Ok ma lo sciopero è un diritto come lo è il lavoro, tu devi avere diritto di scioperare, se lo vuoi ma io devo avere il diritto di lavorare se lo voglio, io non ti impedisco di scioperare ma tu non mi impedisci di lavorare!
Dopodiché ha ragione Cane, non volete sentire ragioni che non siano le vostre e mi tolgo anche io da questa discussione.
Viviamo in democrazia e ogniuno deve rispettare i diritti altrui. Chi esagera ne pagherà le conseguenze come il caso del camionista che è giusto che venga condannato per il suo gesto scellerato
Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Ma anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perché
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Posso essere d'accordo o meno sul tuo concetto di sciopero, Opinioni diverse o uguali non importa.
Ma dimmi, se un automobilista non rispetta uno stop è giusto che gli vada addosso di proposito?
Ma dimmi, se un automobilista non rispetta uno stop è giusto che gli vada addosso di proposito?
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Il codice della strada recita che io devo comunque adottare ogni comportamento possibile atto ad evitare l'incidente, proprio per questo in un sinistro la colpa non sta quasi mai al 100% da una parte sola.....tu non rispetti uno stop e io ti vengo addosso intenzionalmente? Abbiamo torto entrambi io perché frenando potevo evitare il sinistro e tu per mancata precedenza, io arrivo ai 70 orari con limite dei 50, tu esci da una strada laterale e ti butti in strada....la colpa è di entrambi, io per mancato rispetto del limite di velocità e tu per mancata precedenza. Uno dei pochi casi in cui la colpa è al 100% di uno solo è se tu mi vieni addosso e io sono parcheggiato immobile e regolarmente dentro gli spazi, oppure se mi tamponi da dietro perché vuol dire che non hai rispettato la distanza di sicurezza.mchap ha scritto: 21 giu 2021, 8:52 Posso essere d'accordo o meno sul tuo concetto di sciopero, Opinioni diverse o uguali non importa.
Ma dimmi, se un automobilista non rispetta uno stop è giusto che gli vada addosso di proposito?
Ripeto, la colpa non è quasi mai al 100% da una sola parte......
Ma anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perché
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Cerchiamo di essere ragionevoli. Il paragone che ho proposto era ovvio che aveva dei limiti
Il succo del discorso è che uno mi taglia la strada non rispettando lo stop ed io pur avendone la possibilità non freno e lo ammazzo ho sbagliato io al di la di quello che dirà l'assicurazione.
Se un pedone attraversa fuori dalle strisce vicine che siano, non è che gli vado addosso. Non importa l'assicurazione, conta il rapporto tra esseri umani, lo posso mandare a quel paese ma non lo ammazzo.
Ripeto gli scioperi creano sempre dei disagi ma non per questo che sciopera deve essere ammazzato.
Aggiungo anche che posso accettare e interloquire con chi mi dice lo sciopero prevede delle regole, se non le rispetti ne subisci le conseguenze. Non sono completamente d'accordo ma va bene, è un opinione espressa in un certo modo.
Ma dire che se c'era un sindacalista di un altro sindacato è fare politica di bassa lega e anche squallida quando c'è di mezzo un morto ammazzato.
Quando si dice ehhh, ma quello ha provocato, ha discusso, non aveva esperienza di picchetti, ecc. tutto condito con dei forse non ha niente a che vedere con l'opinione che ha espresso Ale, opinione che è puramente teorica, sulle regole.
Non sta scritto da nessuna parte che se uno scioperando mi crea un qualche disagio io posso ammazzarlo perché mi salta la mosca al naso.
Il succo del discorso è che uno mi taglia la strada non rispettando lo stop ed io pur avendone la possibilità non freno e lo ammazzo ho sbagliato io al di la di quello che dirà l'assicurazione.
Se un pedone attraversa fuori dalle strisce vicine che siano, non è che gli vado addosso. Non importa l'assicurazione, conta il rapporto tra esseri umani, lo posso mandare a quel paese ma non lo ammazzo.
Ripeto gli scioperi creano sempre dei disagi ma non per questo che sciopera deve essere ammazzato.
Aggiungo anche che posso accettare e interloquire con chi mi dice lo sciopero prevede delle regole, se non le rispetti ne subisci le conseguenze. Non sono completamente d'accordo ma va bene, è un opinione espressa in un certo modo.
Ma dire che se c'era un sindacalista di un altro sindacato è fare politica di bassa lega e anche squallida quando c'è di mezzo un morto ammazzato.
Quando si dice ehhh, ma quello ha provocato, ha discusso, non aveva esperienza di picchetti, ecc. tutto condito con dei forse non ha niente a che vedere con l'opinione che ha espresso Ale, opinione che è puramente teorica, sulle regole.
Non sta scritto da nessuna parte che se uno scioperando mi crea un qualche disagio io posso ammazzarlo perché mi salta la mosca al naso.
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Io non ho mai disquisito se era dell cgil, cisl, uil, cobas ecc ecc ho solo detto che lo sciopero è un diritto al pari del lavoro e i diritti vanno rispettati tutti in egual maniera! Lo sciopero ha lo scopo di provocare un disagio ed era la giusta intenzione del sindacalista solo che si è scontrato con una persona esasperata e ci è scappato il morto!
Si dice sempre che la tua libertà finisce dove inizia la mia e così è il diritto, oppure il diritto allo sciopero è più diritto di quello del lavoro?
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
C'era un tizio di un forum non più esistente (un fallito come tutti i suoi ex sodali) che durante un litigio a sfondo politico mi disse una cosa in fondo saggia:
"secondo me tu lo prendi in **** da destra e da sinistra".
Ho deciso di non farmelo mettere più in quel posto da dx e da sx, per questo non partecipo agli off topic politici...vi avvelenate solo l'anima
"secondo me tu lo prendi in **** da destra e da sinistra".
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Ale, non sto dicendo che tu hai detto o non hai detto, Parlo in generale prendendo spunto da quanto detto da Cane.
Provo a metterla così, poi spero di tacere.
Ammettiamo pure che ci siano delle regole che mettano sullo stesso piano chi ha perso o sta per perdere sul lavoro e chi per fare più profitti di quanti ne faccia attualmente lascia la gente senza lavoro.
Supponiamo che siano sullo stesso piano, ( cosa per me inconcepibile).
Ora, chi sciopera magari facendo pure dei picchetti può al massimo creare un disagio, non c'è possibilità alcuna di ammazzare chicchessia
Chi invece vuole rompere un picchetto usando un camion ha un arma in mano: il camion. Sa che può fare molto male. Può storpiare, paralizzare, può uccidere.
Ecco, qui sta il punto. Il primo non uccide e non potrebbe farlo nemmeno volendo. L'altro può uccidere e lo ha messo in conto ( in caso contrario sarebbe bene non dargli la patente).
Non stanno sullo stesso piano. Al di al di quello che dicono le leggi, i codici, ecc.
Ancora. Supponendo che i due abbiano due diritti equivalenti ( io difendo il mio lavoro, io ho il diritto al mio lavoro) sono da mettere sullo stesso piano? No, non sono sullo stesso piano se uno usa un arma micidiale.
Provo a metterla così, poi spero di tacere.
Ammettiamo pure che ci siano delle regole che mettano sullo stesso piano chi ha perso o sta per perdere sul lavoro e chi per fare più profitti di quanti ne faccia attualmente lascia la gente senza lavoro.
Supponiamo che siano sullo stesso piano, ( cosa per me inconcepibile).
Ora, chi sciopera magari facendo pure dei picchetti può al massimo creare un disagio, non c'è possibilità alcuna di ammazzare chicchessia
Chi invece vuole rompere un picchetto usando un camion ha un arma in mano: il camion. Sa che può fare molto male. Può storpiare, paralizzare, può uccidere.
Ecco, qui sta il punto. Il primo non uccide e non potrebbe farlo nemmeno volendo. L'altro può uccidere e lo ha messo in conto ( in caso contrario sarebbe bene non dargli la patente).
Non stanno sullo stesso piano. Al di al di quello che dicono le leggi, i codici, ecc.
Ancora. Supponendo che i due abbiano due diritti equivalenti ( io difendo il mio lavoro, io ho il diritto al mio lavoro) sono da mettere sullo stesso piano? No, non sono sullo stesso piano se uno usa un arma micidiale.
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
https://www.repubblica.it/economia/2021 ... 3-P2-S3-T1
Landini: “Il lavoro ormai è disprezzato: così in Italia è a rischio la tenuta democratica”
"Di picchetti, anche molto duri, ne ho fatti tanti nella mia vita sindacale. Ho bloccato i camion nei piazzali per impedire la consegna delle merci durante le vertenze, mi sono scontrato con i padroni e con i padroncini, mi sono sgolato per convincere i lavoratori a scioperare. Ma mai e poi mai ho visto un camionista forzare un picchetto, travolgere i lavoratori fino ad ucciderne uno. Mai ho assistito a qualcosa di simile».
Comincia da qui il ragionamento di Maurizio Landini, 59 anni, da due segretario generale della Cgil, per legare l’uccisione a Novara di un giovane sindacalista da parte di un altro giovane lavoratore con le leggi che hanno condotto alla “giungla della logistica”. Per arrivare poi al rapporto con il governo Draghi, al quale – il leader sindacale – torna a chiedere la proroga fino ad ottobre del blocco dei licenziamenti anche per impedire che si alimenti ulteriormente la tensione sociale. E poi a proporre di condividere i progetti e gli investimenti finanziati dall’Europa proprio per cambiare «quel modello di sviluppo basato sugli interessi del mercato e del profitto e non del lavoro». «Il premier ha detto in Spagna che è prioritaria la coesione sociale? Bene – dice Landini-, cominci dall’Italia».
Landini, perché sta esplodendo la guerra della logistica?
«La logistica riguarda tutti noi. Quella logica permea tutte le attività di servizio alla manifattura. Siamo di fronte ad uno sgretolamento del tessuto sociale, ad un imbarbarimento delle relazioni umane. Così si mette a rischio anche la tenuta della democrazia».
Non le sembra di esagerare? La democrazia in Italia appare ancora solida.
«Per nulla: la nostra è una Repubblica democratica – è scritto nella Costituzione – fondata sul lavoro. Ma ora domina lo sfruttamento del lavoro, la precarietà del lavoro, l’insicurezza del lavoro. Si è passati dalla tutela del lavoro al disprezzo del lavoro. Proviamo a mettere in fila tre recenti fatti di cronaca: l’orditoio manomesso su cui lavorava la povera Luana, i sistemi frenanti della funivia di Mottarone anch’essi manomessi, infine la morte di Adil. Sono legati dalla stessa logica: il tempo di vita e di lavoro viene piegato al mercato e al profitto e non alla centralità della persona. Questa assenza di vincoli sociali mette a rischio anche la tenuta democratica di un Paese. Dove stiamo andando?».
Vero, ma ci sono anche milioni di persone che mantengono le tutele lavorando in condizioni dignitose.
«È in atto da anni, più di venti, una metamorfosi del rapporto tra capitale e lavoro. Fino ad ora ha prevalso la logica del mercato e del profitto e così il lavoro è stato progressivamente svalorizzato: salari bassi, tagli agli investimenti in ricerca e innovazione, scarsa formazione, produttività ferma. E non è accaduto per caso. Una sequenza di leggi ha portato al punto in cui ci troviamo: è stata rilegittimata l’intermediazione di manodopera, un tempo vietata; è stata legalizzata la catena infinita degli appalti con la logica del massimo ribasso, per garantire i guadagni delle aziende ma non i diritti e la dignità di chi lavora. La giungla in cui ci troviamo nasce da una serie di leggi sbagliate. A tutto ciò la Cgil si è opposta e ha avanzato proposte alternative. La pandemia ha accelerato tutto, accentuando le forme di diseguaglianze, tra ricchi e poveri, tra protetti e precari, tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra Nord e Sud. Contemporaneamente ha fatto emergere il valore dello Stato sociale».
Colpe ne avete anche voi sindacalisti: nella logistica, per esempio, siete poco presenti.
«Già, sappiamo che dobbiamo fare di più. Ma le sembra facile fare attività sindacale tra finte cooperative che applicano regolamenti aziendali anziché i contratti di lavoro e aziende subappaltatrici che restano in vita per la sola durata dell’appalto? Lo sa che l’azienda che vince l’appalto, nella quale in genere si applica il contratto nazionale di settore e l’agibilità sindacale è garantita, non ha alcun vincolo affinché la ditta subappaltatrice adotti le stesse regole nei confronti dei lavoratori? In più ci sono i contratti pirata. Questo è il mondo della logistica».
Cosa chiede al governo?
