Ma la realtà è diversa.
Osserviamo questa vignetta:
![Immagine](https://benzinazero.files.wordpress.com/2021/05/i-soldi-per-i-trasporti-pubblici-vengono-chiamati-sussidi.jpeg?w=665)
Le automobili ‘danno la libertà’, ma questa libertà non sarebbe possibile senza grandi investimenti pubblici, come si vede in questa vignetta:
Superstrada costruita con i soldi pubblici
Polizia stradale finanziata con i soldi pubblici
Segnaletica orizzontale dipinta con i soldi pubblici
Segnaletica verticale installata con i soldi pubblici
Neve spazzata con i soldi pubblici
Inquinamento pulito con i soldi pubblici
Rifiuti abbandonati dagli automobilisti rimossi con i soldi pubblici
Erba dello spartitraffico tagliata con i soldi pubblici
Manuntenzione stradale realizzata con i soldi pubblici
‘Il trasporto pubblico chiede più soldi’ dice la signora
‘Dovrebbero arrangiarsi da soli’ dice il marito.
Nella vignetta mancano tre importanti costi ulteriori: i costi dei parcheggi pubblici e privati (il cui valore immobiliare è molto superiore a quello del parco auto che sono destinati a ospitare), i costi della dispersione urbana (costruire, riscaldare, raffrescare e servire quartieri di villette disperse sul territorio è molto più costoso che fare le stesse cose per quartieri compatti di palazzine condominiali), i costi dei servizi di pronto soccorso per salvare i milioni di feriti negli incidenti stradali (circa 1,3 milioni di morti l’anno nel mondo, con circa 50 milioni di feriti gravi).
Questa è la realtà dei fatti in molti paesi del mondo, e in tutti i paesi del mondo nei primi decenni di sviluppo automoblistico: l’uso dell’automobile viene pesantemente sovvenzionato e incentivato da colossali investimenti pubblici in strade, parcheggi e servizi per l’automobile.
In alcuni paesi il conto viene pareggiato, del tutto o in parte, con le tasse e le accise pagate dagli automobilisti. Ma è come alzare il prodotto interno lordo scavando buche e poi riempiendole. L’automobile è un veicolo costoso e inefficiente (soprattutto in città) che ha bisogno di infrastrutture molto costose (la ricostruzione del Ponte Morandi crollato a Genova nel 2018 è costata oltre 200 milioni).
Spendere meno è il primo principio del risparmio. Usare mezzi di trasporto energeticamente più efficienti e costruire le città intorno ai mezzi più efficienti è molto più razionale di costruire per il mezzo più inefficiente e poi aspettarsi un ‘ritorno sull’investimento’ grazie a tasse altissime e servizi costosi.