DaniLao ha scritto: ↑23 nov 2022, 14:20
Rifacendosi da una parte (e seguendo il tuo ordine):
la richiesta di protezione Internazionale la puoi presentare quando vuoi, magari nel tuo paese è appena cambiato il regime e tu sei finito tra gli oppositori.
Più in generale l’istanza la può presentare chiunque, sarà poi la commissione a decidere se il caso rientri in quelli previsti dalla legge o meno per il riconoscimento dello status.
Generalmente la richiesta è contestuale allo sbarco perché, quando arrivi con il barcone sul territorio italiano, se non hai un visto non puoi soggiornare, ti prenderebbero le impronte e comminerebbero un provvedimento di allontanamento.
Il 99% di chi arriva ha perso il passaporto, gli è stato sottratto dal datore di lavoro o dal carcere libico o l’ha buttato in mare.
Il richiedente protezione dichiarerà la propria nazionalità e sarà la Commissione a fare le opportune verifiche, anche sulla provenienza geografica.
Al momento della presentazione dell’istanza si richiede un permesso di soggiorno che non è “a prescindere” bensì di durata molto breve è sottoposto ai soliti controlli di sicurezza ai quali un permesso autorizzativo al soggiorno è usualmente sottoposto. I controlli riguardano gli accessi in area Schengen, i vari reati nei database internazionali e un’altra serie di faccende e -come quelli sull’alloggio- sono preventivi.
Ovviamente in uno stato di diritto, e finché la commissione non deciderà, dobbiamo considerare il richiedente protezione internazionale come un rifugiato, una persona che scappa dal proprio paese.
Nel tuo domandare sembra che tu stia cercando di individuare i furbetti. Per come è scritta la norma europea ed italiana a questo ci pensa la Commissione, se poi ci mette un anno, non è che la colpa di questa ignavia la puoi accollare ai richiedenti protezione, no?
Immigrare illegalmente in un paese si può fare sempre. Se non hai un permesso di soggiorno è meglio, perché come abbiamo detto, se hai chiesto protezione in Italia e ti beccano in Germania ti impacchettano e rirotolano da questa parte delle Alpi.
Sempre riguardo gli spostamenti: è vero che se il tuo obiettivo è quello di stabilirti in Germania non devi farti prendere le impronte in Italia.
Possibile, anche se sembra più complicato rispetto alla rotta balcanica.
Checché giorgina vi voglia far credere la maggior parte dei richiedenti asilo passa da là, non dal mediterraneo. E questo spiega anche la cartina che ho pubblicato qualche giorno fa, oltre all’insofferenza dell’Europa che questi dati li ha e giustamente vede lo sbraitare dei fascioleghisti nella corretta prospettiva.
Riguardo i requisiti per la protezione la norma prevede tre tipi di percorsi (e relativi PdS): asilo politico, protezione sussidiaria e protezione speciale.
Se non rientri in questi casi con molta probabilità sei un migrante economico per il quale il TU sull’immigrazione prevede altri tipi di ingresso (segnatamente la richiesta di visto per lavoro, soggetta a quote annuali e requisiti inenarrabili e dunque ottenibile con la stessa facilità di una vincita al supermegaenalotto).
I richiedenti asilo che versino in stato di necessità possono entrare a far parte di progetti che prevedono anche l’alloggio. Scrivo “anche” perché il progetto prevede corsi di lingua, formazione e simili attività obbligatorie per mantenere il posto.
Qualora tu sia indigente (e qualora tu non sia ospitato in una struttura) potresti aver diritto ad un “pocket money” per vestiti e cibo di una trentina di € al mese (i progetti durano massimo 6 mesi).
Quello a cui ti riferisci e che spesso va sui giornali sono probabilmente i soldi che lo stato trasferisce alle strutture che ospitano le persone e attuano il progetto di cui sopra. Mi pare siano 35€ al giorno, nei quali devono rientrare il costo della struttura, il cibo, la summenzionata formazione, eventuali spese mediche da anticipare, gli operatori, assicurazioni varie, spese amministrative…. Direi un costo non esagerato.
Arrivando poi alle strutture:
esistono i CAS Centri di Accoglienza Straordinaria che sono il primo livello, ci può stare chi ha fatto richiesta di protezione.
Ci sono poi strutture SAI Siatema di Accoglienza e Integrazione nelle quali possono essere ospitati sia richiedenti che aventi status di rifugiato.
Come detto i progetti hanno durata massima di 6 mesi, in rari casi prorogabili, già che l’obiettivo è quello dell’autonomia.
Ovviamente nelle strutture non puoi essere ospitato se hai un reddito, quindi se lavori (anche a nero), perché se hai una stabilità economica puoi tranquillamente cercarti una sistemazione (esistono infatti anche progetti di integrazione “territoriali” che accompagnano i richiedenti come tutor anche se non alloggiano in strutture).
Chi sia in attesa di espulsione finisce nei CIE Centri di Identificazione ed Espulsione.
Già, perché se sei privo di documento prima di espellerti devo sapere chi sei e da dove vieni, altrimenti è un casino, mica posso metterti su un pari o in mare alla deriva…
Velo pietoso sui CIE, sulla loro gestione e sul fatto che si possa esser detenuti a causa di un reato amministrativo.
Perché essere privi di passaporto o di visto è un reato amministrativo, no? Mica penale.
Eppure a noi non ci arrestano se passiamo col rosso, lasciamo scadere la carta d’identità o la patente….