provata. Dei tanti certificati/orologio che ho l'unico che posso ritenere sicuramente autentico è un Wostok civile che presi a Leopoli. Lo aveva al polso un antiquario, nell'arco di una settimana e più gli chiesi più volte se lo vendeva, mi rispondeva sempre di no. Ripassai un ultima volte il pomeriggio prima di partire e quella volta disse di si ma... Non me lo diede, min chiese di passare la mattina successiva sotto casa sua perché mi avrebbe dato anche la scatoletta con il certificato. E così fu. Certo, anche qui rimane sempre un margine di incertezza. Mi aveva detto che l'orologio lo aveva comprato lui, era tenuto benissimo, così bene che molto lo definirebbero NOS e infatti più volte nelle tante discussioni sul concetto di "Nos" l'ho mostrato come esempio spacciandolo prima come nos e poi dicendo quale era lasua storia effettivamente. Ci sono sempre cascati tutti. Eppure era il meno nos che si può. Indossatissimo ma trattato con tutte le cure da un persona che per mestiere amava le cose con una storia, anche piccola che fosse.
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