La produzione di quel quadrante è iniziata nel 1946, almeno è quanto ne sappiamo.
Da come descrivi il movimento potrebbe essere in effetti primi anni '50. Non so dirti quando sia esattamente terminata la produzione di quel quadrante, ma 1946-1953 è sicuramente l'arco di tempo in cui è nato e diffuso.
Che il movimento sia uno ZIM non mi sorprende più di tanto, all'epoca orologi POBEDA erano prodotti da diverse fabbriche. In altre parole, non esisteva relazione obbligata tra nome-quadrante e fabbrica e/o movimento, cosa che invece sarà la regola dagli anni '60 in poi.
L'orologio è un piccolo classico sia per la grafica del quadrante sia perché proprio questa grafica (il 12 rosso in particolare) è ripresa dall'orologeria svizzero-occidentale dove era in vendita sin dagli anni '20 almeno.
Come dire "sovietico" che più sovietico non si può: grafica e forma clonati, materiali/realizzazione poveri (anche se ne esistono del 1946 in cassa, diversa, d'argento), buona qualità del movimento ( a volte anche nelle finiture) di derivazione occidentale.
C'è un altro motivo di grande interesse. Questi Pobeda come altri "brand" (per esempio gli Zvezda) prodotti tra l'immediato dopoguerra e la metà (e fine) degli anni '50 appartengono ad una fase di transizione caratterizzata dalla ricostruzione e ripartenza delle fabbriche di orologi. Una fase di transizione che porterà in breve tempo l'industria sovietica a diventare il secondo produttore al mondo (dal 1956), tra le prime a introduttore l'automazione nelle fabbriche di orologi, orologi mediamente di buona qualità, a volte con un proprio stile, molto più spesso una rivisitazione della svizzero-occidentale.
Conoscerli e seguirli nella loro evoluzione è di grande aiuto per conoscere i tempi e le tappe dello sviluppo di quell'industria.
Altra caratteristica da tenere nella dovuta considerazione: nell'economia sovietica il concetto di "obsolescenza programmata" non esisteva
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. Gli orologi, come le lampadine, erano fatti per durare.
Questi sì che erano orologi! non la robaccia che fanno oggi
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Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)