Situazione Ucraina
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Re: Situazione Ucraina
Il problema è diventato Putin perché pare, o almeno così io credo, che solo lui e la sua cricca siano fautori di un conflitto di tale portata che sta portando conseguenze pesantissime alla popolazione, anche solo dal punto di vista economico.
È diventato un problema europeo perché, come già detto, il tutto si sta volgendo dietro la porta di casa e non pochi pensano che l’Ucraina sia solamente l’inizio di un disegno ben più complesso (ma io non lo credo).
È diventato un problema europeo perché, come già detto, il tutto si sta volgendo dietro la porta di casa e non pochi pensano che l’Ucraina sia solamente l’inizio di un disegno ben più complesso (ma io non lo credo).
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Re: Situazione Ucraina
Il grido di dolore di Chomsky: «Fermiamoci sull’orlo del baratro»
Eterno Chomsky. A 93 anni, il più instancabile e feroce critico dei poteri mediatici e dei guasti del capitalismo, il guru della sinistra americana, l’accusatore radicale della politica militare degli Stati Uniti, tanto da guadagnarsi l’accusa di antiamericanismo, scende in campo per far riflettere sul conflitto in Ucraina. Ma ancora una volta riesce a sorprendere, anzichè provocare. E per questo, una delle sue ultime interviste è interessante.
Il giudizio sulla guerra di Putin è netto : «Un genio del male non avrebbe potuto immaginare una situazione più terrificante. L’invasione russa è un crimine di guerra della massima gravità che non può essere giustificato o minimizzato». Ma l’intellettuale americano lancia anche un grido di dolore, un drammatico invito a fermarsi sull’orlo del baratro. In gioco non c’è solo l’Ucraina, ma la specie umana. Chomsky ribadisce ovviamente critiche già espresse a suo tempo a proposito dell’invasione americana dell’Iraq, che considerò «un crimine di guerra», esattamente come l’invasione di Hitler della Polonia e appunto l’invasione dell’Ucraina. Ma ribadisce che nulla deve essere giustificato. La cosa più importante è capire: «In breve, la crisi bolle da 25 anni, con gli Stati Uniti che liquidano con disprezzo le preoccupazioni di sicurezza della Russia, soprattutto sulle linee rosse chiaramente identificate: Georgia e, soprattutto, Ucraina. Abbiamo quindi tutte le ragioni per credere che il conflitto avrebbe potuto essere evitato fino all’ultimo minuto». «Non c’è niente da dire sui tentativi di Putin di giustificare la sua aggressione con la legge. Le sue giustificazioni sono nulle. Se è vero che gli Stati Uniti e i loro alleati si sonno fatti beffe del diritto internazionale senza battere ciglio, questo non pregiudica i crimini di Putin».
Il grande linguista invita l’Occidente a fermarsi sull’orlo del baratro, dando assoluta priorità alla diplomazia, persino se questo dovesse risolversi «in un risultato inglorioso che premierebbe piuttosto che punire Putin — per evitare l’alta probabilità di una guerra totale». Questa ipotesi sarebbe, ci ricorda, «una condanna a morte per la specie», senza alcun vincitore. «Le dichiarazioni perentorie sulla psicologia di Putin abbondano. Si dice spesso che sia in preda a un delirio paranoico, che agisca da solo, circondato da cortigiani inchinati davanti a lui. Ma forse si possono considerare altre ipotesi. Forse Putin intendeva fare davvero quello che lui e i suoi sostenitori dicono da anni».
Chomsky ribadisce quindi i rischi che rappresentava l’allargamento dell’Alleanza atlantica ai Paesi dell’Est e agli ex Paesi membri dell’Urss. Si ricordano le memorie di William Perry, segretario alla difesa di Bill Clinton tra il 1993 e il 1997, il quale sostenne che l’espansione della Nato è stata la causa della «rottura delle relazioni con la Russia» e lo storico John Mearsheimer, il quale, dopo l’annessione russa della Crimea, nel 2014, ha sostenuto sulla rivista Foreign Affairs e sull’Economist che «la radice del problema è l’allargamento della Nato, un elemento centrale di una strategia più ampia per rimuovere l’Ucraina dall’orbita russa». «Se vogliamo rispondere a questa tragedia in modo tale da poter aiutare le vittime ed evitare disastri ancora più grandi, dobbiamo sapere il più possibile sugli errori commessi e su come il corso degli eventi avrebbe potuto essere modificato».
