Sapete che cosa si può trovare in un pittoresco negozietto come questo?
Ve lo dico subito, tante cosine simpatiche come queste:
Come si può non rimanere coinvolti? E dunque magari cominci a pensare, in fondo ho già qualche coltellino apricasse, rigorosamente affilato, per i fondelli a scatto:
Magari potrei estendere un pochino la cosa con un piccolo folding come uno Spider di Maserin, dalla lama satinata in acciaio 440. Tanto piccino da stare in una mano:
Oh, sempre ad uso orologeria, beninteso!
E poi smetti di raccontarti storie, e cominci ad acchiappare anche qualcosa di più massiccio, come un bel Lion Steel, affilatura a rasoio (qui adagiato su un pezzo di cuoio da 6mm, ancora da trattare per la rifinitura)
E se ti capita di sbucciare una pesca in ufficio? Non vorrai spaventare i tuoi colleghi, no? Meglio prendere un ceramico dall'aria dimessa, nonostante la lama da 3.25 (tagliente come una scheggia di vetro).
OK, mi fermo e passo la parola. Forse non sono l'unico ad apprezzare le lame?
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Chiamato?
Da quando ho perso il coltellino che -più o meno da sempre- tenevo nello zaino son caduto in un baratro.
L’Enlan 027 non è più prodotto e dunque?
Dopo un po’ di giri (magari poi ve li presento) sono arrivato ad un Maserin nell’apposito taschino dei Jeans (Arint 387/CR, grazie Marco per avermi indirizzato)
…e uno (o due?) Buck nello zaino un 722 e un 726, entrambi con manico in alluminio anodizzato arancio (nella foto sotto il fratello più grande, ovvero il 722)
L’Arint, che vuol dire argento nel dialetto di Maniago, è stato disegnato dal maestro Attilio Morotti, nel 2010, per i 50 anni di Maserin (le nozze d’argento, per l’appunto).
Sta comodissimamente nel taschino dei jeans senza infastidire quando pedali in bici, in più la lama di modeste dimensioni (55mm in N690) ed il bel manico in corno lo nobilitano e ne neutralizzano la presunta aggressività.
Molto curato fin nei particolari
Il Buck è una simpatica teppa e in due misure (con lame di 70 e 83mm in 420HC a 58HRC), ne consegue come -in teoria- non avresti bisogno d’altro.
In teoria.
Perché durante il percorso mi sono accorto che le lame mi danno una bella sensazione.
E quindi, sì, c’è altra roba in arrivo
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Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Oggi Sadk & Buck
Il Sadko è noto, il Buck lo stesso 722.
Anche la Vendetta Zuria di Gilles, un coltello tradizionale della Corsica, l’avete già vista.
Bel manico, bella forma schietta, lama in 14C28N da 97mm che la rende un po’ troppo aggressiva come EDC, comunque la trovo bella, maneggevole e ignorantemente elegante.
Se mai un giorno dovessi far fuori qualcuno di proposito e con ragionata predeterminazione, tra quel che ho ad ora, sceglierei lei, anche per fare le cose con un certo stile.
Per sbucciare la pesca di [mention]zvezda [/mention], invece, non è proprio adattissima (bon, lei non ha problemi, i famosi colleghi forse…)
Il Sadko è noto, il Buck lo stesso 722.
Anche la Vendetta Zuria di Gilles, un coltello tradizionale della Corsica, l’avete già vista.
Bel manico, bella forma schietta, lama in 14C28N da 97mm che la rende un po’ troppo aggressiva come EDC, comunque la trovo bella, maneggevole e ignorantemente elegante.
Se mai un giorno dovessi far fuori qualcuno di proposito e con ragionata predeterminazione, tra quel che ho ad ora, sceglierei lei, anche per fare le cose con un certo stile.
Per sbucciare la pesca di [mention]zvezda [/mention], invece, non è proprio adattissima (bon, lei non ha problemi, i famosi colleghi forse…)
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Re: EDC knives & accessories, quali e quanti
Bene bene. La vendetta l'abbiamo già commentata (positivamente) e tanto è bello il Sadko quanto lo è il Buck (marca USA leggendaria che non dorme sugli allori).
Qui un (relativamente) grosso tedesco della Herbertz, manico in alluminio e G10, lama in 420. E vicino abbiamo un insospettabile delinquente, il BF-91 in 440 della piccola e italianissima Black Fox. Tra i due saprei da chi stare alla larga
L'aggressività è in effetti una questione di forma, la sostanza invece può assumere la forma che preferisce.
