Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
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Re: Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Osservando il prossimo, decide di cambiare il modo con cui affronta la vita, e diventa in breve ricchissimo, ma...
Beh, mica posso spoilerare!
Leggetevelo che è leggero, divertente ma anche, a tratti, profondo.
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Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Will, mi hai riportato alla mente “Tirar mattina” di Umberto Simonetta.
Che, pur scritto nel ‘63, è in qualche modo attuale; perché racconta dei passaggi difficili, per di più affrontati in momenti complicati.
Lo bevvi volentieri e con gusto, tutta una tirata (che è gracilino come numero di pagine, al contrario dei contenuti).
Ve lo consiglio e attacco qua la sua recensione da https://www.baldinicastoldi.it/libri/simonetta-umberto/
A vent’anni dalla morte, ripubblicare il capolavoro di Umberto Simonetta offre l’occasione per scoprire o recuperare la vena comica e satirica, ma anche malinconica e amara di un appassionato narratore della nostra storia, dell’epopea di una Milano da trani (e non ancora da bere, per carità), di gente che sbarcava il lunario, di giovani ribelli, di quartieri sentinella del mondo che cambiava, e poi di amori, naturalmente.
Tirar mattina racconta di Aldino che all’alba dei suoi trentatré anni ha deciso di mettere la testa a posto trovando finalmente un lavoro, proprio lui che finora si è arrabattato con mille lavori diversi, il più delle volte discutibili, riuscendo a scampare la vita da operaio come suo padre. Ma prima di cominciare la sua nuova vita da uomo adulto e responsabile, vuole festeggiare e decide di farsi un ultimo bicchiere e poi a nanna, o meglio a slòffen. Ma quei bicchieri diventeranno parecchi e Aldino, che è un animale notturno, non ce la farà a sottrarsi agli incontri che Milano, bella come non mai in questo romanzo, gli offrirà, finendo immancabilmente per tirar mattina.
È Aldino stesso a raccontarci di questa ultima notte e lo fa con uno slang a metà tra il dialetto meneghino e il gergo della strada fondendo tutto in un flusso di coscienza miscelando passato e presente con superba maestria in quello che, a oltre cinquant’anni di distanza, ha ancora tutta la freschezza di un classico modernissimo e senza tempo.
Aldino si trova a vivere un’epoca di passaggio, esattamente come di passaggio si sente lui, in bilico tra giovinezza ed età adulta, testimone consapevole di una Milano che fu, con i suoi bar in cui era possibile rifugiarsi a ogni ora del giorno e della notte. L’ultima notte di libertà è una notte sfrenata, in cui si intuisce che la società sta cambiando, che il boom sta arrivando, che le illusioni ubriacano e che le disillusioni sono lì pronte dietro la porta, a mordere l’esistenza.
«Simonetta mette da parte ritegno e mestiere per consegnarci il ritratto più pungente e concreto possibile di uno sbandato cittadino, per capovolgere e parodiare il tema di tanta narrativa americana (il tema, tanto per stare agli ultimi esempi, de Il giovane Holden di Salinger e di Corri, coniglio di Updike), e cioè il mito dell’evasione. Il suo Aldo ha tentato di evadere dal disordine nell’ordine, ma ritorna all’ovile: e proprio a questo ritorno dobbiamo un testo amaro e saporoso, una lettura interessante.»
Oreste del Buono
Detto questo, finito “La famiglia Winshaw” sono passato a “La casa del sonno” (che NON ho trovato per nulla di mio gusto) e ora sto finendo “La banda dei brocchi”.
Le riserve di pagine si stanno assottigliando, bisogna che facciate uno sforzo e che mi consigliate della buona narrativa
Che, pur scritto nel ‘63, è in qualche modo attuale; perché racconta dei passaggi difficili, per di più affrontati in momenti complicati.
Lo bevvi volentieri e con gusto, tutta una tirata (che è gracilino come numero di pagine, al contrario dei contenuti).
Ve lo consiglio e attacco qua la sua recensione da https://www.baldinicastoldi.it/libri/simonetta-umberto/
A vent’anni dalla morte, ripubblicare il capolavoro di Umberto Simonetta offre l’occasione per scoprire o recuperare la vena comica e satirica, ma anche malinconica e amara di un appassionato narratore della nostra storia, dell’epopea di una Milano da trani (e non ancora da bere, per carità), di gente che sbarcava il lunario, di giovani ribelli, di quartieri sentinella del mondo che cambiava, e poi di amori, naturalmente.
