Pedalatori di tutto il mondo...
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Pedalatori di tutto il mondo...
La tormenta ha preso a infierire sulla corsa mettendo in fuga la gente. Quando Tullio salta di sella per girare la ruota le sue dita intirizzite non ce la fanno a smuovere i dadi a farfalla: è tutto in affanno e sudato fradicio, la neve gli turbina intorno facendogli girare la testa.
I primi ripartono, lui non riesce proprio a svitare i galletti, i dadi a farfalla che fissavano la ruota alla forcella del telaio. Allora deve acconciarsi a salire sderenandosi.
Gli altri hanno messo il rapporto più agile: lui si farà tutto ritto sui pedali quella salita che la neve e il fango incarogniscono fino a tentarlo di invertire la marcia e scendere a valle.
Ma ormai che è in ballo, tanto vale che tenga il tempo. E così ci dà dentro, e soffre sui pedali ma non molla, consolandosi che almeno in discesa non dovrà più cambiare.
E proprio qui schiatta la folgore, qui maledicendo le dita intirizzite dal gelo si dice Tullio: Bisogna cambiar qualcossa de drio!”
Il 26 agosto 1901 nacque a Vicenza l’uomo che avrebbe cambiato per sempre il ciclismo: Getullio, detto Tullio, Campagnolo.
Fu corridore e genio, passista e rivoluzionario. “Dalle gambe toste e dal cervello fine”, come lo definì Luigi Ganna.
Nella sua officina, partendo dal mozzo a cambio rapido, dedicò la vita alla semplificazione e al miglioramento della bicicletta: in totale furono 185 i brevetti depositati a suo nome.
Insieme all’omonima azienda, fondata nel 1933 nel retrobottega della ferramenta di famiglia, Tullio Campagnolo divenne simbolo di un ciclismo proiettato verso il futuro, divenne padre delle moderne frecce meccaniche.
“Se pol far tut”, diceva con tipico accento vicentino, “Basta pensare, lavorar e capir cosa pol servir”
(Gianni Brera, Il gigante e la lima)
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Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
In tale occasione il nostro Gentullio inventò le ruote a sgancio rapido, non il cambio.DaniLao ha scritto: ↑27 ago 2021, 23:51 IMG_1530.jpg
La tormenta ha preso a infierire sulla corsa mettendo in fuga la gente. Quando Tullio salta di sella per girare la ruota le sue dita intirizzite non ce la fanno a smuovere i dadi a farfalla: è tutto in affanno e sudato fradicio, la neve gli turbina intorno facendogli girare la testa.
I primi ripartono, lui non riesce proprio a svitare i galletti, i dadi a farfalla che fissavano la ruota alla forcella del telaio. Allora deve acconciarsi a salire sderenandosi.
Gli altri hanno messo il rapporto più agile: lui si farà tutto ritto sui pedali quella salita che la neve e il fango incarogniscono fino a tentarlo di invertire la marcia e scendere a valle.
Ma ormai che è in ballo, tanto vale che tenga il tempo. E così ci dà dentro, e soffre sui pedali ma non molla, consolandosi che almeno in discesa non dovrà più cambiare.
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Fu corridore e genio, passista e rivoluzionario. “Dalle gambe toste e dal cervello fine”, come lo definì Luigi Ganna.
Nella sua officina, partendo dal mozzo a cambio rapido, dedicò la vita alla semplificazione e al miglioramento della bicicletta: in totale furono 185 i brevetti depositati a suo nome.
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
L'invenzione del cambio da bicicletta è un po' controversa (come tante invenzioni del passato, basta ricordare la diatriba Meucci-Bell sul telefono) Campagnolo viene ricordato come l'inventore del cambio a bacchetta ma, pare, che in realtà il brevetto sia stato depositato nel 1930 (cioè 2 anni prima di Campagnolo) da un certo Enea Armeni, da Pediluco (Terni) che però non ha mai ottenuto i diritti come invece Campagnolo; ma anche il cambio Vittoria Margherita spunta fuori all'inizio degli anni 30 (meccanismo simile) ma non ho notizie di brevetti, ma fu usato da Bartali e Binda. Il cambio "moderno" a parallelogramma fu inventato dalla francese Simplex nel 1934wilcoyote ha scritto: ↑28 ago 2021, 12:34In tale occasione il nostro Gentullio inventò le ruote a sgancio rapido, non il cambio.DaniLao ha scritto: ↑27 ago 2021, 23:51 IMG_1530.jpg
La tormenta ha preso a infierire sulla corsa mettendo in fuga la gente. Quando Tullio salta di sella per girare la ruota le sue dita intirizzite non ce la fanno a smuovere i dadi a farfalla: è tutto in affanno e sudato fradicio, la neve gli turbina intorno facendogli girare la testa.
I primi ripartono, lui non riesce proprio a svitare i galletti, i dadi a farfalla che fissavano la ruota alla forcella del telaio. Allora deve acconciarsi a salire sderenandosi.
Gli altri hanno messo il rapporto più agile: lui si farà tutto ritto sui pedali quella salita che la neve e il fango incarogniscono fino a tentarlo di invertire la marcia e scendere a valle.
