Non subordinarsi a nulla, né a un uomo né a un amore né a un’idea; avere quell’indipendenza distante che consiste nel non credere in alcuna verità o nell'utilità di conoscerla, qualora esistesse: tale è lo stato in cui, credo, deve trascorrere in se stessa la vita intima intellettuale di coloro che vivono pensando.
Appartenere: ecco la banalità.
Fede, ideale, donna o professione: sono la cella e le manette. Essere è essere libero
Dal Livro do Desassossego: Composto por Bernardo Soares, ajudante de guarda-livros na cidade de Lisboa
Non subordinarsi a nulla
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Non subordinarsi a nulla
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Non subordinarsi a nulla
Nella realtà dei fatti quando interagisco con qualcuno automaticamente mi pongo dei limiti, se interagisco con qualcosa (fosse anche un bel libro, o le idee che contiene) automaticamente accetto che il mio pensiero possa muoversi in una direzione che non ho deciso io. Insomma io credo nell'amore e credo nelle idee, credo nella verità e nell'utilità di conoscerla. Però non mi sento "subordinato" a niente e a nessuno,DaniLao ha scritto: 10 nov 2017, 19:55Fede, ideale, donna o professione: sono la cella e le manette. Essere è essere libero
Ma è lo stesso Fernando Pessoa a chiarire definendo Soares "una semplice mutilazione della mia personalità: sono io senza il raziocinio e l'affettività."
E in effetti subordinarsi con raziocinio ed affettività può essere molto piacevole, n'est-ce pas?
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Re: Non subordinarsi a nulla
"Libertà l'ho vista dormire
Nei campi coltivati
A cielo e denaro
A cielo ed amore
Protetta da un filo spinato
Libertà l'ho vista svegliarsi
Ogni volta che ho suonato
Per un fruscio di ragazze
A un ballo
Per un compagno ubriaco"
Nei campi coltivati
A cielo e denaro
A cielo ed amore
Protetta da un filo spinato
Libertà l'ho vista svegliarsi
Ogni volta che ho suonato
Per un fruscio di ragazze
A un ballo
Per un compagno ubriaco"
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi