Voto dal 1979, e mi pare che sia sempre stato così, solo che una volta le differenziazioni erano nette, da una parte i comunisti, dall'altra tutti gli altri (anche i fascisti riciclati, tipo Scalfari), al di fuori a far casino (e a sparare e sprangare) i fascisti non riciclati e gli ultrà comunisti (i cosiddetti extraparlamentari di destra e di sinistra). Ricordo anche che i comunisti dovevano stare ben attenti a distinguersi dagli estremisti rossi (o sedicenti tali, non è ancora certo al 100% che le BR abbiano "mandanti" rossi), mentre dall'altra parte le commistioni tra parlamentari di centro - centrodestra e l'eversione nera c'erano ma non se ne curavano troppo, infatti il l'estremismo rosso è sparito, quello nero esiste ancora (immaginate oggi, a parti inverse, un pestaggio selvaggio di un esponente di casaplofplof da parte di un gruppo giovani di sinistra il polverone che avrebbe sollevato, tipo uomo che morde cane).finestraweb ha scritto: ↑28 feb 2023, 10:44 Insomma, oggi la politica è tutta un discorso di posizionamento, di spartizione del mercato elettorale.
Se un concorrente offre un prodotto troppo simile al mio, è un problema, perché va ad invadere la mia quota di mercato, può attrarre miei clienti.
Al contrario, se mi rivolgo ad un pubblico diverso, devo differenziarmi bene, far capire che il mio prodotto è diverso dal loro.
L'importante è accrescere la propria quota.
Attualità politica (cane contro cane)
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Meloni/Schlein è la dicotomia perfetta per il ritorno del grande teatrino bipolarista.
Da una parte la madre cattolica e conservatrice.
Dall’altra la bisessuale progressista e gender fluid.
Dibattito politico monopolizzato da questioni di infima importanza ma che alzeranno polveroni infiniti e rumorosissimi, coi media prontissimi a riempirci prime pagine e talk show.
La schwa, il crocifisso nelle scuole, la recita di Natale col presepe, la detassazione dei tampax, i gabinetti unisex, il pandoro o il panettone agiteranno schiere di fanatici con la schiuma alla bocca. Polarizzando così tanto l’opinione pubblica al punto da distoglierla completamente dai temi centrali per il paese. Tanto quelli li decide Bruxelles.
E poi tutti compatti a votare l’invio di armi all’Ucraina.
La politica americanizzata è ormai questa roba qui.
E se non lo capite nemmeno così, non lo capirete mai. Manco con un trapianto di testa.
Da una parte la madre cattolica e conservatrice.
Dall’altra la bisessuale progressista e gender fluid.
Dibattito politico monopolizzato da questioni di infima importanza ma che alzeranno polveroni infiniti e rumorosissimi, coi media prontissimi a riempirci prime pagine e talk show.
La schwa, il crocifisso nelle scuole, la recita di Natale col presepe, la detassazione dei tampax, i gabinetti unisex, il pandoro o il panettone agiteranno schiere di fanatici con la schiuma alla bocca. Polarizzando così tanto l’opinione pubblica al punto da distoglierla completamente dai temi centrali per il paese. Tanto quelli li decide Bruxelles.
E poi tutti compatti a votare l’invio di armi all’Ucraina.
La politica americanizzata è ormai questa roba qui.
E se non lo capite nemmeno così, non lo capirete mai. Manco con un trapianto di testa.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Per contro sarebbe stato sin toppo facile,per la donna “nuova” che viene dal nero, aver ogni vittoria mediatica dinanzi al grigio (e fasciocchialato) uomo dell’establishment.
Dunque da un certo punto di vista -dall’esterno e per me- meglio così
Dunque da un certo punto di vista -dall’esterno e per me- meglio così
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
In un'intervista Fioroni spiega perché abbandona il PD. A me sembrano gran parte dei motivi per cui non è più il primo partito. Lui dice che è diventato un partito di sinistra-sinistra, mentre lo vuole di centro-sinistra, mentre ormai era un partito di centro-destra, una nuova DC dorotea.
Leggete (da Republica, solo per abbonati).