Qui un (relativamente) grosso tedesco della Herbertz, manico in alluminio e G10, lama in 420. E vicino abbiamo un insospettabile delinquente, il BF-91 in 440 della piccola e italianissima Black Fox. Tra i due saprei da chi stare alla larga
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Re: EDC knives & accessories, quali e quanti
La forma del Fox mi inquieta.
Da aperto è gobbo forte e da chiuso troppo largo per tasca (anche grande) dei jeans e dello zaino.
L’Herbertz bello, elegante, essenziale e esiziale (seppure un po’ fuori misura per i miei gusti da coltellino)
Da aperto è gobbo forte e da chiuso troppo largo per tasca (anche grande) dei jeans e dello zaino.
L’Herbertz bello, elegante, essenziale e esiziale (seppure un po’ fuori misura per i miei gusti da coltellino)
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Re: EDC knives & accessories, quali e quanti
Poteva mancare uno Shkolnik?
“Lama” da 60mm, da pulire, ma tanto taglia come una mia mossa di karatè.
Il temperino dello studente, con il prezzo stampigliato direttamente (e praticamente) sul manico
“Lama” da 60mm, da pulire, ma tanto taglia come una mia mossa di karatè.
Il temperino dello studente, con il prezzo stampigliato direttamente (e praticamente) sul manico
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Il ns amico [mention]zvezda [/mention]lancia il sasso e poi nasconde la mano.
E sì che di esperienza e di cose da farci vedere ne avrebbe da benedire & santificare.
Vabbè, io vi faccio vedere un tedesco, il Böker Speedlock 2, che è un simpatico piccoletto con lama in acciaio 4034 (corrisponde ad un 420).
Si apre e chiude a scatto con il collaudato sistema proprietario, l’impugnatura ha inserti in Kraton verde ed è, come la lama “acid washed”, il che si intona con il colore, definito dal marchio “acid green”.
È leggero, 73 grammi, ma i suoi 10cm da chiuso (17,3 aperto) lo rendono più da zaino che da tasca dei jeans.
È adattissimo invece alla pesca di Marco perché, nonostante l’aggressiva apertura scattosa, ha un profilo e un colorito che non spaventa i colleghi
E sì che di esperienza e di cose da farci vedere ne avrebbe da benedire & santificare.
Vabbè, io vi faccio vedere un tedesco, il Böker Speedlock 2, che è un simpatico piccoletto con lama in acciaio 4034 (corrisponde ad un 420).
Si apre e chiude a scatto con il collaudato sistema proprietario, l’impugnatura ha inserti in Kraton verde ed è, come la lama “acid washed”, il che si intona con il colore, definito dal marchio “acid green”.
È leggero, 73 grammi, ma i suoi 10cm da chiuso (17,3 aperto) lo rendono più da zaino che da tasca dei jeans.
È adattissimo invece alla pesca di Marco perché, nonostante l’aggressiva apertura scattosa, ha un profilo e un colorito che non spaventa i colleghi
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Re: EDC knives & accessories, quali e quanti
Certi oggettini come questo sono cosi sfiziosi che è impossibile resistere. Il problema è che poi non possono più essere EDC, e quindi diventano EODC (every other day carry), EOWC (una settimana sì e una no), EOMC, ecc.ecc.
Gli inserti in Kraton mi danno l'opportunità di segnalare un articolo completo e ben fatto su manici e guance, Knife Handle Materials Guide: "The 21 Most Common Types Explained". Buona lettura
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Re: EDC knives & accessories, quali e quanti
Wow!zvezda ha scritto: Gli inserti in Kraton mi danno l'opportunità di segnalare un articolo completo e ben fatto su manici e guance, Knife Handle Materials Guide: "The 21 Most Common Types Explained". Buona lettura
Utilissima risorsa che li mette tutti in fila, confronta, spulcia.
L’ho letto volentieri e lo tengo tra i riferimenti, tutti i materiali riassunti e commentati in un testo unico ed enciclopedico per futuro riferimento.
Molte cose le sapevo, moltissime no, grazie!
