SVB e Credit Suisse, e nemmeno Deutsche Bank sta messa troppo bene.
Un altro step verso l'ulteriore impoverimento delle masse a vantaggio di pochi (come fu nella crisi 2008-2011)?
Ma non doveva essere in difficoltà la Russia?
Un mio conoscente rosso di pelo e di fede:
È il mondo dell'anglosfera e il suo modo di produzione basato tutto sulla finanziarizazione che è in crisi. Una società che vive esclusivamente sulla diarchia crediti e debiti è giunta al capolinea. Esporta il militarismo imperialista come freno alla sua discesa agli inferi. Ma ciò non sarà più sufficiente. I sei miliardi di essere umani hanno già voltato le spalle ad un sistema che non ha più nulla di umano. Quello che ci aspetta avrà una salute migliore? Qui la domanda rimanda al senso della Storia. Come già successo con l'imperialismo britannico quando sostituisci la produzione manifatturiera con il comando della city sei al termine della tua stagione.
Io ci credo poco.
Fino a pochi anni fa si vagheggiava di una "decrescita felice", ossia una decrescita "dolce" senza rinunciare alle cose essenziali che rendono la vita degna di essere vissuta, ma eliminando tutto o quasi il superfluo. Le cosidette élite invece ci stanno imponendo una decrescita infelice, con continui shock sempre più ravvicinati, che il tempo stringe (vedi accelerazione imprevista dell'emergenza climatica, che non è, purtroppo, un'invenzione delle suddette élite).
Ricominciano i fallimenti bancari?
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Re: Ricominciano i fallimenti bancari?
Su La Stampa c'è una interessantissima intervista ad una donna afghana, nata sotto i talebani, che ha studiato un po' sotto i talebani, poi è fuggita, è tornata in Afghanistan con la NATO e poi è fuggita con la dipartenza della NATO.wilcoyote ha scritto: ↑15 mar 2023, 21:00 [...]
È il mondo dell'anglosfera e il suo modo di produzione basato tutto sulla finanziarizazione che è in crisi. Una società che vive esclusivamente sulla diarchia crediti e debiti è giunta al capolinea. Esporta il militarismo imperialista come freno alla sua discesa agli inferi. Ma ciò non sarà più sufficiente. I sei miliardi di essere umani hanno già voltato le spalle ad un sistema che non ha più nulla di umano. [...]
Dice cose molto interessanti, mettendo in luce un modus operandi che è sempre lo stesso.
1) la NATO non andò in Afghanistan per gli afghani, ma per i propri interessi. Cambia assai. Spese molti soldi, ma non si interessò di come erano spesi perché non gliene fregava nulla.
2) della condizione delle donne afghane, dei diritti civili, vale come sopra: gliene fregava niente ai vari Blinken, Macron, Letta e via discorrendo.
Era semplicemente la scusa con cui dovevano giustificare presso la propria opinione pubblica la presenza militare in Afghanistan, in termini di vite umane (anche noi abbiamo avuto un po' di morti) e risorse spese.
Questo modus operandi dove lo trovi adesso?
Siamo in Ucraina per difendere gli Ucraini, che abbiamo accolto con notevole copertura mediatica, con cani e gatti al seguito. Altri immigrati nel frattempo crepavano di freddo ai confini della Polonia, ma di quelli boh, che c'è frega, amen.
Forniamo armi, ma vogliamo la pace.
"Si tratta di una guerra giusta, che non abbiamo iniziato né incentivato noi, che noi non vogliamo e che alimentiamo solo per senso di giustizia verso il popolo Ucraino" .
Non abbiamo un progetto politico, ma non per incapacità, ma solo perché deve essere Zelensky a dirci quando vuole la pace: "noi" non mettiamo becco, non lo influenziamo, non facciamo pressioni in un verso o nell'altro.
Ci credete?
Aumenta il numero di poveri, ma la battaglia per i diritti è più forte che mai: lottiamo perché sia riconosciuto il genere neutro, per i diritti LGBT+, affinché anche persone dello stesso sesso possano avere un figlio.
