Vi aggiorno, nella speranza di muovervi a compassione e convincervi a consigliarmi qualcosa (e magari serve anche a voi per orientare, scegliere e/o evitare…)
“A volte ritorno” John Niven: promosso a pieni voti. Divertente e nemmeno troppo leggero. Talvolta paradossale ma -purtroppo- come lo siamo anche noi. Si legge d’un fiato ridacchiando e l’ho pure raccontato (in forma edulcorata) alla prole. Promosso, grazie
@mrcorso
“L’infinito errore”, F. Gatti: ottimo anche questo.
Mi sono avvicinato a questo libro con grandissimo timore, stimo l’autore, anzi, credo che sia uno dei pochi giornalisti in Italia degno di questo nome. Ho letto tutto ciò che ha scritto, non trovando un libro peggiore degli altri; è quello che per scrivere “Bilal” si è fatto la traversata del deserto, facendosi poi ripescare dalla guardia costiera per riuscire ad entrare in un CPT.
E dunque 600 pagine sulla pandemia mi preoccupavano non poco…
…ebbene, sono 600 pagine di documenti e considerazioni che -messe in fila e seguite tra ricerche, notizie, titoli, consigli di amministrazione e flussi di finanziamenti- provano a fare un po’ di chiarezza su quel che è successo, come e perché.
E la cosa agghiacciante è che il racconto non si dipana tra teorie o supposizioni ma lascia parlare i documenti, lasciando il lettore con una bruttissima sensazione.
È proprio vero come sarebbe meglio vivere “come i figli nei campi”….
Vista la piacevole esperienza con Niven mi sono poi procurato quasi tutta la sua produzione letteraria. Ho letto
”Maschio bianco etero”, divertente anche questo, una specie di bildungroman al contrario),
“La lista degli stronzi” (idea carina: di stronzi ce n’è più di millanta, il personale è politico e anche qua si ridacchia riflettendo, anche se avrebbe potuto essere scritto meglio) e sono attualmente tra le pagine di
”Uccidi i tuoi amici”, che è precedente ad “A volte ritorno” e nel quale compaiono alcuni personaggi che ritroveremo -cresciuti- in seguito .
E voi?
Consigli, riflessioni, letture fatte in questo periodo?