Il movimento dell'Almaz (novità 2015) è un 'NH35- Automatic mechanical movemement from SII (Japan)'.
Titanio, bronzo, cristallo K1...
Buh, no, non mi piacciono esteticamente oltre tutto...
Paolo, ma i 'Made in Swiss' mica son fatti dall'inizio alla fine nello stato pedemontano...
...tu che sei uno stimato economista mica te la puoi pigliare ora con la globalisèscion
Però in effetti, la faccenda si complica e noi non siamo addivenuti a nulla.
Per ora dunque il Soviet lascia libertà di coscienza su dove postare ciò che si voglia...
...tranne eventualmente intervenire a posteriori tramite eliminazioni fisiche al polonio e deportazione di controrivoluzionari...
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
Questo Almaz non lo trovo brutto, tutt'altro. Non so a quanto viene venduto e la questione, almeno per me, potrebbe essere il prezzo.
Poi... è russo? boh! se è fabbricato in Russia sarà russo, se in Cina, un russo assemblato in Cina, e via dicendo.
Ma il punto non è il dove, semmai è il come.
L'orologeria russa (cioè di epoca sovietica) aveva alcune specificità. Dobbiamo ancora ricordarcele? ok, facciamolo.
1) Era una orologeria organizzata per una produzione seriale di massa inserita in una economia pianificata. Un ente centrale decideva cosa e quanto produrre e spesso anche il come. Da questo ne derivano limiti e pregi.
2) L'orologeria sovietica non aveva un mercato nel senso capitalistico del termine
3) non mirava alla massimizzazione dei profitti. Anzi, semmai la sua capacità di sviluppo e ammodernamento fu dovuta proprio ad una logica contraria (economia di piano)
4) a partire da un certo periodo, in particolare gli anni '60, i "profitti", in particolare i premi in rubli ricevuti dalle fabbriche quando superavano le quote assegnate, venivano ridistribuiti in forma di salario, case per i dipendenti, colonie estive, attività sportive, culturali,ecc.
5) un semplice operaio poteva accedere all'università anche , tanto per dire, a quarant'anni qual'ora avesse dimostrato le doti necessarie nello svolgere il suo lavoro. Non era raro che un operaio potesse diventare un ingegnere. C'era una forte mobilità sociale, questo va riconosciuto.
Mi fermo qui, altrimenti viene fuori il solito pippone che non legge nessuno.
Però tutto questo, e il tanto altro non detto, si rifletteva in un prodotto finale facilmente riconoscibile quando messo a confronto con l'orologeria svizzero/occidentale. Non è questione di simboli di regime o altro, ma di forme, grafica, materiali utilizzati, ecc. Meglio o peggio, di maggiore o minore qualità, non importa.
Ora, una volta venute meno le caratteristiche fondamentali per me non ha senso parlare di orologeria russa se non per il semplice "made". Trovo cioè più appropriato inserire quella Russa moderna nello stessa categoria a cui appartengono le orologerie svizzero/occidentali.
Non ha più elementi che la possano contraddistinguere dalle altre.
Ci potrebbero mettere pure l'effige si Stalin, non cambierebbe nulla. Così come quella sovietica non era "sovietica" solo perché c'era una stellina rossa o altro (le poche volte che c'era).
Non è stato certo un cambiamento scoccato il giorno X ma un processo avvenuto nel corso degli anni '90. Ma è avvenuto.
Faccio un paragone il quale, come tutti i paragoni, regge solo fino ad un certo punto.
Il "made in Italy" che ci ha resi famosi in tutto il mondo è figlio di un certo periodo o no? di una certa società (che stava passando da una economia contadina ad una industriale) o no? di un determinato processo e retaggio culturale o no?
Se ci avessero concesso di sviluppare l'industria legata al nucleare, ai super-computer, o avessimo avuto il petrolio,ecc. avremmo sviluppato così tanto il "made in Italy" che si esprimeva non solo nella moda ma anche nelle scarpe, i televisori, i frigoriferi, arredamento, autostrade,dighe ecc.?