Ma ormai che è in ballo, tanto vale che tenga il tempo. E così ci dà dentro, e soffre sui pedali ma non molla, consolandosi che almeno in discesa non dovrà più cambiare.
E proprio qui schiatta la folgore, qui maledicendo le dita intirizzite dal gelo si dice Tullio: Bisogna cambiar qualcossa de drio!”
Il 26 agosto 1901 nacque a Vicenza l’uomo che avrebbe cambiato per sempre il ciclismo: Getullio, detto Tullio, Campagnolo.
Fu corridore e genio, passista e rivoluzionario. “Dalle gambe toste e dal cervello fine”, come lo definì Luigi Ganna.
Nella sua officina, partendo dal mozzo a cambio rapido, dedicò la vita alla semplificazione e al miglioramento della bicicletta: in totale furono 185 i brevetti depositati a suo nome.
Insieme all’omonima azienda, fondata nel 1933 nel retrobottega della ferramenta di famiglia, Tullio Campagnolo divenne simbolo di un ciclismo proiettato verso il futuro, divenne padre delle moderne frecce meccaniche.
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Campagnolo migliorò sensibilmente il cambio moderno però, a quanto pare, non fu lui l'inventore del cambio da bici ma solo colui che ottenne i diritti di produzione.
Ma anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perché
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
Ricordo che coi cambi degli anni '70 al momento di spostare la leva bisognava smettere di pedalare, pena il deragliamento inesorabile della catena. Mi succcedeva con tutti i cambi usati in gioventù : Rotex (o qualcosa del genere) , Campagnolo (economico) e uno francese montato sulla mia prima bdc, una Frejus 5x3.4x16 ha scritto: ↑28 ago 2021, 13:18
L'invenzione del cambio da bicicletta è un po' controversa (come tante invenzioni del passato, basta ricordare la diatriba Meucci-Bell sul telefono) Campagnolo viene ricordato come l'inventore del cambio a bacchetta ma, pare, che in realtà il brevetto sia stato depositato nel 1930 (cioè 2 anni prima di Campagnolo) da un certo Enea Armeni, da Pediluco (Terni) che però non ha mai ottenuto i diritti come invece Campagnolo; ma anche il cambio Vittoria Margherita spunta fuori all'inizio degli anni 30 (meccanismo simile) ma non ho notizie di brevetti, ma fu usato da Bartali e Binda. Il cambio "moderno" a parallelogramma fu inventato dalla francese Simplex nel 1934
Campagnolo migliorò sensibilmente il cambio moderno però, a quanto pare, non fu lui l'inventore del cambio da bici ma solo colui che ottenne i diritti di produzione.
Qui un interessante articolo che ripercorre la storia del cambio ciclistico :
https://www.bikeitalia.it/breve-storia- ... ella-bici/
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
Col cambio campagnolo era ancora peggio....dovevi pedalare all'indietro per cambiare il rapporto!!! Però mi piacerebbe provare una bici così....wilcoyote ha scritto: ↑28 ago 2021, 14:27IMG_20210828_142513.jpg4x16 ha scritto: ↑28 ago 2021, 13:18
L'invenzione del cambio da bicicletta è un po' controversa (come tante invenzioni del passato, basta ricordare la diatriba Meucci-Bell sul telefono) Campagnolo viene ricordato come l'inventore del cambio a bacchetta ma, pare, che in realtà il brevetto sia stato depositato nel 1930 (cioè 2 anni prima di Campagnolo) da un certo Enea Armeni, da Pediluco (Terni) che però non ha mai ottenuto i diritti come invece Campagnolo; ma anche il cambio Vittoria Margherita spunta fuori all'inizio degli anni 30 (meccanismo simile) ma non ho notizie di brevetti, ma fu usato da Bartali e Binda. Il cambio "moderno" a parallelogramma fu inventato dalla francese Simplex nel 1934
Campagnolo migliorò sensibilmente il cambio moderno però, a quanto pare, non fu lui l'inventore del cambio da bici ma solo colui che ottenne i diritti di produzione.
Ricordo che coi cambi degli anni '70 al momento di spostare la leva bisognava smettere di pedalare, pena il deragliamento inesorabile della catena. Mi succcedeva con tutti i cambi usati in gioventù : Rotex (o qualcosa del genere) , Campagnolo (economico) e uno francese montato sulla mia prima bdc, una Frejus 5x3.
Qui un interessante articolo che ripercorre la storia del cambio ciclistico :
https://www.bikeitalia.it/breve-storia- ... ella-bici/
Ma anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perché
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
Non ho approfondito il funzionamento del cambio ma da quello che ho capito se non pedalavi all'indietro "trituravi" la trasmissione
Ma anche i miei eroi sono poveri, si chiedono troppi perché
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
I consigli di Learco Guerra!
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
Continuo con la pubblicità, quando mi ci sono imbattuto non ho potuto non pensarvi
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Re: Pedalatori di tutto il mondo...
Preferivo la mia Vicini a 3 marce e manubrio stretto.
A proposito, qualcuno mi sa dire perché le bici da uomo avevano il manubrio stretto e quelle da donna il manubrio largo?