Poi in realtà, se anche puoi avere "tecnicamente" un figlio, restano problemi tuoi, su cui la politica ben si guarda dall'intervenire.
Se sei donna lavori ed hai un figlio, aspettati al tuo ritorno al lavoro del mobbing, più o meno pesante a seconda dell'azienda e se si tratta del primo o del secondo figlio.
Se sei incinta ed il datore di lavoro ti rinnova il contratto, è un miracolo che va dritto nella cronaca cittadina.
Sono quindi problemi noti, però tranquilli, la battaglia per i diritti è più forte che mai, abbiamo una premier donna ed all'opposizione una leader donna e LGBT.
Si parla del salario minimo, ma attenzione: che sia positivo per i lavoratori è tutto da vedere, potrebbe convenire di più ai datori.
C'era una bella vignetta: un politico dice ad un cittadino "guarda là un ladro!" e gli sfila il portafoglio che tiene nella tasca opposta.
Un alibi si trova sempre, l'importante è essere convincenti.
Ultima nota: ci vuole un Bernie Sanders, quel politico spesso deriso perché tratteggiato come un comunista di sovietica memoria, a dire pubblicamente che l'insulina venduta a 300 dollari a confezione è una vergogna, con un incremento del 1000% dal 1996 ed a fare attivamente e concretamente qualcosa per rimediare.
Per tanti altri, inclusi altri parlamentari democratici, è "il mercato".
Per me, il tuo amico si illude.
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Re: Ricominciano i fallimenti bancari?
Infatti ho detto che non sono d'accordo con lui. Più che un'analisi è una speranza.
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Re: Ricominciano i fallimenti bancari?
Intanto Ubs ha acquisito Credit Suisse per oltre 3 miliardi di dollari, aiutata dal governo Svizzero che le ha aperto una linea di credito che può arrivare a 50 miliardi.
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Re: Ricominciano i fallimenti bancari?
"L’immagine che resterà di questa crisi invece è forse quella di un unico banchiere: Greg Becker, ormai ex amministratore delegato di Silicon Valley Bank, fotografato in short, maglietta e ciabatte infradito alle Hawaii pochi giorni dopo il fallimento della banca che lui doveva dirigere. Lo scoop è del «Daily Mail», subito ripreso dal «New York Post». Naturalmente non c’è niente di illegittimo se Becker, che oggi è disoccupato e alle Hawaii possiede una villa da 3,1 milioni di dollari, decide di rifugiarsi lì per qualche giorno dopo il peggiore dramma della sua vita professionale. Più discutibile è semmai che lui stesso abbia venduto azioni della sua banca per 3,5 milioni di dollari pochi giorni prima di annunciare l’aumento di capitale, per coprire le perdite che avrebbero innescato il crac.
[...]
Ma il simbolo dietro l’immagine rimanda, ancora una volta, a una crisi bancaria a due velocità.
[..]
Ci sono coloro che ne sono in gran parte responsabili, eppure sembrano uscirne sempre ricchi.
[..]
Poi ci sono gli altri, quelli esposti alle conseguenze e destinati a pagare il prezzo di errori non loro.
È una miscela politicamente esplosiva: in America anche l’ondata di populismo che avrebbe portato Donald Trump alla Casa Bianca parte con i Tea Party, scaturiti dalla crisi bancaria del 2008
[...]
Anche stavolta la crisi bancaria si sta già tramutando in un fenomeno a doppia velocità sia in Svizzera, con la svendita di Credit Suisse a Ubs, che negli Stati Uniti.
Il cortocircuito in America è in quanto i risparmiatori stanno vedendo in questi giorni: se fallisce una banca come Svb, titani miliardari del venture capital come Marc Andreessen o Peter Thiel hanno i loro depositi da molti milioni garantiti con denaro pubblico fino all’ultimo centesimo; ma se la corsa agli sportelli investe una piccola banca rurale del Midwest, allora un agricoltore locale rischia di vedersi spazzati via tutti i depositi propri e della propria azienda sopra i 250 mila dollari.
