Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

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DaniLao
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da DaniLao »

Gamanto ha scritto: Nelle bande titine c'erano molti criminali, che non avevano nulla da invidiare ai nazisti.
A parte ideali e motivazioni contrapposte, diametralmente opposte e non compatibili che NO non erano per nulla i medesimi
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Gamanto
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da Gamanto »

Un criminale che compie gesti efferati resta sempre e comunque un criminale che compie gesti efferati: non importa dietro quali bandiere si nasconda.
Quanto alla citazione da parte di Ale delle parole di Montanari, faccio notare che si tratta di uno stralcio di quanto da lui detto successivamente, a giustificazione dell'articolo precedente, quello sotto accusa, che aveva incassato la relativa bordata di indignate proteste. Siamo insomma già nel canovaccio di cui sopra, esperito per trarsi d'impaccio, tra l'altro atteggiandosi a vittima, ca va sans dire, del fascismo che ritorna.
Ultima modifica di Gamanto il 31 ago 2021, 18:52, modificato 2 volte in totale.
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DaniLao
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da DaniLao »

Ed eccoci dove volevamo arrivare: partigiani = efferati criminali.
Come i nazisti, tutti uguali, obiettivo raggiunto
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wilcoyote
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da wilcoyote »

Mi chiedo come sia possibile fare un paragone tra le due cose: a parte la sproporzione enorme nei numeri, ci sono anche le motivazioni: le vittime dell'olocausto erano state designate tali unicamente in base all'etnia, all'inclinazione sessuale o alla sventura di nascere con qualche tara fisica o psichica, in base ad un disegno folle, scientificamente pianificato e messo in atto. Le foibe furono uno dei risultati degli eccessi della guerra, della rivalsa contro gli invasori (non è che gli italiani si fossero comportati da "brava gente" da quelle parti, durante la guerra).
Una colpa grave la sinistra ce l'ha: aver cercato di "rimuovere" una pagina vergognosa della storia, fra l'altro nemmeno nostra, in nome di un astratto (e malinteso) ideale di fratellanza fra comunisti/socialisti. Lasciando così il campo a riletture faziose e fantasiose da parte della destra più becera, ma furba. Le "precisazioni" venute dopo, a prescindere dal rispetto della verità storica, sembrano inevitabilmente un tentativo di contrastare chi "ha finalmente scoperchiato una pagina vergognosa" della nostra storia.
Last but not least, come accennato più su, i fascisti si sono macchiati di orrendi e numerosi crimini contro i loro stessi connazionali, la maggior parte delle volte solo perché non la pensavano come loro.
I titini trucidarono barbaramente quelli che erano visti come nemici (un po' come se a Trieste avessero ammazzato indiscriminatamente gli austriaci che gli capitavano sottomano, alla fine della prima guerra mondiale).
La crassa ignoranza che contraddistingue la nostra classe poltica, di destra come di sinistra, ha fatto il resto.
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ale9191
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da ale9191 »

Secondo me si stanno perdendo di vista le parole di Montanari per buttarsi su un dialogo su i massimi sistemi.

Ha detto che l’istituzione di questa giornata è una chiara contrapposizione al 25 aprile voluta da una ben distinta parte politica per sminuire le colpe dei protagonisti del ventennio. Questo è il nocciolo del discorso. Siete d’accordo o no?
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wilcoyote
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da wilcoyote »

ale9191 ha scritto: 31 ago 2021, 12:33 Secondo me si stanno perdendo di vista le parole di Montanari per buttarsi su un dialogo su i massimi sistemi.

Ha detto che l’istituzione di questa giornata è una chiara contrapposizione al 25 aprile voluta da una ben distinta parte politica per sminuire le colpe dei protagonisti del ventennio. Questo è il nocciolo del discorso. Siete d’accordo o no?
Avoja!
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ale9191
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da ale9191 »

E allora che c’entra la resistenza, Tito, le Foibe, quanti sono sopravvissuti e quanti sono morti.
Trovo assurdo chiedere la testa di Montanari per una sua considerazione, fra l’altro legittima e condivisibile.
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wilcoyote
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da wilcoyote »

ale9191 ha scritto: 31 ago 2021, 13:26 E allora che c’entra la resistenza, Tito, le Foibe, quanti sono sopravvissuti e quanti sono morti.
Trovo assurdo chiedere la testa di Montanari per una sua considerazione, fra l’altro legittima e condivisibile.
Ma si attaccano a tutto, non l'avevi capito?
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Gamanto
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da Gamanto »

ale9191 ha scritto: 31 ago 2021, 12:33 Secondo me si stanno perdendo di vista le parole di Montanari per buttarsi su un dialogo su i massimi sistemi.

Ha detto che l’istituzione di questa giornata è una chiara contrapposizione al 25 aprile voluta da una ben distinta parte politica per sminuire le colpe dei protagonisti del ventennio. Questo è il nocciolo del discorso. Siete d’accordo o no?
Assolutamente NO.
Faccio sommessamente notare che il Giorno del Ricordo è stato istituito nel 2004 con decisione pressochè unanime del Parlamento della Repubblica Italiana sotto l'egida del Capo dello Stato, Presidente Carlo Azeglio Ciampi, ex partigiano.
Di seguito il testo del suo discorso, in occasione del Giorno del Ricordo dell'anno 2006.

INTERVENTO DEL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO AZEGLIO CIAMPI
IN OCCASIONE DEL "GIORNO DEL RICORDO".