E' una Italia che non c'è più. Rimangono settori di nicchia che coltivano il "made in Italy" con intelligenza. Ovvero non stanno lì a riproporre in salse aggiornate e riviste, il bel tempo che fu, ma sono inseriti nel tempo e la modernità di oggi.
Questa è la differenza reale e concreta, che crea un "made". Non solo il luogo di produzione ma la cultura e l'economia-società che c'è dietro.
Tutte ragioni per cui ancora oggi in tutto il mondo, purtroppo solo in pochi casi, un prodotto veramente "made in Italy" è immediatamente riconoscibile".
In questi orologi russi non c'è nulla che li riconduca ad un "made in", al massimo si può dire è un Wostok Europe, è di Meranom,... ma sono tutti uguali. Uguali a quello che producono tanti altri.
Il che non significa che non siano presenti cose gradevoli e interessanti.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)
DaniLao ha scritto:Il movimento dell'Almaz (novità 2015) è un 'NH35- Automatic mechanical movemement from SII (Japan)'.
Titanio, bronzo, cristallo K1...
Buh, no, non mi piacciono esteticamente oltre tutto...
Paolo, ma i 'Made in Swiss' mica son fatti dall'inizio alla fine nello stato pedemontano...
...tu che sei uno stimato economista mica te la puoi pigliare ora con la globalisèscion
Però in effetti, la faccenda si complica e noi non siamo addivenuti a nulla.
Per ora dunque il Soviet lascia libertà di coscienza su dove postare ciò che si voglia...
...tranne eventualmente intervenire a posteriori tramite eliminazioni fisiche al polonio e deportazione di controrivoluzionari...
Se il "cuore" orientale di una novità 2015, è motivo per classificare i Vostok Europe fuori dall'orologeria russa, allora i tanti Vostok Europe con "cuore russo" meriterebbero lo stesso peso, nel determinarne la classificazione.
"Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre" - Albert Einstein
Un Hamilton rimane un Hamilton, anche se la cassa è asiatica e il movimento parzialmente swiss-made. Occorre abituarsi a quest'idea, pur sapendo che di americano sopra non c'è praticamente nulla.
Si andrà avanti per luoghi comuni: italiano, spagnolo, tedesco ecc., con l'annullamento degli stati nazionali e la neutralizzazione delle identità, saranno solo convenzioni locali di tipo linguistico o di costume, in realtà annacquati e amalgamati nel meltin pot generale. Il Made in Italy sarà (in realtà è già) destinato solo alle produzioni per cui l'elemento "caratterizzante" è fondamentale, quindi destinato a un consumo di lusso.
Cibo, abiti, veicoli. Le famose "eccellenze". E tutti gli altri?
Mangeranno cibi OGM, vestiranno abiti cinesi, eccetera. La bandierina tricolore appiccicata sopra servirà solo a rendere meno indolore il passaggio, e lo stesso varrà per tutti gli altri prodotti di altre (future ex) nazioni, in nome di un'ideologia folle che mescola universalismo di sinistra e ultraliberismo di destra.
mchap ha scritto:Questo Almaz non lo trovo brutto, tutt'altro....
D'accordo solo sul quadrante...
Il fondello con quel movimento minuscolo (pare un luch da donna... ) inserito in quella cassa enorme che richiede quell'antiestetico
grande anello intorno alla circonferenza per nascondere lo spazio vuoto mi fa alquanto cagare...
Paolo ... Nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti...(L.Pirandello)
mchap ha scritto:Questo Almaz non lo trovo brutto, tutt'altro....
D'accordo solo sul quadrante...
Il fondello con quel movimento minuscolo (pare un luch da donna... ) inserito in quella cassa enorme che richiede quell'antiestetico
grande anello intorno alla circonferenza per nascondere lo spazio vuoto mi fa alquanto cagare...
Avrebbero potuto ampliare la base del movimento in stile ETA Valgranges.
Analisi cristallina che apprezzo, come al solito.
Pare Poifemo, povero Almazzazzo :-/
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi