Superare il reato di immigrazione clandestina
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Mah… abbiamo fatto quei vergognosi accordi con le bande libiche perché facciano il lavoro sporco, in cambio di qualche mitraglietta e barchetta (in verità pagate abbastanza care da tutti noi), che mi fanno più vergognare che sentire migliore di chicchessia……..
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Considerato come siano stati vergognosi, costosi per i contribuenti e assolutamente insignificanti dal punto di vista dei numeri gli accordi con la Libia prima e con la Tunisia poi, ora andiamo avanti con l’Albania
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Dopo il caso del bracciante indiano, il tema dello sfruttamento dei migranti è tornato all'attenzione dei media.
Questo articolo di Repubblica svela tutto un po' del marcio che c'è dietro:
https://www.repubblica.it/cronaca/2024/ ... -423355302
Addirittura la mattina presto si costringono i braccianti a rendere omaggio al duce!
Questo articolo di Repubblica svela tutto un po' del marcio che c'è dietro:
https://www.repubblica.it/cronaca/2024/ ... -423355302
Addirittura la mattina presto si costringono i braccianti a rendere omaggio al duce!
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Re: Superare il reato di immigrazione clandestina
Bell'articolo di Turi Comito
PISCIARSI ATTORNO
Siccome non ho seguito con molta attenzione il processo Open Arms non ho nulla da dire sulla sentenza che assolve da ogni accusa il legaiolo patriota che cantava "scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani" (https://www.repubblica.it/cronaca/2009/ ... 422689100/) .
Mi limito a segnalare che le parole, del legaiolo e della lider maxima sua capa del governo, pronunciate festosamente - "difendere i confini della patria non è un reato" - è tanto ridicolo da sembrare davvero uno scherzo, peraltro di pessimo gusto.
I migranti che arrivano - quando arrivano e non affogano prima nel mare o non crepano nei campi di concentramento libici o tunisini o egiziani o turchi - sulle coste italiane (o spagnole o greche) non hanno nessuna intenzione di attaccare la "patria". Non sono armati né comandano navi da guerra. Non pretendono di imporre la loro lingua né i loro usi. Non intendono minimamente sfruttare le (poche) risorse naturali che esistono in Italia (o altri paesi europei) per ingrassare i loro paesi di origine. Non si vantano di appartenere a civiltà superiori che portano la luce a primitivi che brancolano nelle tenebre.
I migranti che arrivano in Italia e in Europa - pacificamente e spesso combinati malissimo per gli stenti - non hanno nulla a che vedere, cioè, con gli italiani (o i francesi o gli inglesi o i belgi o i tedeschi o gli spagnoli, ecc.) che tutte le cose prima citate le hanno fatte per secoli a moltitudini di altre popolazioni in giro per il mondo usando, peraltro, la pura e semplice forza e sterminando chi si opponeva alla grandiosa opera di "civilizzazione" di cui questi invasori delinquenti erano portatori.
I migranti, semplicemente, scappano da posti resi invivibili da guerre, carestie, sconquassi economici e politici (non raramente causati dagli stessi europei pure adesso) e cercano, nell'opulento occidente, una vita migliore.
Peraltro l'unica cosa cui tendono è diventare il prima possibile essi stessi occidentali in tutto e per tutto (fatte salve poche eccezioni di fessi che si illudono di sfuggire o di fare sfuggire i loro figli al richiamo invincibile del dio del consumo ad oltranza).
Massima aspirazione per praticamente tutti i migranti è quella di dirsi "italiani" (o francesi o inglesi o quel che è) convinti che questo sia un titolo di merito di cui andare fieri invece che una idiozia se non una onta.
Pertanto - stando così le cose - "difendere i confini della patria" è una espressione semplicemente assurda, campata in aria, letteralmente falsa, propagandistica e, in fin dei conti, razzista.
Il problema di fondo, per Salvini, Vannacci e patriottardi vari, non è l'"invasione", che non esiste (né in senso tecnico né in senso metaforico), è il fatto che questi migranti - che non hanno il colore della pelle bianca come la razza ariana cui gli italiani/europei notoriamente appartengono e che spesso invece che venerare la croce venerano un libro verde - non fanno parte del "contesto" cui gli autoctoni sono abituati.
Preciso preciso alla bella epoca di quando si cantava "scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani". I meridionali emigrati al nord, in effetti, parlavano altra lingua, mangiavano altro che polenta e, insomma, disturbavano il quieto vivere del "contesto" settentrionale.
Fallita per ovvi motivi (fallimento della secessione) l'ipotesi di "rimpatriare" gli "invasori" meridionali - nel frattempo, per sarcasmo del destino, diventati fieri settentrionali e pure legaioli essi stessi in affatto rari casi - si è ripiegato sulla difesa dei confini dell'adoratissima patria prendendosela con i nuovi migranti.
Giusto perché, in qualche modo, quell'istinto ferino di pisciarsi intorno per definire un territorio arbitrariamente definito come proprio deve sfogarsi.
Tutto qua.
Alla fine questa "difesa dei confini" è solo un modo diverso di chiamare il piscio che delimita "contesti" che non si vogliono condividere.
PISCIARSI ATTORNO
Siccome non ho seguito con molta attenzione il processo Open Arms non ho nulla da dire sulla sentenza che assolve da ogni accusa il legaiolo patriota che cantava "scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani" (https://www.repubblica.it/cronaca/2009/ ... 422689100/) .
Mi limito a segnalare che le parole, del legaiolo e della lider maxima sua capa del governo, pronunciate festosamente - "difendere i confini della patria non è un reato" - è tanto ridicolo da sembrare davvero uno scherzo, peraltro di pessimo gusto.
I migranti che arrivano - quando arrivano e non affogano prima nel mare o non crepano nei campi di concentramento libici o tunisini o egiziani o turchi - sulle coste italiane (o spagnole o greche) non hanno nessuna intenzione di attaccare la "patria". Non sono armati né comandano navi da guerra. Non pretendono di imporre la loro lingua né i loro usi. Non intendono minimamente sfruttare le (poche) risorse naturali che esistono in Italia (o altri paesi europei) per ingrassare i loro paesi di origine. Non si vantano di appartenere a civiltà superiori che portano la luce a primitivi che brancolano nelle tenebre.
I migranti che arrivano in Italia e in Europa - pacificamente e spesso combinati malissimo per gli stenti - non hanno nulla a che vedere, cioè, con gli italiani (o i francesi o gli inglesi o i belgi o i tedeschi o gli spagnoli, ecc.) che tutte le cose prima citate le hanno fatte per secoli a moltitudini di altre popolazioni in giro per il mondo usando, peraltro, la pura e semplice forza e sterminando chi si opponeva alla grandiosa opera di "civilizzazione" di cui questi invasori delinquenti erano portatori.
I migranti, semplicemente, scappano da posti resi invivibili da guerre, carestie, sconquassi economici e politici (non raramente causati dagli stessi europei pure adesso) e cercano, nell'opulento occidente, una vita migliore.
Peraltro l'unica cosa cui tendono è diventare il prima possibile essi stessi occidentali in tutto e per tutto (fatte salve poche eccezioni di fessi che si illudono di sfuggire o di fare sfuggire i loro figli al richiamo invincibile del dio del consumo ad oltranza).
Massima aspirazione per praticamente tutti i migranti è quella di dirsi "italiani" (o francesi o inglesi o quel che è) convinti che questo sia un titolo di merito di cui andare fieri invece che una idiozia se non una onta.
Pertanto - stando così le cose - "difendere i confini della patria" è una espressione semplicemente assurda, campata in aria, letteralmente falsa, propagandistica e, in fin dei conti, razzista.
Il problema di fondo, per Salvini, Vannacci e patriottardi vari, non è l'"invasione", che non esiste (né in senso tecnico né in senso metaforico), è il fatto che questi migranti - che non hanno il colore della pelle bianca come la razza ariana cui gli italiani/europei notoriamente appartengono e che spesso invece che venerare la croce venerano un libro verde - non fanno parte del "contesto" cui gli autoctoni sono abituati.
Preciso preciso alla bella epoca di quando si cantava "scappano anche i cani stanno arrivando i napoletani". I meridionali emigrati al nord, in effetti, parlavano altra lingua, mangiavano altro che polenta e, insomma, disturbavano il quieto vivere del "contesto" settentrionale.
Fallita per ovvi motivi (fallimento della secessione) l'ipotesi di "rimpatriare" gli "invasori" meridionali - nel frattempo, per sarcasmo del destino, diventati fieri settentrionali e pure legaioli essi stessi in affatto rari casi - si è ripiegato sulla difesa dei confini dell'adoratissima patria prendendosela con i nuovi migranti.
Giusto perché, in qualche modo, quell'istinto ferino di pisciarsi intorno per definire un territorio arbitrariamente definito come proprio deve sfogarsi.
Tutto qua.
Alla fine questa "difesa dei confini" è solo un modo diverso di chiamare il piscio che delimita "contesti" che non si vogliono condividere.