Fioroni: "Schlein mi ha sfrattato dal Pd. Ora è un partito troppo di sinistra"
di Antonio Fraschilla
L'ex ministro, tra i fondatori dei dem: "È venuto meno un percorso popolare e cattolico dentro il partito. Negli ultimi anni abbiamo fatto molto governo e poca politica. Oggi si va a caccia del nuovismo"
Lascia il Partito democratico perché sente di aver ricevuto l’avviso di sfratto dalla neo segretaria Elly Schlein. “Ho letto una sua intervista nei giorni scorsi nella quale criticava Stefano Bonaccini per aver fatto un evento con me, ho capito che per la mia cultura cattolica e popolare forse non c’è più spazio nel suo Pd e ne ho preso atto. Oggi il Pd per come è nato non esiste più, esiste un partito di sinistra e io tolgo il disturbo”. L’ex ministro del governo Prodi Giuseppe Fioroni spiega a Repubblica perché lascia i dem e perché non ha intenzione di entrare al momento in altri partiti.
Fioroni, quindi ha deciso? Nessun ripensamento?
“Sono stato tra i fondatori del Partito democratico, un partito di centrosinistra. Un partito nato come scommessa di poter realizzare, facendo tesoro delle culture politiche del novecento liberali, democratiche, popolari e socialiste, un nuovo soggetto per generare una nuova sintesi e costruire un ponte verso il futuro. Questo era il Pd nato con Walter Veltroni eletto da 3,5 milioni di italiani alle primarie dem e con un risultato alle politiche del 35 per cento. Oggi non è più così e ne prendo atto”
Ma anche prima dell’elezione della Schlein si diceva che era pronto a lasciare.
“Si è vero, ma io ho creduto sempre nel Pd tanto è vero che ogni volta che mi dicevano che ero pronto a fare le valigie altri andavano via: Rutelli, D’Alema, Bersani, Speranza. Io ho sempre avuto la convinzione che il Pd fosse una forza plurale fino a quando ognuno di noi poteva testimoniare i propri valori. Ci sono stati scontri, non lo nego: penso a quando durante la segreteria di Matteo Renzi ho votato no all’adesione ai socialisti europei, proprio per la convinzione di voler mantenere fede alla costruzione di un percorso popolare e cattolico dentro il partito”.
Lei usava spesso la battuta: “Me ne vado quando mi cacciano”. Ma Schlein non l’ha cacciata no?
“Io ero convinto che la Schlein vincesse le primarie perché il Pd sta vivendo una mutazione genetica. Gli elettori pro Schlein come dimostrano adesso le analisi del voto volevano e vogliono un partito sinistra-sinistra. Già di questo prendo atto. Poi Schlein in una intervista recente ha accusato Bonaccini di aver “fatto perfino una iniziativa con Fioroni”. Ecco mi sono sentito non più gradito e di intralcio”.
Lei parla di un Pd sinistra-sinistra. Ma quali sono queste azioni annunciate dalla nuova segretaria che le danno fastidio? Gli elettori non chiedono chiarezza su alcuni argomenti?
“Ho letto l’intervista di Achille Occhetto a Repubblica che plaude a un partito che apre alla sinistra. Il Pd non è più del centrosinistra ma è di sinistra. La piattaforma di programma della Schlein è molto incentrata sui diritti. Ma il suo è un partito con tanti diritti e pochi doveri, un partito che non ha chiarezza sulla guerra in Ucraina. Anche in tema economico non vedo chiarezza e responsabilità: quest’ultima un elemento fondamentale del cattolicesimo popolare. Noi dobbiamo realizzare le opportunità di lavoro e valorizzare il merito per accedere a queste opportunità: dall’altra parte non ci può essere solo un modello assistenzialista come il reddito di cittadinanza. E poi nel suo programma non c’è alcuna politica di sostegno alla famiglia e ai figli. Siamo tornati a prima dell’Ulivo, alla gioiosa macchina da guerra. La sinistra al massimo nel nostro Paese è arrivata al 30 per cento, ricordiamocelo”.
Ma il Pd si è ridotto al 16 per cento. Qualcosa evidentemente non andava no?