Secondo Chomsky, le opzioni non sono molto promettenti. Resta la speranza di ottenere risultati non troppo lontani da quelli che probabilmente erano raggiungibili solo pochi giorni fa: la neutralità dell’Ucraina sul modello dell’Austria, accompagnata da una federalizzazione del Paese ispirata a Minsk II (gli accordi firmati a Minsk nel 2015 per porre fine alla guerra nel Donbass). Lo studioso si spinge a sostenere la necessità di offrire a Putin una via d’uscita, «altrimenti le ripercussioni saranno molto più terribili per l’Ucraina e per il resto del mondo». All’obiezione che tutto questo sia molto lontano da un’idea di giustizia e dall’etica, Chomsky risponde : «Ma quando mai la giustizia ha prevalso negli affari internazionali? Che ci piaccia o no, ora abbiamo una scelta tra un risultato inglorioso — che premierebbe piuttosto che punire Putin per questa aggressione — e l’alta probabilità di una guerra totale. Si può essere tentati di spingere l’orso in un angolo, dove però lotterà con l’energia della disperazione. Ma non sarebbe saggio. Allo stesso tempo, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per fornire un’assistenza significativa a coloro che stanno valorosamente difendendo la loro patria contro crudeli aggressori, a coloro che stanno fuggendo dagli orrori, e alle migliaia di russi coraggiosi che si oppongono pubblicamente ai crimini del loro Stato a loro rischio, e che stanno dando una lezione a tutti noi».
Chomsky ricorda anche tutto ciò che in questo momento drammatico appare dimenticato o oscurato. «Dobbiamo cercare modi per aiutare una categoria molto più ampia di vittime: tutta la vita sulla Terra. Questa invasione arriva in un momento in cui tutte le grandi potenze — e tutti noi — hanno bisogno di lavorare insieme per combattere il flagello della distruzione ambientale, che è già spaventoso e sarà molto peggio se non si fanno presto grandi sforzi. L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha appena pubblicato il suo ultimo rapporto di valutazione, il più allarmante fino ad oggi, che ci ricorda ancora una volta che stiamo andando verso il disastro. Eppure le misure necessarie sono bloccate o addirittura insabbiate in un momento in cui le risorse vitali vengono utilizzate per la distruzione e il mondo è pronto a fare un uso crescente dei combustibili fossili, compreso il più pericoloso e abbondante di tutti, il carbone. Un genio del male non avrebbe potuto immaginare una congiuntura più terrificante. Non può essere ignorato. Ogni minuto conta».
Chomsky dubita anche dell’efficacia delle sanzioni, poiché potrebbero «aumentare la dipendenza della Russia dalla Cina. La Russia è una cleptocrazia petrolifera. Non è chiaro se il suo sistema finanziario possa sopportare un’offensiva su larga scala sotto forma di sanzioni o altro. Questa è una ragione in più per offrirle una via d’uscita. È difficile prevedere dove cadranno le ceneri — e potrebbe non essere una semplice metafora. Finora, la Cina ha mantenuto la calma e probabilmente continuerà il suo ambizioso programma di integrazione economica di gran parte del mondo nella sua fiorente rete globale, mentre guarda i suoi concorrenti distruggersi. Come detto prima, lo scontro è una condanna a morte per la specie — non ci sarà un vincitore. Siamo a un punto di svolta nella storia dell’umanità. Non può essere negato. Non può essere ignorato».
Qui il testo originale dell'intervista.
Eterno Chomsky. A 93 anni, il più instancabile e feroce critico dei poteri mediatici e dei guasti del capitalismo, il guru della sinistra americana, l’accusatore radicale della politica militare degli Stati Uniti, tanto da guadagnarsi l’accusa di antiamericanismo, scende in campo per far riflettere sul conflitto in Ucraina. Ma ancora una volta riesce a sorprendere, anzichè provocare. E per questo, una delle sue ultime interviste è interessante.