[..]
Naturalmente esiste una spiegazione logica per questa differenza di trattamento e, nei giorni scorsi, la segretaria al Tesoro Janet Yellen l’ha offerta al Congresso. Nel caso di Svb una decisione delle autorità a Washington ha determinato che tutti i depositanti andavano protetti, anche i miliardari, in nome di una «systemic exception»: non farlo alla Silicon Valley Bank avrebbe avuto conseguenze «sistemiche». Invece migliaia di banche minori, dove si servono clienti minori, non sono «sistemiche» e per loro l’«eccezione» non è prevista. Trump non poteva sognare un’arma più affilata per la sua retorica contro le élite. Il Tesoro, la Federal Reserve e le grandi banche americane hanno lavorato per tutto il weekend per trovare una soluzione per la prossima banca in dissesto, First Republic. Ma il problema è già altrove. L’associazione delle banche «di media grandezza» ha scritto ai regolatori chiedendo che anche i loro depositi siano garantiti per intero con denaro pubblico. Significherebbe assicurare di fatto risparmi liquidi di tutti gli americani, per 19 mila miliardi di dollari. Oggi sembra impossibile, dunque la richiesta cadrà nel vuoto. Ma poiché ormai è pubblica, ci si può solo chiedere come reagiranno da domani decine di migliaia di depositanti nelle banche minori: vorranno portare il loro denaro alle banche «sistemiche», innescando nuove corse agli sportelli e altri dissesti.
[...]
Anche il salvataggio di Credit Suisse avrà ripercussioni. L’operazione azzera il valore di bond subordinati (A1) per 16 miliardi di euro, prima ancora di spazzare via tutto il capitale degli azionisti come sarebbe stato normale. Difficile scacciare il pensiero che per delicate ragioni geopolitiche si siano voluti preservare, almeno in parte, i primi due azionisti della banca: la Banca nazionale saudita e il fondo sovrano del Qatar. Si è creato così il precedente per cui gli obbligazionisti subordinati potrebbero essere meno protetti degli azionisti. "
https://www.corriere.it/economia/finanz ... b2a3.shtml
Per la cronaca, Greg Becker non è il primo e non sarà l'ultimo.
Chi è appassionato d'auto saprà che fine ha fatto la Rover e le malefatte di chi acquisì quel gruppo ( Consorzio Phoenix) dalla BMW, al prezzo simbolico di 10 sterilne e ricevendo una dote di 500 milioni.
I quattro amministratori intascarono indebitamente 42 milioni di sterline tra stipendi e fondi pensioni in 5 anni, nonché pagarono 1,6 milioni di sterline una persona vicino ad uno dei 4 dirigenti del Consorzio Phoenix.
I 500 milioni furono incassati dal Consorzio Phoenix che a sua volta li imprestava, con tassi di interesse, all'azienda Rover.
Nel 2005, falliti alcuni tentativi di vendita, per evitare il fallimento e salvare l'occupazione, questo gruppo di abili dirigenti, chiese ulteriori finanziamenti al governo che li negò.
Nessuno dei 4 dirigenti è stato riconosciuto colpevole di illeciti penali.
[...]
Ma il simbolo dietro l’immagine rimanda, ancora una volta, a una crisi bancaria a due velocità.
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Ci sono coloro che ne sono in gran parte responsabili, eppure sembrano uscirne sempre ricchi.
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Poi ci sono gli altri, quelli esposti alle conseguenze e destinati a pagare il prezzo di errori non loro.
È una miscela politicamente esplosiva: in America anche l’ondata di populismo che avrebbe portato Donald Trump alla Casa Bianca parte con i Tea Party, scaturiti dalla crisi bancaria del 2008
[...]
Anche stavolta la crisi bancaria si sta già tramutando in un fenomeno a doppia velocità sia in Svizzera, con la svendita di Credit Suisse a Ubs, che negli Stati Uniti.