«Di non conservare quelle leggi balorde, di innovare. Esattamente come ha fatto nel settore pubblico - grazie all’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil - con il decreto Semplificazioni che vincola l’azienda vincitrice dell’appalto a garantire ai lavoratori delle imprese subappaltatrici gli stessi trattamenti normativi ed economici e l’applicazione del medesimo contratto nazionale di settore. Si estenda tale legge a tutti gli appalti nel privato».
Certo il governo non sembra orientato ad accogliere la vostra richiesta di una nuova proroga del blocco dei licenziamenti.
Il 30 giugno finirà il blocco, si è rassegnato all’idea?
«Proprio per niente. Il 26 giugno andiamo in piazza anche per chiedere la proroga del blocco. Ci saranno tre manifestazioni: chiediamo la proroga del blocco, l’estensione degli ammortizzatori sociali e di incentivare le strade alternative ai licenziamenti, dai contratti di solidarietà a quelli di espansione. Il governo ci convochi e faccia ripartire il dialogo sociale così costruiremo un’Italia migliore. Negli anni Settanta, con lo Statuto dei lavoratori, il Parlamento comprese la centralità del lavoro. Oggi dobbiamo recuperare quello spirito: un nuovo Statuto con il riconoscimento degli stessi diritti alle persone che per vivere devono lavorare. La Cgil ha presentato in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, siamo pronti a confrontarci con tutti. Ma serve anche una legge che misuri l’effettiva rappresentanza dei sindacati e dei datori di lavoro, per estendere a tutti l’efficacia dei contratti nazionali».
Il ministro del Lavoro Orlando propone di contrattare, nella logistica, l’algoritmo che regola gli orari e i ritmi del lavoro. È d’accordo?
«Nell’ultimo congresso abbiamo lanciato l’obiettivo di contrattare l’algoritmo. Pensiamo che orario, ritmi, condizioni di lavoro debbano essere contrattati coniugando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quella delle imprese, mettendo al centro le persone e non solo il profitto delle aziende. Questo vuol dire contrattare l’algoritmo, perché la tecnologia non è neutra”
Landini: “Il lavoro ormai è disprezzato: così in Italia è a rischio la tenuta democratica”
"Di picchetti, anche molto duri, ne ho fatti tanti nella mia vita sindacale. Ho bloccato i camion nei piazzali per impedire la consegna delle merci durante le vertenze, mi sono scontrato con i padroni e con i padroncini, mi sono sgolato per convincere i lavoratori a scioperare. Ma mai e poi mai ho visto un camionista forzare un picchetto, travolgere i lavoratori fino ad ucciderne uno. Mai ho assistito a qualcosa di simile».
Comincia da qui il ragionamento di Maurizio Landini, 59 anni, da due segretario generale della Cgil, per legare l’uccisione a Novara di un giovane sindacalista da parte di un altro giovane lavoratore con le leggi che hanno condotto alla “giungla della logistica”. Per arrivare poi al rapporto con il governo Draghi, al quale – il leader sindacale – torna a chiedere la proroga fino ad ottobre del blocco dei licenziamenti anche per impedire che si alimenti ulteriormente la tensione sociale. E poi a proporre di condividere i progetti e gli investimenti finanziati dall’Europa proprio per cambiare «quel modello di sviluppo basato sugli interessi del mercato e del profitto e non del lavoro». «Il premier ha detto in Spagna che è prioritaria la coesione sociale? Bene – dice Landini-, cominci dall’Italia».
Landini, perché sta esplodendo la guerra della logistica?
«La logistica riguarda tutti noi. Quella logica permea tutte le attività di servizio alla manifattura. Siamo di fronte ad uno sgretolamento del tessuto sociale, ad un imbarbarimento delle relazioni umane. Così si mette a rischio anche la tenuta della democrazia».
Non le sembra di esagerare? La democrazia in Italia appare ancora solida.
«Per nulla: la nostra è una Repubblica democratica – è scritto nella Costituzione – fondata sul lavoro. Ma ora domina lo sfruttamento del lavoro, la precarietà del lavoro, l’insicurezza del lavoro. Si è passati dalla tutela del lavoro al disprezzo del lavoro. Proviamo a mettere in fila tre recenti fatti di cronaca: l’orditoio manomesso su cui lavorava la povera Luana, i sistemi frenanti della funivia di Mottarone anch’essi manomessi, infine la morte di Adil. Sono legati dalla stessa logica: il tempo di vita e di lavoro viene piegato al mercato e al profitto e non alla centralità della persona. Questa assenza di vincoli sociali mette a rischio anche la tenuta democratica di un Paese. Dove stiamo andando?».