Tirar mattina racconta di Aldino che all’alba dei suoi trentatré anni ha deciso di mettere la testa a posto trovando finalmente un lavoro, proprio lui che finora si è arrabattato con mille lavori diversi, il più delle volte discutibili, riuscendo a scampare la vita da operaio come suo padre. Ma prima di cominciare la sua nuova vita da uomo adulto e responsabile, vuole festeggiare e decide di farsi un ultimo bicchiere e poi a nanna, o meglio a slòffen. Ma quei bicchieri diventeranno parecchi e Aldino, che è un animale notturno, non ce la farà a sottrarsi agli incontri che Milano, bella come non mai in questo romanzo, gli offrirà, finendo immancabilmente per tirar mattina.
È Aldino stesso a raccontarci di questa ultima notte e lo fa con uno slang a metà tra il dialetto meneghino e il gergo della strada fondendo tutto in un flusso di coscienza miscelando passato e presente con superba maestria in quello che, a oltre cinquant’anni di distanza, ha ancora tutta la freschezza di un classico modernissimo e senza tempo.
Aldino si trova a vivere un’epoca di passaggio, esattamente come di passaggio si sente lui, in bilico tra giovinezza ed età adulta, testimone consapevole di una Milano che fu, con i suoi bar in cui era possibile rifugiarsi a ogni ora del giorno e della notte. L’ultima notte di libertà è una notte sfrenata, in cui si intuisce che la società sta cambiando, che il boom sta arrivando, che le illusioni ubriacano e che le disillusioni sono lì pronte dietro la porta, a mordere l’esistenza.
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Oreste del Buono
Detto questo, finito “La famiglia Winshaw” sono passato a “La casa del sonno” (che NON ho trovato per nulla di mio gusto) e ora sto finendo “La banda dei brocchi”.
Le riserve di pagine si stanno assottigliando, bisogna che facciate uno sforzo e che mi consigliate della buona narrativa
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Purtroppo sì, in gioventù.wilcoyote ha scritto:Di Benni hai già letto tutto, suppongo?
Gradevole anche se non sono uno che lo osanna.
Quando ero nel governo ombra della programmazione della celebre rockoteca Backdoors fui pure tra gli artefici di un suo invito ad una serata (ci fu il pienone).
Meglio altro
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Re: Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Il Fatto consiglia 10 titoli inusuali, come per es. "A letto nel medioevo, come e con chi", "Come bevevano gli antichi", "Nella mente del gatto".
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/0 ... 7236023/2/
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Re: Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
il primo e il terzo li ho e li ho letti.wilcoyote ha scritto: ↑23 lug 2023, 23:04 Il Fatto consiglia 10 titoli inusuali, come per es. "A letto nel medioevo, come e con chi", "Come bevevano gli antichi", "Nella mente del gatto".
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/0 ... 7236023/2/
- A Letto nel medioevo: gradevole, un po' tecnico, ma l'argomentaizone tiene altissima l'attenzione. Non leggerissimo, ma breve.
- Nella mente del gatto: simpatico, se avete mai avuto a che fare con dei gatti vi tornerà molto affascinante.
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Francesco
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Re: Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Una selezione curiosa, dalla quale -in effetti- mi è difficile cavare stimoli.
Darei una chance a quello di Vistilli perché son curioso su Bari ma mi pare ovvio come il recensore non l’abbia letto e abbia sempre lo dato una frullata alla cartella stampa.
Forse una possibilità critica la darei anche a quello di Landi su don Milani, perché lo conosco abbastanza bene (il prete, non l’autore) e perché edito da cattolici.
Non sono tanto curioso del rapporto con dio, mi ha sempre interessato il tratto sociale (“Lettera a una professoressa” e “Lettera ai cappellani militari” dovrebbero essere due capisaldi della formazione d’ognuno).
Però, dopo che gliene hanno fatte passare di ogni ai tempi, sarei curioso di vedere come la rigirano cento anni dopo
Darei una chance a quello di Vistilli perché son curioso su Bari ma mi pare ovvio come il recensore non l’abbia letto e abbia sempre lo dato una frullata alla cartella stampa.
Forse una possibilità critica la darei anche a quello di Landi su don Milani, perché lo conosco abbastanza bene (il prete, non l’autore) e perché edito da cattolici.