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Il CRKT Thero (Columbia River Knife and Tool, Mod. 6290), del quale vi propongo una breve recensione, si chiama così in onore ai teropodi dai quali il designer (qua in Italia lo chiameremmo maestro) T. J. Schwartz ha preso ispirazione per la forma
A dispetto delle dimensioni dei celebri dinosauri lui è modesto, come serve a me: lama da 78mm con 10cm da chiuso (107mm, per la precisione) e 18,5 aperto (185,7mm) per un peso di 88 grammi
La lama è in acciaio 8Cr14MoV con una forma detta “Modified Sheepsfoot” e trattamento black oxide.
Particolarissima l’impugnatura, in GRN (Glass Reinforced Nylon, andatevi a leggere l’articolo postato sopra da Marco) con vezzosi inserti di fibra di carbonio che si affacciano, lucidi e scattanti al virar d’ogni angolo di luce, dagli incavi che sfilano verso la coda a disegnare come una scheletratura del menzionato sauro selvaggio
A completare la dotazione estetica il perno di chiusura iniettato di rosso come fosse un occhietto iracondo, dai, particolare simpatico
Come simpatici sono la lavorazione sul profilo della lama (utilissima se dovete fare tipo il battuto per il soffritto)…
…e la clip, essenziale e solida
Si apre con flip posteriore fluido e con un “clack” preciso e croccante, gradevole da ascoltare.
La lama resta in posizione solida, senza giochi e l’affilatura di fabbrica era ottima.
Il sistema di blocco è liner lock, che apprezzo, in linea di massima, perché trovo più comodo da chiudere con una mano(na) e perché lascia esteticamente più lineare l’impugnatura
Viene da oriente ma, per fare rima, non me ne frega niente, oppure, anche se è orientale, poco me ne cale
Direi che non ho altro da aggiungere, se non che design, dimensioni, particolari costruttivi e qualità percepita me lo fanno giudicare un buon coltello.
Ah!
Stavo per dimenticare la prova sul campo: potrebbe stare nel taschino dei jeans ma preciso preciso, occhio a che tipo di pedalata avete quando siete in bici che potrebbe essere percepibile; nello zaino quasi non si sente.
È aggressivo? Un pochino, ma direi che gli aspetti di design, tecnici e tecnologici lo facciano percepire più come strumento da lavoro che da sgozzo, dunque direi non dovreste aver grossi problemi nemmeno alla prova di pelare la pesca di Marco dinanzi ai colleghi
A dispetto delle dimensioni dei celebri dinosauri lui è modesto, come serve a me: lama da 78mm con 10cm da chiuso (107mm, per la precisione) e 18,5 aperto (185,7mm) per un peso di 88 grammi
La lama è in acciaio 8Cr14MoV con una forma detta “Modified Sheepsfoot” e trattamento black oxide.
Particolarissima l’impugnatura, in GRN (Glass Reinforced Nylon, andatevi a leggere l’articolo postato sopra da Marco) con vezzosi inserti di fibra di carbonio che si affacciano, lucidi e scattanti al virar d’ogni angolo di luce, dagli incavi che sfilano verso la coda a disegnare come una scheletratura del menzionato sauro selvaggio
A completare la dotazione estetica il perno di chiusura iniettato di rosso come fosse un occhietto iracondo, dai, particolare simpatico
Come simpatici sono la lavorazione sul profilo della lama (utilissima se dovete fare tipo il battuto per il soffritto)…
…e la clip, essenziale e solida
Si apre con flip posteriore fluido e con un “clack” preciso e croccante, gradevole da ascoltare.
La lama resta in posizione solida, senza giochi e l’affilatura di fabbrica era ottima.
Il sistema di blocco è liner lock, che apprezzo, in linea di massima, perché trovo più comodo da chiudere con una mano(na) e perché lascia esteticamente più lineare l’impugnatura
Viene da oriente ma, per fare rima, non me ne frega niente, oppure, anche se è orientale, poco me ne cale
Direi che non ho altro da aggiungere, se non che design, dimensioni, particolari costruttivi e qualità percepita me lo fanno giudicare un buon coltello.
Ah!
Stavo per dimenticare la prova sul campo: potrebbe stare nel taschino dei jeans ma preciso preciso, occhio a che tipo di pedalata avete quando siete in bici che potrebbe essere percepibile; nello zaino quasi non si sente.
È aggressivo? Un pochino, ma direi che gli aspetti di design, tecnici e tecnologici lo facciano percepire più come strumento da lavoro che da sgozzo, dunque direi non dovreste aver grossi problemi nemmeno alla prova di pelare la pesca di Marco dinanzi ai colleghi
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