Vero, ma ci sono anche milioni di persone che mantengono le tutele lavorando in condizioni dignitose.
«È in atto da anni, più di venti, una metamorfosi del rapporto tra capitale e lavoro. Fino ad ora ha prevalso la logica del mercato e del profitto e così il lavoro è stato progressivamente svalorizzato: salari bassi, tagli agli investimenti in ricerca e innovazione, scarsa formazione, produttività ferma. E non è accaduto per caso. Una sequenza di leggi ha portato al punto in cui ci troviamo: è stata rilegittimata l’intermediazione di manodopera, un tempo vietata; è stata legalizzata la catena infinita degli appalti con la logica del massimo ribasso, per garantire i guadagni delle aziende ma non i diritti e la dignità di chi lavora. La giungla in cui ci troviamo nasce da una serie di leggi sbagliate. A tutto ciò la Cgil si è opposta e ha avanzato proposte alternative. La pandemia ha accelerato tutto, accentuando le forme di diseguaglianze, tra ricchi e poveri, tra protetti e precari, tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra Nord e Sud. Contemporaneamente ha fatto emergere il valore dello Stato sociale».
Colpe ne avete anche voi sindacalisti: nella logistica, per esempio, siete poco presenti.
«Già, sappiamo che dobbiamo fare di più. Ma le sembra facile fare attività sindacale tra finte cooperative che applicano regolamenti aziendali anziché i contratti di lavoro e aziende subappaltatrici che restano in vita per la sola durata dell’appalto? Lo sa che l’azienda che vince l’appalto, nella quale in genere si applica il contratto nazionale di settore e l’agibilità sindacale è garantita, non ha alcun vincolo affinché la ditta subappaltatrice adotti le stesse regole nei confronti dei lavoratori? In più ci sono i contratti pirata. Questo è il mondo della logistica».
Cosa chiede al governo?
«Di non conservare quelle leggi balorde, di innovare. Esattamente come ha fatto nel settore pubblico - grazie all’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil - con il decreto Semplificazioni che vincola l’azienda vincitrice dell’appalto a garantire ai lavoratori delle imprese subappaltatrici gli stessi trattamenti normativi ed economici e l’applicazione del medesimo contratto nazionale di settore. Si estenda tale legge a tutti gli appalti nel privato».
Certo il governo non sembra orientato ad accogliere la vostra richiesta di una nuova proroga del blocco dei licenziamenti.
Il 30 giugno finirà il blocco, si è rassegnato all’idea?
«Proprio per niente. Il 26 giugno andiamo in piazza anche per chiedere la proroga del blocco. Ci saranno tre manifestazioni: chiediamo la proroga del blocco, l’estensione degli ammortizzatori sociali e di incentivare le strade alternative ai licenziamenti, dai contratti di solidarietà a quelli di espansione. Il governo ci convochi e faccia ripartire il dialogo sociale così costruiremo un’Italia migliore. Negli anni Settanta, con lo Statuto dei lavoratori, il Parlamento comprese la centralità del lavoro. Oggi dobbiamo recuperare quello spirito: un nuovo Statuto con il riconoscimento degli stessi diritti alle persone che per vivere devono lavorare. La Cgil ha presentato in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, siamo pronti a confrontarci con tutti. Ma serve anche una legge che misuri l’effettiva rappresentanza dei sindacati e dei datori di lavoro, per estendere a tutti l’efficacia dei contratti nazionali».
Il ministro del Lavoro Orlando propone di contrattare, nella logistica, l’algoritmo che regola gli orari e i ritmi del lavoro. È d’accordo?
«Nell’ultimo congresso abbiamo lanciato l’obiettivo di contrattare l’algoritmo. Pensiamo che orario, ritmi, condizioni di lavoro debbano essere contrattati coniugando le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con quella delle imprese, mettendo al centro le persone e non solo il profitto delle aziende. Questo vuol dire contrattare l’algoritmo, perché la tecnologia non è neutra”
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Ho conosciuto personalmente Paolo ed è una persona squisita ed onesta.
Tanto basti
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Re: Sindacalista investito e ucciso a un picchetto
Io lo conosco solo qui e quello che scrivo è di volta in volta riferito a quello che viene scritto qui.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
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