Non sono tanto curioso del rapporto con dio, mi ha sempre interessato il tratto sociale (“Lettera a una professoressa” e “Lettera ai cappellani militari” dovrebbero essere due capisaldi della formazione d’ognuno).
Però, dopo che gliene hanno fatte passare di ogni ai tempi, sarei curioso di vedere come la rigirano cento anni dopo
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Re: Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Ho iniziato da qualche giorno questo, di Grass
Abbastanza leggero, fra lo storico e l’autobiografico, per ora promosso.
Abbastanza leggero, fra lo storico e l’autobiografico, per ora promosso.
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Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Questo potrebbe piacere all’amico [mention]wilcoyote [/mention]
I temi del viaggio e della disobbedienza mi sono cari e dunque… vi farò sapere quando finisce
”Alpinisti illegali in URSS di, Cornelia Klauss e Frank Böttcher, Keller, 2018.
Dalla quarta:
C’era poi un’altra difficoltà: era consentito salire sull’Elbrus solo se membri dell’International Elbrusiade e delegati ufficiali. Quindi ci voleva un documento ufficiale. Io ero a capo della sezione alpinistica del quotidiano «Turbine Potsdam» e perciò disponevo della carta da lettere intestata. Inoltre avevo fatto confezionare a Potsdam, presso la copisteria Gottschalk, dieci diversi timbri con l’inchiostro colorato, che stampigliai in vari colori sul documento, firmando poi Müller, Meier, Schulze. La cosa in Russia suscitò un tale scalpore che il capo dell’Elbrusiade, nell’alberghetto in cui era di guardia, tolse il ritratto di Lenin dalla parete e appese il mio scritto contraffatto…
Penso sia ancora esposto lì.
SUL PICCO LENIN CON I PIEDI CONGELATI
di Ulrich Henrici
I temi del viaggio e della disobbedienza mi sono cari e dunque… vi farò sapere quando finisce
”Alpinisti illegali in URSS di, Cornelia Klauss e Frank Böttcher, Keller, 2018.
Dalla quarta:
C’era poi un’altra difficoltà: era consentito salire sull’Elbrus solo se membri dell’International Elbrusiade e delegati ufficiali. Quindi ci voleva un documento ufficiale. Io ero a capo della sezione alpinistica del quotidiano «Turbine Potsdam» e perciò disponevo della carta da lettere intestata. Inoltre avevo fatto confezionare a Potsdam, presso la copisteria Gottschalk, dieci diversi timbri con l’inchiostro colorato, che stampigliai in vari colori sul documento, firmando poi Müller, Meier, Schulze. La cosa in Russia suscitò un tale scalpore che il capo dell’Elbrusiade, nell’alberghetto in cui era di guardia, tolse il ritratto di Lenin dalla parete e appese il mio scritto contraffatto…
Penso sia ancora esposto lì.
SUL PICCO LENIN CON I PIEDI CONGELATI
di Ulrich Henrici
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Re: Consigli di lettura - Non solo libri sulla Russia
Un mio amico che è salito sul Kilimanjaro, sapendo che era meglio fornire generalità false, ad un posto di controllo disse di essere di Paperopoli: lo annotarono senza fare una piegaDaniLao ha scritto: ↑30 lug 2023, 8:55 Questo potrebbe piacere all’amico [mention]wilcoyote [/mention]
I temi del viaggio e della disobbedienza mi sono cari e dunque… vi farò sapere quando finisce
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”Alpinisti illegali in URSS di, Cornelia Klauss e Frank Böttcher, Keller, 2018.
Dalla quarta:
C’era poi un’altra difficoltà: era consentito salire sull’Elbrus solo se membri dell’International Elbrusiade e delegati ufficiali. Quindi ci voleva un documento ufficiale. Io ero a capo della sezione alpinistica del quotidiano «Turbine Potsdam» e perciò disponevo della carta da lettere intestata. Inoltre avevo fatto confezionare a Potsdam, presso la copisteria Gottschalk, dieci diversi timbri con l’inchiostro colorato, che stampigliai in vari colori sul documento, firmando poi Müller, Meier, Schulze. La cosa in Russia suscitò un tale scalpore che il capo dell’Elbrusiade, nell’alberghetto in cui era di guardia, tolse il ritratto di Lenin dalla parete e appese il mio scritto contraffatto…
Penso sia ancora esposto lì.
SUL PICCO LENIN CON I PIEDI CONGELATI
di Ulrich Henrici