Palazzo del Quirinale, 8 febbraio 2006

"Signor Presidente della Corte Costituzionale,
Signor Vice Presidente del Senato della Repubblica,
Signor Vice Presidente del Consiglio dei Ministri,
Signori Ministri,
Onorevoli Parlamentari,
Autorità,
Signore e Signori,

sono oggi qui con voi, per onorare le finalità della Legge che, con decisione pressoché unanime del Parlamento, ha istituito il "Giorno del Ricordo". Le cito:
"conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".
E' giusto che agli anni del silenzio faccia seguito la solenne affermazione del ricordo.
La celebrazione di quest'anno si arricchisce di un momento di grande significato: la prima consegna a congiunti delle vittime di una medaglia dedicata a quanti perirono in modo atroce, nelle foibe, al termine della seconda guerra mondiale.
Il riconoscimento del supplizio patito è un atto di giustizia nei confronti di ognuna di quelle vittime, restituisce le loro esistenze alla realtà presente perché le custodisca nella pienezza del loro valore, come individui e come cittadini italiani.

L'evocazione delle loro sofferenze, e del dolore di quanti si videro costretti ad allontanarsi per sempre dalle loro case in Istria, nel Quarnaro e nella Dalmazia, ci unisce oggi nel rispetto e nella meditazione.

Questo nostro incontro non ha valore puramente simbolico; testimonia la presa di coscienza dell' intera comunità nazionale.

L'Italia non può e non vuole dimenticare: non perché ci anima il risentimento, ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro.

La responsabilità che avvertiamo nei confronti delle giovani generazioni ci impone di tramandare loro la consapevolezza di avvenimenti che costituiscono parte integrante della storia della nostra patria.

La memoria ci aiuta a guardare al passato con interezza di sentimenti, a riconoscerci nella nostra identità, a radicarci nei suoi valori fondanti per costruire un futuro nuovo e migliore.
L'odio e la pulizia etnica sono stati l'abominevole corollario dell'Europa tragica del Novecento, squassata da una lotta senza quartiere fra nazionalismi esasperati.
La Seconda guerra mondiale, scatenata da regimi dittatoriali portatori di perverse ideologie razziste, ha distrutto la vita di milioni di persone nel nostro continente, ha dilaniato intere nazioni, ha rischiato di inghiottire la stessa civiltà europea.

Questa civiltà - alla quale noi italiani abbiamo dato, nel corso dei secoli, uno straordinario contributo intellettuale e spirituale - è fatta di umanità, rispetto per "l'altro", fede nella ragione e nel diritto, solidarietà. Le prevaricazioni dei totalitarismi non sono riuscite a distruggere questi principi: essi sono risorti, più forti che mai, sulle devastazioni della guerra; hanno cementato la volontà degli europei di perseguire, uniti, obiettivi di pace e di progresso.

L'Italia, riconciliata nel nome della democrazia, ricostruita dopo i disastri della Seconda Guerra Mondiale anche con il contributo di intelligenza e di lavoro degli esuli istriani, fiumani e dalmati, ha compiuto una scelta fondamentale. Ha identificato il proprio destino con quello di un'Europa che si è lasciata alle spalle odi e rancori, che ha deciso di costruire il proprio futuro sulla collaborazione fra i suoi popoli basata sulla fiducia, sulla libertà, sulla comprensione.

In questa Europa di fratellanza e di pace, le minoranze non sono più vittime di divisioni e di esclusione, ma sono fonte e simbolo di rispetto e di arricchimento reciproco, di dialogo e di costruttiva collaborazione. Animata da questo spirito, l'Italia ha rafforzato il proprio impegno per favorire il processo di rinascita e di riaffermazione dei diritti delle minoranze italiane in Slovenia e Croazia, in base ai principi cui debbono attenersi tutti i Paesi membri dell'Unione Europea.

Il nostro europeismo non nega, anzi rafforza l'amore per la patria, radicato negli ideali del Risorgimento. Essi ci hanno trasmesso, insieme alla ritrovata coscienza dell'unità nazionale, il sentimento profondo di fraternità fra tutte le nazioni, libere e indipendenti.

A oltre cinquant'anni di distanza dall'inizio del progetto politico europeo, la consapevolezza delle ragioni che lo determinarono, la memoria dei rischi fatali corsi dai popoli europei sono necessarie per mantenere vigile la difesa delle fondamenta del vivere civile, del rispetto per la dignità della persona umana.

Nel ricordare il cammino percorso da allora, possiamo rivendicare con orgoglio, dopo gli immani travagli del secolo scorso, gli straordinari avanzamenti compiuti.

Il ricordo di quei travagli e dell'indicibile fardello di dolore che essi hanno addossato ai popoli europei rafforza la coscienza dei valori di civiltà in cui si sostanzia l'identità europea. Il presente e il futuro dell'Europa si fondano sul sentimento di comune appartenenza di tutti gli europei e sul consolidamento di un unico spazio in cui i principi e le libertà dell'Unione Europea siano da tutti pienamente condivisi. La volontà di popoli un tempo fieramente avversi di vivere insieme, nell'Unione Europea, assicura un futuro di comune progresso, nella democrazia e nella libertà."

Tutto questo con buona pace di Tomaso Montanari, nonchè dei vari parabolani e talebani di casa nostra.
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Re: Il caso Montanari e il taboo dell’antifascismo

Messaggio da ale9191 »

È vero, la legge fu votata ad ampia maggioranza dall’assemblea. Tocca ricordare però che la legge 92 che istituì la “Giornata del Ricordo” nacque da un’iniziativa parlamentare di Roberto Menia (Senatore di AN ed ex MSI), relatore Luciano Magnalbò (altro senatore An). Un partito che ha sempre avuto un conto più che aperto con il Ventennio.

Anche fosse stata approvata all’unanimità, ricordandomi la composizione di Camera e Senato nella XIV legislatura (una delle più degradanti della storia repubblicana) non cambierei idea sull’obiettivo a lungo termine di tale legge.