Il cortocircuito in America è in quanto i risparmiatori stanno vedendo in questi giorni: se fallisce una banca come Svb, titani miliardari del venture capital come Marc Andreessen o Peter Thiel hanno i loro depositi da molti milioni garantiti con denaro pubblico fino all’ultimo centesimo; ma se la corsa agli sportelli investe una piccola banca rurale del Midwest, allora un agricoltore locale rischia di vedersi spazzati via tutti i depositi propri e della propria azienda sopra i 250 mila dollari.
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Naturalmente esiste una spiegazione logica per questa differenza di trattamento e, nei giorni scorsi, la segretaria al Tesoro Janet Yellen l’ha offerta al Congresso. Nel caso di Svb una decisione delle autorità a Washington ha determinato che tutti i depositanti andavano protetti, anche i miliardari, in nome di una «systemic exception»: non farlo alla Silicon Valley Bank avrebbe avuto conseguenze «sistemiche». Invece migliaia di banche minori, dove si servono clienti minori, non sono «sistemiche» e per loro l’«eccezione» non è prevista. Trump non poteva sognare un’arma più affilata per la sua retorica contro le élite. Il Tesoro, la Federal Reserve e le grandi banche americane hanno lavorato per tutto il weekend per trovare una soluzione per la prossima banca in dissesto, First Republic. Ma il problema è già altrove. L’associazione delle banche «di media grandezza» ha scritto ai regolatori chiedendo che anche i loro depositi siano garantiti per intero con denaro pubblico. Significherebbe assicurare di fatto risparmi liquidi di tutti gli americani, per 19 mila miliardi di dollari. Oggi sembra impossibile, dunque la richiesta cadrà nel vuoto. Ma poiché ormai è pubblica, ci si può solo chiedere come reagiranno da domani decine di migliaia di depositanti nelle banche minori: vorranno portare il loro denaro alle banche «sistemiche», innescando nuove corse agli sportelli e altri dissesti.
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Anche il salvataggio di Credit Suisse avrà ripercussioni. L’operazione azzera il valore di bond subordinati (A1) per 16 miliardi di euro, prima ancora di spazzare via tutto il capitale degli azionisti come sarebbe stato normale. Difficile scacciare il pensiero che per delicate ragioni geopolitiche si siano voluti preservare, almeno in parte, i primi due azionisti della banca: la Banca nazionale saudita e il fondo sovrano del Qatar. Si è creato così il precedente per cui gli obbligazionisti subordinati potrebbero essere meno protetti degli azionisti. "
https://www.corriere.it/economia/finanz ... b2a3.shtml
Per la cronaca, Greg Becker non è il primo e non sarà l'ultimo.
Chi è appassionato d'auto saprà che fine ha fatto la Rover e le malefatte di chi acquisì quel gruppo ( Consorzio Phoenix) dalla BMW, al prezzo simbolico di 10 sterilne e ricevendo una dote di 500 milioni.
I quattro amministratori intascarono indebitamente 42 milioni di sterline tra stipendi e fondi pensioni in 5 anni, nonché pagarono 1,6 milioni di sterline una persona vicino ad uno dei 4 dirigenti del Consorzio Phoenix.
I 500 milioni furono incassati dal Consorzio Phoenix che a sua volta li imprestava, con tassi di interesse, all'azienda Rover.
Nel 2005, falliti alcuni tentativi di vendita, per evitare il fallimento e salvare l'occupazione, questo gruppo di abili dirigenti, chiese ulteriori finanziamenti al governo che li negò.
Nessuno dei 4 dirigenti è stato riconosciuto colpevole di illeciti penali.
"Non ho idea di quali armi serviranno per combattere la terza Guerra Mondiale, ma la quarta sarà combattuta coi bastoni e con le pietre" - Albert Einstein
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Re: Ricominciano i fallimenti bancari?
L'ovest è marcio come e più dell'est, solo che girano più soldi e ci vuole più tempo ad impoverire chi non fa parte delle elite. Ma siamo sulla buona strada.
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Re: Ricominciano i fallimenti bancari?
Sempre più convinto che merita avere debiti piuttosto che risparmi