Il giudizio sulla guerra di Putin è netto : «Un genio del male non avrebbe potuto immaginare una situazione più terrificante. L’invasione russa è un crimine di guerra della massima gravità che non può essere giustificato o minimizzato». Ma l’intellettuale americano lancia anche un grido di dolore, un drammatico invito a fermarsi sull’orlo del baratro. In gioco non c’è solo l’Ucraina, ma la specie umana. Chomsky ribadisce ovviamente critiche già espresse a suo tempo a proposito dell’invasione americana dell’Iraq, che considerò «un crimine di guerra», esattamente come l’invasione di Hitler della Polonia e appunto l’invasione dell’Ucraina. Ma ribadisce che nulla deve essere giustificato. La cosa più importante è capire: «In breve, la crisi bolle da 25 anni, con gli Stati Uniti che liquidano con disprezzo le preoccupazioni di sicurezza della Russia, soprattutto sulle linee rosse chiaramente identificate: Georgia e, soprattutto, Ucraina. Abbiamo quindi tutte le ragioni per credere che il conflitto avrebbe potuto essere evitato fino all’ultimo minuto». «Non c’è niente da dire sui tentativi di Putin di giustificare la sua aggressione con la legge. Le sue giustificazioni sono nulle. Se è vero che gli Stati Uniti e i loro alleati si sonno fatti beffe del diritto internazionale senza battere ciglio, questo non pregiudica i crimini di Putin».
Il grande linguista invita l’Occidente a fermarsi sull’orlo del baratro, dando assoluta priorità alla diplomazia, persino se questo dovesse risolversi «in un risultato inglorioso che premierebbe piuttosto che punire Putin — per evitare l’alta probabilità di una guerra totale». Questa ipotesi sarebbe, ci ricorda, «una condanna a morte per la specie», senza alcun vincitore. «Le dichiarazioni perentorie sulla psicologia di Putin abbondano. Si dice spesso che sia in preda a un delirio paranoico, che agisca da solo, circondato da cortigiani inchinati davanti a lui. Ma forse si possono considerare altre ipotesi. Forse Putin intendeva fare davvero quello che lui e i suoi sostenitori dicono da anni».
Chomsky ribadisce quindi i rischi che rappresentava l’allargamento dell’Alleanza atlantica ai Paesi dell’Est e agli ex Paesi membri dell’Urss. Si ricordano le memorie di William Perry, segretario alla difesa di Bill Clinton tra il 1993 e il 1997, il quale sostenne che l’espansione della Nato è stata la causa della «rottura delle relazioni con la Russia» e lo storico John Mearsheimer, il quale, dopo l’annessione russa della Crimea, nel 2014, ha sostenuto sulla rivista Foreign Affairs e sull’Economist che «la radice del problema è l’allargamento della Nato, un elemento centrale di una strategia più ampia per rimuovere l’Ucraina dall’orbita russa». «Se vogliamo rispondere a questa tragedia in modo tale da poter aiutare le vittime ed evitare disastri ancora più grandi, dobbiamo sapere il più possibile sugli errori commessi e su come il corso degli eventi avrebbe potuto essere modificato».
