Le puppe saranno pure a pera, tanto quanto "Il valore è sempre negli occhi di chi guarda, perché è soggettivo."
Ma chi cacchio l'ha dettoooo?!
Che le puppe possano essere a pera è un dato di fatto oggettivo e quindi avere un loro valore.
Infatti, se è vero come è vero, che una pera non sarà mai una puppa è altrettanto vero un puppa che richiama una pera può essere un opera d'arte, in quanto tale avrà un suo valore intrinseco.
Le puppe, di qualsiasi forma, essenza e sostanza, hanno un valore. Insostituibile.
E anche le pere hanno un loro valore.
Dopo di che può piacerci di più una pera Williams piuttosto che una Abate, come un puppa che ricorda le pere piuttosto che le mele.
Ma sia le une (le pere) che le altre (le puppe) hanno sempre un loro valore.
Organolettico, estetico, monetario, tattile, reattivo, nutritivo,ecc.
Sul valore nutritivo si potrebbe approfondire ulteriormente. Infatti viene spontaneo osservare come i due soggetti (pere e puppe) abbiano un punto d'incontro proprio nel valore nutritivo.
La differenza è nota. Le pere hanno sempre un valore nutritivo (valore intrinseco), mentre le puppe lo hanno solo in determinate circostanze.
Quindi quest'ultime hanno, come minimo, un doppio se non triplo valore intrinseco: estetico, sessuale e, quando è il caso, nutritivo.
Questo è quanto ci insegnava Kant tra un rosso e l'altro.
"Io sono uno studioso e sento tutta la sete di conoscere che può sentire un uomo. Vi fu un tempo nel quale io credetti che questo costituisse tutto il valore dell'umanità; allora io sprezzavo il popolo che è ignorante. È Rousseau che mi ha disingannato. Quella superiorità illusoria è svanita, ho imparato che la scienza è inutile, se non serve a mettere in valore l'umanità."
Immanuel però non non si spinse, o forse non era interessato, a ricordarci che a volte le puppe divengono a pera proprio come conseguenza del loro valore nutritivo.
Questione questa che ad una mente distratta potrebbe suggerire il disvalore di un valore. Ammesso, ma non concesso, che un valore possa avere in se un disvalore la cosa ha poca importanza: sarebbe comunque anch'esso conseguentemente oggettivo.
E quest'ultime quattro righe sono la summa dell mchap-pensiero di questi tempi
![Smile :)](./images/smilies/icon_e_smile.gif)
che ormai viaggia a boccioni da cinque litri.
Il Soviet Kalina, è così che veniva chiamato, vide luce e prezzo nell'ultimo quarto del 1989. Uno dei tanti modaioli dell'epoca, di discreta apparenza quanto visto in buone condizioni.
Oggi come oggi nei mercatini spesso te lo tirano dietro e, a giudizio del mio immenso sapere, va preso al volo (quando te lo tirano) avendo di fatto, oggettivamente e intrinsecamente, un valore collezionistico per quanto detto: uno dei modaioli dell'epoca.
Se poi piace è meglio, ma il fatto che ci piaccia o meno non costituisce un valore ma solo un delle tante possibili proiezioni del nostro animo, essere, io, conscio e sub (a questo punto non tiratemi fuori un diver o Zlatoust, pena una divagazione sulla dialettica, Hegel, Marx, ecc.).
Se poi qualcun se la mena con il "mercato" allora Kant, Hegel e Marx sono vissuti invano.
PS
Superfluo commentare l'ingenuo, visto oggi, marketing. Del resto anch'esso ha un valore, collezionistico, storico, documentale, ecc.
Può piacere e non piacere, ma questo non ha niente che fare con il valore.
Il prezzo è un altra cosa.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)