“Negli ultimi dieci anni invece di fare più politica abbiamo fatto molto governo. E siamo stati sempre alla ricerca del “nuovismo”: la riforma del titolo V della Costituzione perché andava di moda il leghismo, poi sul tema di natura sociale abbiamo scimmiottato le proposte dei 5 stelle. Noi dovevamo essere orgogliosi delle proposte che si mettevano in campo e non inseguire chi ci faceva essere solo la brutta copia di cose che proponevano gli altri”.
Perché teme così tanto la parola sinistra nel Pd?
“Guardi, c’è una parte del Pd che da sempre è ossessionata dal governo del partito. Nel 2015 Schlein uscì dal Pd con Civati perché aveva vinto un segretario moderato, cioè Renzi. Ora è tornata per fare la segretaria. Ma così non ci sarà mai un partito di centrosinistra perché la sintesi tra le culture è impossibile: invece quella sintesi era il sogno del Pd quando è nato. Insomma ormai è di sinistra, una cultura che nulla ha a che vedere con la mia cultura. E quindi tolgo il disturbo”.
Entrerà in un altro partito?
“Sono impegnato innanzitutto per ricostruire una rete di confronto e di contatti con tutto il mondo moderato, cattolico e riformatore che è impegnato in politica dal basso e nel sociale. Realtà e persone che spesso non si riconoscono in un partito tra quelli oggi in Parlamento. Vediamo, ma non molliamo il campo dei moderati. Ecco, il Pd aveva l’ambizione di essere il partito del “ma anche”: ma anche i cattolici, ma anche il sociale, ma anche i diritti, ma anche i doveri. Schlein dice che il suo non sarà più il partito del “ma anche”. Per me una sconfitta del progetto del Pd”
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Fioroni: "Schlein mi ha sfrattato dal Pd. Ora è un partito troppo di sinistra"
di Antonio Fraschilla
L'ex ministro, tra i fondatori dei dem: "È venuto meno un percorso popolare e cattolico dentro il partito. Negli ultimi anni abbiamo fatto molto governo e poca politica. Oggi si va a caccia del nuovismo"
Lascia il Partito democratico perché sente di aver ricevuto l’avviso di sfratto dalla neo segretaria Elly Schlein. “Ho letto una sua intervista nei giorni scorsi nella quale criticava Stefano Bonaccini per aver fatto un evento con me, ho capito che per la mia cultura cattolica e popolare forse non c’è più spazio nel suo Pd e ne ho preso atto. Oggi il Pd per come è nato non esiste più, esiste un partito di sinistra e io tolgo il disturbo”. L’ex ministro del governo Prodi Giuseppe Fioroni spiega a Repubblica perché lascia i dem e perché non ha intenzione di entrare al momento in altri partiti.
Fioroni, quindi ha deciso? Nessun ripensamento?
“Sono stato tra i fondatori del Partito democratico, un partito di centrosinistra. Un partito nato come scommessa di poter realizzare, facendo tesoro delle culture politiche del novecento liberali, democratiche, popolari e socialiste, un nuovo soggetto per generare una nuova sintesi e costruire un ponte verso il futuro. Questo era il Pd nato con Walter Veltroni eletto da 3,5 milioni di italiani alle primarie dem e con un risultato alle politiche del 35 per cento. Oggi non è più così e ne prendo atto”
Ma anche prima dell’elezione della Schlein si diceva che era pronto a lasciare.
“Si è vero, ma io ho creduto sempre nel Pd tanto è vero che ogni volta che mi dicevano che ero pronto a fare le valigie altri andavano via: Rutelli, D’Alema, Bersani, Speranza. Io ho sempre avuto la convinzione che il Pd fosse una forza plurale fino a quando ognuno di noi poteva testimoniare i propri valori. Ci sono stati scontri, non lo nego: penso a quando durante la segreteria di Matteo Renzi ho votato no all’adesione ai socialisti europei, proprio per la convinzione di voler mantenere fede alla costruzione di un percorso popolare e cattolico dentro il partito”.
Lei usava spesso la battuta: “Me ne vado quando mi cacciano”. Ma Schlein non l’ha cacciata no?
“Io ero convinto che la Schlein vincesse le primarie perché il Pd sta vivendo una mutazione genetica. Gli elettori pro Schlein come dimostrano adesso le analisi del voto volevano e vogliono un partito sinistra-sinistra. Già di questo prendo atto. Poi Schlein in una intervista recente ha accusato Bonaccini di aver “fatto perfino una iniziativa con Fioroni”. Ecco mi sono sentito non più gradito e di intralcio”.