Secondo Chomsky, le opzioni non sono molto promettenti. Resta la speranza di ottenere risultati non troppo lontani da quelli che probabilmente erano raggiungibili solo pochi giorni fa: la neutralità dell’Ucraina sul modello dell’Austria, accompagnata da una federalizzazione del Paese ispirata a Minsk II (gli accordi firmati a Minsk nel 2015 per porre fine alla guerra nel Donbass). Lo studioso si spinge a sostenere la necessità di offrire a Putin una via d’uscita, «altrimenti le ripercussioni saranno molto più terribili per l’Ucraina e per il resto del mondo». All’obiezione che tutto questo sia molto lontano da un’idea di giustizia e dall’etica, Chomsky risponde : «Ma quando mai la giustizia ha prevalso negli affari internazionali? Che ci piaccia o no, ora abbiamo una scelta tra un risultato inglorioso — che premierebbe piuttosto che punire Putin per questa aggressione — e l’alta probabilità di una guerra totale. Si può essere tentati di spingere l’orso in un angolo, dove però lotterà con l’energia della disperazione. Ma non sarebbe saggio. Allo stesso tempo, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per fornire un’assistenza significativa a coloro che stanno valorosamente difendendo la loro patria contro crudeli aggressori, a coloro che stanno fuggendo dagli orrori, e alle migliaia di russi coraggiosi che si oppongono pubblicamente ai crimini del loro Stato a loro rischio, e che stanno dando una lezione a tutti noi».
Chomsky ricorda anche tutto ciò che in questo momento drammatico appare dimenticato o oscurato. «Dobbiamo cercare modi per aiutare una categoria molto più ampia di vittime: tutta la vita sulla Terra. Questa invasione arriva in un momento in cui tutte le grandi potenze — e tutti noi — hanno bisogno di lavorare insieme per combattere il flagello della distruzione ambientale, che è già spaventoso e sarà molto peggio se non si fanno presto grandi sforzi. L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha appena pubblicato il suo ultimo rapporto di valutazione, il più allarmante fino ad oggi, che ci ricorda ancora una volta che stiamo andando verso il disastro. Eppure le misure necessarie sono bloccate o addirittura insabbiate in un momento in cui le risorse vitali vengono utilizzate per la distruzione e il mondo è pronto a fare un uso crescente dei combustibili fossili, compreso il più pericoloso e abbondante di tutti, il carbone. Un genio del male non avrebbe potuto immaginare una congiuntura più terrificante. Non può essere ignorato. Ogni minuto conta».
Chomsky dubita anche dell’efficacia delle sanzioni, poiché potrebbero «aumentare la dipendenza della Russia dalla Cina. La Russia è una cleptocrazia petrolifera. Non è chiaro se il suo sistema finanziario possa sopportare un’offensiva su larga scala sotto forma di sanzioni o altro. Questa è una ragione in più per offrirle una via d’uscita. È difficile prevedere dove cadranno le ceneri — e potrebbe non essere una semplice metafora. Finora, la Cina ha mantenuto la calma e probabilmente continuerà il suo ambizioso programma di integrazione economica di gran parte del mondo nella sua fiorente rete globale, mentre guarda i suoi concorrenti distruggersi. Come detto prima, lo scontro è una condanna a morte per la specie — non ci sarà un vincitore. Siamo a un punto di svolta nella storia dell’umanità. Non può essere negato. Non può essere ignorato».
Qui il testo originale dell'intervista.
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Re: Situazione Ucraina
Ale mi ha tolto le parole di bocca.
È vero: ci sono diversi ai quali l’abito di dittatore o comunque di repressore dei diritti civili sta benissimo, tra questi putin è quello con il quale abbiamo a che fare perché ha invaso l’ucraina qualche settimana orsono
È vero: ci sono diversi ai quali l’abito di dittatore o comunque di repressore dei diritti civili sta benissimo, tra questi putin è quello con il quale abbiamo a che fare perché ha invaso l’ucraina qualche settimana orsono
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Situazione Ucraina
A mio giudizio, l'avvicinamento/ingresso dell'Ucraina alla NATO è qualcosa che non può essere accettato da qualunque politico russo che voglia tutelare l'interesse della Russia (per come lo vedono loro).
Che un altro al posto di Putin, tipo un Eltsin, grande amico di Clinton, avrebbe chinato il capo e fatto spallucce è una mera ipotesi, priva di controprova, forse anche un po' debole vista la guerra in Cecenia, avviata proprio dal democratico ed apprezzato (da noi) Eltsin.
Anche quella, un'azione per noi fuori dal mondo.
Ci sono atteggiamenti, visioni del mondo, che sono radicate in certe "scuole di pensiero" .
Ma fa comodo "all'Occidente" far intendere che è tutta colpa di Putin, ormai un pazzo sanguinario.
