IN quello che scrive Wilcoyote ci sono , a parer mio, delle inesattezze che è bene evidenziare. Non si tratta di diversità di opinioni ma di dati di fatto.
1) il 25 Aprile si celebra la Liberazione perché Il 25 Aprile 1945:
"Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti tra gli altri il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l'insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate; parallelamente il CLNAI emanò in prima persona dei decreti legislativi[2], assumendo il potere «in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano», stabilendo tra le altre cose la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti[3], incluso Benito Mussolini, che sarebbe stato raggiunto e fucilato tre giorni dopo."
cito da
https://it.wikipedia.org/wiki/Anniversa ... 20per%20la tanto per muoversi su un terreno neutro.
Quindi una festa esplicitamente dedicata al contributo che le forze della Resistenza diedero alla liberazione del paese.
L0insurrezione del Nord-Italia sta proprio a dimostrare la consistenza e la capacità militare che avevano raggiunto le forze della resistenza.
2) "il contributo militare della Resistenza italiana fu insignificante": No, è un affermazione che non sta in piedi in nessun modo.
Per capire il valore militare del partigianato va semplicemente ricordato che in Italia la Resistenza ebbe un periodo molto limitato per svilupparsi e, praticamente, solo nel centro-Nord. Roma venne liberata nel Giugno del '44, Firenze nell'Agosto dello stesso anno, quindi 18 mesi sono il massimo riferibile solo alle regioni del Nord.
I movimenti di resistenza e di liberazione nazionale hanno bisogno di tempo, anni, per svilupparsi e radicarsi, ovunque e sempre.
In questo periodo la Resistenza italiana diede un contributo notevole alle operazioni militari: i tedeschi dovettero impiegare diverse divisioni per tenere a bada il partigianato, le retrovie erano territori instabili e insicuri grazie proprio alla bande partigiane, i sabotaggi alle vie di comunicazione e di trasporto erano all'ordine del giorno. Nelle stesse grandi città l'attività partigiana costituiva un minaccia costante per i nazifascisti.
A riconoscere, per primi, l'apporto militare della Resistenza furono proprio i tedeschi e oggi è ormai un dato di fatto nella storiografia italiana e non.
L' insurrezione del Nord-Italia sta proprio a dimostrare la consistenza e la capacità militare che avevano raggiunto le forze della resistenza.
3) infine, ma su questo credo che non ci sia disaccordo alcuno, rimane fondamentale il valore morale ed etico della Resistenza.
Tutto questo vuol dire che è la resistenza italiana che ha liberato il paese? Cero che no, nessuno si è mai sognato di dirlo.
C'era una guerra in corso! i vari movimenti di resistenza nei diversi paesi europei hanno avuto un ruolo secondario, ma significativo anche dal punto delle strategie militari,
L'unica eccezione forse è proprio la Jugoslavia dove la resistenza si trasformò in un movimento di liberazione nazionale, ma lì era proprio una "nazione " che si andava formando.
Quindi una volta inquadrata la Resistenza italiana nel suo periodo storico, la sua durata, ed i conseguenti limiti, il discorso è molto semplice lineare.
Allora perché c'è sempre chi sente il bisogno di sminuirne il significato politico, etico, e militare?
I 40.000,e più, partigiani morti non sono morti in scaramucce di poco conto. No, sono morti combattendo contro uno dei meglio organizzati e armati eserciti allora in campo. Sono morti combattendo quasi sempre in condizioni di estrema inferiorità.
E soprattutto non si chiedevano quanto fosse determinante il loro sacrificio. Lo facevano perché era giusto farlo e avevano il coraggio di farlo.
PS
@Wilcoyote, ci siamo sovrapposti e ho letto solo ora il tuo post.
Solo una cosa
wilcoyote ha scritto: ↑28 apr 2021, 19:13
Poi che la lotta partigiana sia stata per lo meno "poco" influente sulle sorti della guerra, non lo dico io, ma libri di storia seri.
Me ne consigli uno o due? io non ne cosnosco, oppure mi sono sfuggiti.
Te lo chiedo senza alcuna intenzione polemica, l'argomento mi interessa e mi aggiorno periodicamente, ma non si riesce mai a leggere tutto quello che si dovrebbe.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)