Lei parla di un Pd sinistra-sinistra. Ma quali sono queste azioni annunciate dalla nuova segretaria che le danno fastidio? Gli elettori non chiedono chiarezza su alcuni argomenti?
“Ho letto l’intervista di Achille Occhetto a Repubblica che plaude a un partito che apre alla sinistra. Il Pd non è più del centrosinistra ma è di sinistra. La piattaforma di programma della Schlein è molto incentrata sui diritti. Ma il suo è un partito con tanti diritti e pochi doveri, un partito che non ha chiarezza sulla guerra in Ucraina. Anche in tema economico non vedo chiarezza e responsabilità: quest’ultima un elemento fondamentale del cattolicesimo popolare. Noi dobbiamo realizzare le opportunità di lavoro e valorizzare il merito per accedere a queste opportunità: dall’altra parte non ci può essere solo un modello assistenzialista come il reddito di cittadinanza. E poi nel suo programma non c’è alcuna politica di sostegno alla famiglia e ai figli. Siamo tornati a prima dell’Ulivo, alla gioiosa macchina da guerra. La sinistra al massimo nel nostro Paese è arrivata al 30 per cento, ricordiamocelo”.
Ma il Pd si è ridotto al 16 per cento. Qualcosa evidentemente non andava no?
“Negli ultimi dieci anni invece di fare più politica abbiamo fatto molto governo. E siamo stati sempre alla ricerca del “nuovismo”: la riforma del titolo V della Costituzione perché andava di moda il leghismo, poi sul tema di natura sociale abbiamo scimmiottato le proposte dei 5 stelle. Noi dovevamo essere orgogliosi delle proposte che si mettevano in campo e non inseguire chi ci faceva essere solo la brutta copia di cose che proponevano gli altri”.
Perché teme così tanto la parola sinistra nel Pd?
“Guardi, c’è una parte del Pd che da sempre è ossessionata dal governo del partito. Nel 2015 Schlein uscì dal Pd con Civati perché aveva vinto un segretario moderato, cioè Renzi. Ora è tornata per fare la segretaria. Ma così non ci sarà mai un partito di centrosinistra perché la sintesi tra le culture è impossibile: invece quella sintesi era il sogno del Pd quando è nato. Insomma ormai è di sinistra, una cultura che nulla ha a che vedere con la mia cultura. E quindi tolgo il disturbo”.
Entrerà in un altro partito?
“Sono impegnato innanzitutto per ricostruire una rete di confronto e di contatti con tutto il mondo moderato, cattolico e riformatore che è impegnato in politica dal basso e nel sociale. Realtà e persone che spesso non si riconoscono in un partito tra quelli oggi in Parlamento. Vediamo, ma non molliamo il campo dei moderati. Ecco, il Pd aveva l’ambizione di essere il partito del “ma anche”: ma anche i cattolici, ma anche il sociale, ma anche i diritti, ma anche i doveri. Schlein dice che il suo non sarà più il partito del “ma anche”. Per me una sconfitta del progetto del Pd”
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Mah.... ci sarebbe tanto da dire.
Il punto base è: chi dà la rotta politica al partito?
Il gruppo dirigente, il segretario, gli italiani alle elezioni (cioè si confeziona un programma pensando sia gradito alla più vasta maggioranza degli italiani), una sorta di "statuto" ?
Chi ha votato alle primarie non è detto che sia stato o sarà un elettore del PD: il "rischio" delle primarie è questo.
Mi sembra che alle Primarie provò a candidarsi anche Grillo, per dire.
Gli elettori delle primarie danno la rotta al partito, poi bisogna vedere se / quanto tale direzione è gradita agli italiani, ai parlamentari ed ai "baroni di partito" ed in sintesi, se e quale compromesso viene fuori.
La politica è l'arte del compromesso, che non significa per forza accontentarsi/spartirsi le poltrone, significa anche saper andare d'accordo insieme, da due idee, crearne una terza.
La politica non gode di buona salute in questi tempi.
A me sembra che il PD sia diventato un brand più famoso di altri, con un proprio bacino di utenti, privo di identità politica, usato per salire al potere (Renzi e Schlein) o per mantenerlo per conto di altri ( Zingaretti e Letta).