Se litighi per strada con un pazzo uscito dal manicomio e precedenti penali, a pochi interesserà sapere come sono andati i fatti: il colpevole sarà lui.
Stessa cosa ora.
Potrebbe anche essere che un altro leader, avrebbe cercato di raggiungere il medesimo obiettivo non con le armi, ma agendo sulle leve economiche.
Forse non sarebbe stato per forza un leader più democratico, ma semplicemente più accorto o ben consigliato.
Putin con questa guerra si è messo in un vicolo cieco, da cui è interesse di nessuno che ne esca, ad eccezione dei civili sotto le bombe.
Con questa guerra non è stato pazzo: è stato avventato, avventuriero (ed ovviamente se ne è fregato del diritto internazionale).
Se l'Ucraina "vince" , per lei si spiana la strada nella NATO e nella UE e Putin ne esce bastonato.
"Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre" - Albert Einstein
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Re: Situazione Ucraina
Se l’Ucraina vince Putin ne esce bastonato, se vince la Russia ne esce come un criminale. Dove sta la vittoria? Anche arrivassero ad un accordo sulla neutralità dell’Ucraina credi che i leader e partner occidentali lo guarderebbero con gli occhi di un anno fa? Io non credo.
Puoi avere il locale più bello del paese ma se i clienti passano oltre sei lo stesso destinato al fallimento.
Puoi avere il locale più bello del paese ma se i clienti passano oltre sei lo stesso destinato al fallimento.
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Re: Situazione Ucraina
Covid, il Copasir vuole sentire Conte sulla missione russa in Italia. Sarebbe stata una mossa di spionaggio. Ma siamo seri?
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Re: Situazione Ucraina
Ma soprattutto -ripeto- tutti si stanno organizzando per ridurre la dipendenza dal gas russo (sul quale si basa la loro economia), quanto davvero ci avrà guadagnato alla fine, dimostrando quanto ce l’ha lungo?
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Re: Situazione Ucraina
Il petrolio continuiamo a comprarlo dall'Arabia Saudita, vuoi che, se si raggiugesse un ragionevole compromesso che porti alla fine delle ostilità, non si riprenda a commerciare con la Russia come se niente fosse? Perché da lì non importiamo solo gas e petrolio...ale9191 ha scritto: ↑23 mar 2022, 13:41 Se l’Ucraina vince Putin ne esce bastonato, se vince la Russia ne esce come un criminale. Dove sta la vittoria? Anche arrivassero ad un accordo sulla neutralità dell’Ucraina credi che i leader e partner occidentali lo guarderebbero con gli occhi di un anno fa? Io non credo.
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Re: Situazione Ucraina
Avresti ragione, poi non so se sarebbe come dice wilcoyote (probabile).ale9191 ha scritto: ↑23 mar 2022, 13:41 Se l’Ucraina vince Putin ne esce bastonato, se vince la Russia ne esce come un criminale. Dove sta la vittoria? Anche arrivassero ad un accordo sulla neutralità dell’Ucraina credi che i leader e partner occidentali lo guarderebbero con gli occhi di un anno fa? Io non credo.
Puoi avere il locale più bello del paese ma se i clienti passano oltre sei lo stesso destinato al fallimento.
Ed inoltre:
1) ti rimando ai tempi dell'URSS: erano considerati criminali, mangia bambini, odiati in Occidente..... ma temuti.
Allora forse "di là", interessa poco essere considerato un criminale, se sei anche temuto.
2) Infine, "noi" ci consideriamo il centro del mondo, ma è un mondo senza India, Cina, Arabia Saudita e Brasile.
Insomma, se hai il locale più bello ed il paese è grande, credo che qualcuno che entra nel tuo locale lo trovi lo stesso.
E magari come dice wilcoyote, ci andrà anche qualcuno di quelli che lo critica, se i prezzi sono buoni.
p.s. A proposito, l'Arabia Saudita sarebbe quel Paese coinvolto nel caso Jamal Ahmad Khashoggi?
Detto ciò, è proprio vero:
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