DaniLao ha scritto:
C'è chi è capace di uso consapevole (di tutto, dal vino alle sigarette alle seghe) e chi ha bisogno che lo stato (o Mchap) gli dica come fare
E no, no, no! Dani, quanti ragazzi hai conosciuto che si fanno? anche oggi, non solo ieri. Tutti, tutti, tuttiiii, sono passati a quelle pesanti convinti che le poteva e si poteva controllare. Questo è quello che li ha fregati.
Ci sono, è vero, persone che riescono ad "amministrarsi" a lungo. Ne ho conosciuto un solo, un collega di lavoro. Nessuno sapeva che si bucava. non c'era niente che lo facesse capire. Alla fine c'è rimasto secco.
Non son io che devo dire cosa fare o non fare. Io porto al mi esperienza e il mio modo di vedere le cose e lo ripeto perché voglio essere molto chiaro: non me ne frega niente che ci sia chi si sappia gestire in queste cose, a me basta che ce ne sia uno, uno solo, che ne venga travolto per dire che va tutto tutto il possibile per ostacolarne la diffusione.
Sono tanti, moltissimi, i ragazzi che oggi si stanno facendo del male con i vari tipi di droghe. Lo vedete pure voi, credo.
Vero quanto dice Finetraweb, assecondare per controllare può essere un modo valido per contrastare, per questo dicevo di non esser convinto al 100% del proibizionismo (che poi bisognerebbe specificare cosa si intende).
Però le cose sono molto cambiate dagli anni '70. Allora c'era o il fumo o il buco (la cocaina era per i ricchi) ed era il trauma del buco che impediva a molti di provare l'eroina.
Oggi il quadro è completamente diverso. L'eroina si fuma, di droghe sintetiche ne esce una a settimana, al cocaina è alla portata di tutti.
Se è vero, come è vero,che il problema è anzitutto culturale allora il contrasto forse va fatto su tutta la linea. Non ci sono droghe accettabili, gestibili, droghe così-così.
Culturale significa anche dare l'esempio, o non darlo. Significa imparare a divertirsi senza alcol, droghe o altro. Significa imparare a star bene con se stessi gli altri.
Proibire non significa necessariamente reprimere e punire. Reprimere e punire chi commercia, chi produce, chi traffica. Aiutare a uscire chi c'è caduto dentro.
Non credo che oggi come oggi liberalizzare le cosiddette "leggere" sia una buona soluzione. Facilitandone l'uso è un messaggio culturale sbagliato. L'unico valido è: no a tutte le droghe.
Se diventa facile, ancor più di quanto già lo sia, farsi gli spinelli sarà maggiore il numero di ragazzi che andranno a cercare altro.
Avete una idea di quanto è stato modificato il principio attivo sula fumo che gira oggi?
Se lo si legalizza che si fa, lo si porta entro limiti meno dannosi?
E chi se la fumerebbe più 'sta roba legalizzata.
Ci sarebbero sempre altre "erbe" più forti, altre sostanze. Non cambierebbe molto, ma introdurrebbe un riconoscimento culturale del drogarsi.
Insomma, io potrei anche farmi una canna ben sapendo che, con tutta l'esperienza che ho, non andrei mai oltre. Non lo faccio perché io sono convinto di voler vivere con le mie sensazioni e percezioni. Me ne frega niente di ampliarle con qualcosa (e già dire ampliarle è una bestemmia).
Dove arrivo arrivo. Stop. Sono Io. Co tutti i mie limiti e capacità.
Appunto, una questione culturale.
Ma non esisto solo io. Io sono il problema minore, quasi insignificante. Mi devo invece porre il problema per tutti quei ragazzi che non hanno la maturità, la forza di carattere o vivono condizioni che predispongono alle droghe.
Potrei anche dire che sì, lo spinello in fin dei conti è poco più dannoso del tabacco, o molto di più, ma alla fine se te lo vuoi fare sono affari tuoi.
Però la soddisfazione di un mio bisogno non può e non deve arrecare danno ad altri.
A chi vuole legalizzare consiglio di frequentare i SERT, conoscere e stare in mezzo a chi ha dipendenza, vivere le loro storie, Solo così io sono riuscito a capire, sbaglierò ma questo ho capito, che legalizzare non serve a nulla.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)