Tu dici, era ora che Fioroni si levasse di torno: però ne era tra i fondatori.
Lo stesso Fioroni sembra avere nausea di un PD di sinistra: sapeva che Bersani e Speranza sono stati suoi compagni di partito (e loro sapevano di lui?).
Certo, lo erano quando il mondo politico era bipolare, ora c'è il terzo polo a destra ed a sinistra l'm5s.
Il punto base è: chi dà la rotta politica al partito?
Il gruppo dirigente, il segretario, gli italiani alle elezioni (cioè si confeziona un programma pensando sia gradito alla più vasta maggioranza degli italiani), una sorta di "statuto" ?
Chi ha votato alle primarie non è detto che sia stato o sarà un elettore del PD: il "rischio" delle primarie è questo.
Mi sembra che alle Primarie provò a candidarsi anche Grillo, per dire.
Gli elettori delle primarie danno la rotta al partito, poi bisogna vedere se / quanto tale direzione è gradita agli italiani, ai parlamentari ed ai "baroni di partito" ed in sintesi, se e quale compromesso viene fuori.
La politica è l'arte del compromesso, che non significa per forza accontentarsi/spartirsi le poltrone, significa anche saper andare d'accordo insieme, da due idee, crearne una terza.
La politica non gode di buona salute in questi tempi.
A me sembra che il PD sia diventato un brand più famoso di altri, con un proprio bacino di utenti, privo di identità politica, usato per salire al potere (Renzi e Schlein) o per mantenerlo per conto di altri ( Zingaretti e Letta).
Tu dici, era ora che Fioroni si levasse di torno: però ne era tra i fondatori.
Lo stesso Fioroni sembra avere nausea di un PD di sinistra: sapeva che Bersani e Speranza sono stati suoi compagni di partito (e loro sapevano di lui?).
Certo, lo erano quando il mondo politico era bipolare, ora c'è il terzo polo a destra ed a sinistra l'm5s.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
A me fa schifo uno che ha schifo di un partito di sinistra.
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Cosa mi tocca leggere! A strigliare il governo con argomenti di sinistra è quel capitalista reazionario di Bonomi!
https://www.repubblica.it/economia/2023 ... -393034383
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Sono discorsi triti e ritriti, un po’ mi hanno anche stufato. Cosa ha fatto Confindustria in concreto fino ad ora?
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Attualità politica (cane contro cane)
Quello che sa e deve fare: il suo interesse (mica è un’associazione di volontariato).
E se questa manovra va pure contro i loro interessi… siamo messi ancora peggio.
Altra lettura: a tuonare contro le accise era brava anche la presidenta quando giocava nella squadra dell’opposizione
E se questa manovra va pure contro i loro interessi… siamo messi ancora peggio.
Altra lettura: a tuonare contro le accise era brava anche la presidenta quando giocava nella squadra dell’opposizione
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Re: Attualità politica (cane contro cane)
Taglio cuneo fiscale = più soldi ai dipendenti e utili intatti per lorsignori, dal punto di vista degli industriali è un win/win.DaniLao ha scritto: ↑21 mar 2023, 9:13 Quello che sa e deve fare: il suo interesse (mica è un’associazione di volontariato).
E se questa manovra va pure contro i loro interessi… siamo messi ancora peggio.
Altra lettura: a tuonare contro le accise era brava anche la presidenta quando giocava nella squadra dell’opposizione
Il fatto poi che le rendite finanziarie vengano tassate meno dei redditi da lavoro rimane una porcata che va anche contro gli intgeressi degli imprenditori veri, che vorrebbero investire nelle loro aziende invece che giocare al monopoli con le finanziarie. Proprio ieri stavo parlando con un mio ex collega di università che dirige una grande cartiera, diceva che è contento di andare in pensione tra quattro anni visto che, grazie alle alchimie finanziarie della proprietà (un fondo di "private equity") hanno succhiato risorse e, pur con il portafoglio ordini pieno, l'azienda ha comunque un futuro incerto perché sono 20 anni che non innova; quindi male che gli vada perderà due o tre anni di contributi (nulla grazie alla generosa retribuzione da dirigente).